Nasce “Openhouse Lab”, un esempio concreto di welfare generativo
È stato inaugurato “Openhouse Lab”, il primo servizio del neo centro multi-esperienziale Openhouse che offre la possibilità ad alcuni giovani con disabilità intellettiva di potersi esperimentare in laboratori di avvio al lavoro. Il progetto Openhouse Lab promuove l’attivazione presso la struttura Openhouse di Fano di due laboratori propedeutici all’inserimento lavorativo di giovani con disabilità intellettiva in due settori, quello agricolo e quello turistico-ricettivo.
I laboratori si rivolgono a giovani in età post scolare non ancora in possesso dei requisiti necessari per intraprendere percorsi finalizzati all’integrazione
socio – lavorativa in un’ottica di accompagnamento nel delicato periodo di transizione alla vita adulta.
Openhouse Lab è un progetto della Fondazione Giò, Cooperativa Giò ed Associazione ‘La stanza dei piccoli’ odv, patrocinato dall’ATS6 ed ha visto l’inizio delle attività lunedì 17 gennaio 2022 con i primi tre giovani, Matteo, Lidia ed Anna, individuati grazie alla stretta collaborazione con l’ATS6 e UMEA. I tre giovani frequentano 3 volte a settimana i laboratori lavorando sull’acquisizione di competenze ed autonomie che saranno poi utili ad un possibile inserimento lavorativo.
Parallelamente, al fine di costruire una filiera di accompagnamento al mondo del lavoro, è partito anche il dialogo con le scuole superiori del territorio e UMEE, che si è concretizzato con la possibilità per 4 ragazzi di svolgere presso Openhouse Lab il periodo di alternanza-scuola lavoro. Le attività laboratoriali si svolgono in un appartamento interno alla struttura Openhouse e sono supervisionate dalla Cooperativa Sociale Giò e nella fattispecie dalle dottoresse Camilla Carnaroli, Valentina Pierini, Giulia Torcolacci, Giulia Santini e la Rachele Ciaramicoli.
Il progetto è stato possibile grazie alla campagna di crowdfunding promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Fano, CSV Marche e Rete del dono, che ha coinvolto oltre 120 donatori nell’arco di 3 mesi e non ultimo grazie al contributo della Fondazione Cattolica Assicurazioni di Verona che ha creduto nel progetto fin dall’inizio.
“Openhouse Lab – spiega Federica Sorce, presidente della Cooperativa Giò – è un percorso di crescita e maturazione per i ragazzi che, attraverso laboratori di orto e cura degli animali e di accoglienza turistica, potranno affinare le proprie abilità e competenze nell’ottica di un futuro inserimento lavorativo all’interno della Cooperativa o in aziende del territorio. L’idea è proprio quella che i ragazzi, una volta acquisite delle competenze qui possano poi metterle in pratica in veri contesti lavorativi. Con i lab, vorremmo proprio diventare intermediari nel percorso di transizione tra la scuola e il mondo del lavoro e accompagnare i ragazzi non solo nella loro formazione ma anche nel loro ingresso in azienda divenendo partecipi di una filiera che vede coinvolti non solo enti del terzo settore ma anche scuole e aziende del territorio”.
“Testimonianze come quelle di Openhouse Lab – dichiara l’assessore al Welfare di Comunità Dimitri Tinti – sono l’esempio concreto e virtuoso di cosa significhi un ‘welfare generativo’ a dimostrazione di come sia possibile, grazie alla sinergia tra pubblico e privato sociale, di generare nuove risorse, opportunità e percorsi di inclusione per le persone diversamente abili. Si tratta di una esperienza formativa che si connette bene con la coprogettazione per il ‘dopo di noi’ e che permetterà alle persone coinvolte di crescere in termini di autonomia, sicurezza e autostima. Superando così anche limiti che, in prima battuta, potevano apparire come insormontabili. Sono felice che questo processo di inclusione rappresenti un circolo virtuoso di integrazione che ha ricadute anche dal punto di vista della coesione sociale”. Durante il momento inaugurale hanno anche presentato i loro progetti due associazioni che hanno sede in Openhouse, ovvero ‘La stanza dei piccoli odv’ e l’associazione ‘Crisalide’.