NARRAZIONI IN JAZZ (al tempo del virus)
NARRAZIONI IN JAZZ
(al tempo del virus)
#iorestoacasa, ascolto jazz e leggo.
I brani sono scelti da Adriano Pedini (Direttore Artistico Fano Jazz Network), le letture abbinate selezionate da Maura Maioli (Direttrice artistica di Giornate di Letteraria)
In questi interminabili giorni di #iorestoacasa, è inevitabile che i nostri pensieri, le nostre domande siano sempre le stesse, sempre uguali e non è difficile sapere quali sono, in più il bollettino giornaliero dei contagiati e dei morti, non ci distoglie un attimo da questo scenario inquietante.
Sentiamo intorno a noi crescere la paura l’angoscia dell’oggi e l’incertezza per il domani.
È certo che occorre reagire a questo stato di cose, con tutti gli strumenti che possiamo mettere in campo.
Noi che operiamo nel campo della cultura, mentre siamo preoccupati per il futuro delle nostre attività (Festival, Rassegne ecc.) ci siamo posti anche la domanda di cosa fare, di cosa proporre in questo tempo sospeso.
Leggere e ascoltare musica senza l’assillo del tempo che scorre, potrebbe aiutarci a rendere meno pesante il nostro quotidiano? Potrebbe essere un po’ di ossigeno per le nostre menti intossicate da questo malefico Covid-19?
Noi crediamo di si naturalmente, e allora ecco la nostra proposta: Narrazioni in jazz: semplici suggerimenti, per l’ascolto di musiche jazz accostate alla lettura di testi.
Poiché caos è signore di questi giorni – smarriti come siamo, brancolanti come ci muoviamo, incerti del futuro – il criterio di scelta non poteva che essere la totale arbitrarietà.
MILES DAVIS
Bitches Brew (1969)
LINK ALBUM https://youtu.be/50fB5L1vmn8
Fra i dischi che più ho amato e continuo ad amare – Bitches Brew fu un punto di svolta epocale per il jazz moderno, un misterioso monolito sonico, una musica innovativa, un disco leggendario che da cinquant’anni disorienta e incanta gli appassionati di jazz e rock, “uno dei momenti di maggiore creatività dell’ultimo mezzo secolo scorso, in qualsiasi espressione artistica”
Elementi che caratterizzano il lavoro sono: l’uso di strumenti elettrici, la massiccia post-elaborazione delle registrazioni in studio, la dissoluzione della struttura classica della forma “canzone” in favore della libera improvvisazione, l’assenza di melodie memorizzabili, e la lunga durata dei pezzi, sicuramente l’opera nella quale ha pieno compimento la metamorfosi del sound di Miles Davis che si distanzia ampiamente dal jazz tradizionale irrompendo nei territori del rock.
Resta comunque molto ostico spiegare e far risaltare l’importanza del disco a chi non ama il jazz. Le composizioni sono realmente molto complesse,
Miles, non si limitò solamente ad incidere una straordinaria session di jazz, ma volle restituirci l’essenza del processo di ricerca che stava alla sua base. Si consideri persino che al momento di entrare in sala, nessuno dei musicisti aveva avuto indicazioni su cosa suonare eccetto alcuni accordi e qualche consiglio di massima sullo svolgimento.
Nonostante la sua complessità, Bitches Brew ebbe un grande successo di pubblico, sia tra gli amanti del rock che tra gli appassionati di jazz (fu primo nella classifica USA degli album jazz), anche se molti amanti del jazz tradizionale lo rifiutarono.
Le influenze principali nell’ideazione e composizione di Bitches Brew furono quelle di Sky Stone, Jimi Hendrix, James Brown, e del compositore tedesco d’avanguardia Karlheinz Stockhausen.
JONATHAN SAFRAN FOER
“Molto forte, incredibilmente vicino”
Per la scrittura pirotecnica, per le pagine cancellate che spingono il lettore ignaro a chiedere al libraio “ma questa copia è fallata, me ne dia un’altra”, perché è un libro che divide ma nessuno può negare che sia un libro importante, per il fatto di essere la seconda prova di uno scrittore incensato al suo esordio (e il secondo romanzo è sempre il figlio meno brillante), suggerisco Molto forte, incredibilmente vicino di Jonathan Safran Foer. Ci hanno fatto anche il film, ma non guardatelo, è una delusione. Mentre potere recuperare quello tratto dal primo romanzo Ogni cosa è illuminata che pur sacrificando tutta la parte storica del romanzo, è decisamente riuscito.