CANESTRARI: L’ALMA, IL BOLOGNA E L’ENTUSIASMANTE BIENNIO GRANATA

Cinque anni fa, come domenica scorsa, l’Alma piegava per 3-2 la Vis ed oltre a se stessa ed ai propri tifosi fece un grande regalo al suo direttore sportivo di allora. Il fanese Roberto Canestrari, oggi sessantasettenne, festeggia infatti il compleanno proprio il 26 aprile.
Canestrari, che ricordi ha di quel giorno?
<Di un derby incredibile ed una curva granata gremita come non mai. Andammo due volte in vantaggio, ma la Vis ci riprese. Poi, ad una decina di minuti dalla fine, una perla di Sivilla (FotoPrint) ci diede una gioia enorme. E dopo il triplice fischio scattò il rito sotto la curva dei nostri tifosi, con tutto la squadra abbracciata e Ginestra a lanciare il coro “Un giorno all’improvviso”>.
Più in generale si può parlare di biennio esaltante?
<Forse sono state le due annate più esaltanti della mia pur lunga esperienza nel calcio. Fano veniva da una dolorosa retrocessione dalla C2 e da una sofferta salvezza in D, per cui l’ambiente era scarico. Però con le conferme di Ginestra, di capitan Nodari, il cui gol ci aveva fatto vincere il derby con la Vis, Fatica, Torta e Lunardini, avendo dei giovani già svezzati come Clemente, Favo, Marconi e Sassaroli, con l’aggiunta dei tre tenori Borrelli, Sivilla e Gucci e la sapiente regia di mister Alessandrini, trovammo la formula giusta. Attorno a noi l’entusiasmo crebbe esponenzialmente partita dopo partita e l’atmosfera che si respirava era magica. Maceratese e Samb si imposero in quei due campionati, ma noi infilammo 27 risultati utili consecutivi e chiudemmo con ben 142 punti>.
Volendo invece tornare indietro ai suoi esordi da calciatore granata?
<Avevo 17 anni, l’Alma era in D e l’allenatore era il mitico Becchetti. Debuttai più o meno nello stesso periodo di Giovanni Mei, col quale giocai spesso assieme nella stagione 1971-1972 prima di essere presi dal Bologna>.
Che esperienza fu quella di Bologna?
<Magnifica. Fummo la rivelazione del torneo di Viareggio perdendo immeritatamente in finale con la Fiorentina di Antognoni. Il gruppo era fantastico, con noi c’era gente del calibro di Pecci, Maldera, Colomba e Grop. Nacquero amicizie che durano ancora>.
Qualche aneddoto?
<Uno l’ha scritto Pecci in un libro. Ironizzando sul mio piede ruvido, Mei andava dicendo che se ci avessero dato un rigore a favore lo avrei dovuto calciare io: “non lo sa lui dove tirarlo, figuriamoci se lo sa il portiere”>.
La stagione dopo a Forlì in D giocò poi con Alessandrini…
<Io ero un arcigno difensore e lui un centrocampista di qualità. Aveva tecnica sopraffina, probabilmente per fare il grande salto gli mancava il fisico>.
Lui e Mei sono gli uomini giusti per il Fano?
<Sono uomini di calcio, hanno padronanza della materia e sono mossi da passione. Uno è fanese, l’altro adora Fano. Sento che giustamente si parla di blocco delle retrocessioni, ma sono convinto che l’Alma si salverebbe comunque. E penso che ci sia del materiale interessante dal quale ripartire nel prossimo campionato, perché poi fondamentalmente è dando continuità ai progetti che si costruisce qualcosa di buono>.

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