DA DAKAR A FANO… AMICI SENZA FRONTIERE…

Il viaggio di Amici Senza Frontiere (grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) per incontrare i nostri concittadini all’estero si ferma per un attimo, dandoci la possibilità di confrontarci anche con chi è venuto a vivere a Fano proveniente da un altro Paese. E’ il caso della senegalese Yvonne Mendy, che da adolescente ha lasciato la capitale Dakar per trasferirsi in Italia. Ventisettenne, traduttrice, amante dell’arte e della cultura italiana, è stata anche contralto nel Coro Polifonico Malatestiano.

Ciao Yvonne, qual è il motivo per il quale ti sei ritrovata qui?

<Mi sono ritrovata a Fano per motivi familiari. Mio padre vive in Italia da circa trent’anni e nel 2008 ha deciso di far venire la sua famiglia, così ci siamo ricongiunti qui>.

Cosa ti manca di dove sei nata?

<Del Senegal mi mancano tante cose: i profumi, gli amici, la cucina molto diversa da quella italiana, più speziata e maggiormente a base di pesce e verdure, i frutti tropicali che non si trovano qua, come la papaya e il mango, che è il mio preferito. Ne mangiavo tutti i giorni. Mi manca anche la famosa “Teranga senegalese”, che si può tradurre letteralmente come ospitalità. L’ospite è un Re, dice un famoso detto>.

Ti è capitato di tornarci?

<Non sono ancora tornata in Senegal, anche perché avendo tutta la mia famiglia qua è più facile non sentire il bisogno di andarci. Negli ultimi tempi però ci sto pensando tanto, magari il post Covid potrebbe essere il momento giusto>.

Hai avuto delle difficoltà iniziali di ambientamento?

<Non ho avuto grosse difficoltà ad inserirmi, a parte la lingua. Sono arrivata a Fano che non conoscevo l’italiano. Non capire chi mi stava attorno e non potermi esprimere come volevo mi creava un grande disagio. Per fortuna, imparo velocemente le lingue. La mia passione per la musica mi ha inoltre aiutato per fare amicizie>.

Del Senegal c’è qualcosa che porteresti a Fano?

<Del Senegal porterei la solidarietà sociale, il vivere in comunità. I vicini di casa erano come parenti>.

Ad un tuo connazionale quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

<Consiglierei di vedere l’Arco d’Augusto, la Rocca Malatestiana, la Chiesa di San Francesco, la Fano sotterranea, il Bastione Sangallo, la Pinacoteca di San Domenico, il Teatro della Fortuna, Piazza XX Settembre>.

Quali sono invece i tuoi posti preferiti in Senegal?

<Purtroppo non sono mai uscita da Dakar, di conseguenza è l’unica regione del Senegal che conosco. Mi piace molto il centro della capitale, chiamato “centre ville”, con uno stile architettonico e monumenti che ne fanno una città cosmopolita. L’isola di Gorée, Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, che è un simbolo della tratta degli schiavi. Da lì partivano navi piene di schiavi verso l’America. Oggi è invece un piccolo paradiso a qualche chilometro del caos di Dakar, dove godersi una giornata tranquilla in spiaggia, fare shopping nelle varie botteghe dei tanti artigiani presenti sull’isola e soprattutto una visita alla casa degli schiavi con una guida che narra la storia del luogo. Poi c’è il lago Retba, chiamato più comunemente lago Rosa e diventato famoso anche grazie alla Parigi-Dakar, che offre diverse attrazioni come un giro in piroga, ammirare i lavoratori che

Volendo indicare ciò che ti piace di Fano e quello che te la farebbe gradire ancora di più?

<La cosa che mi piace di più di Fano è la serenità. Da qualche anno vivo maggiormente a Firenze e quando torno qua mi sento serenissima e mi ricarico. È un città no stress. Mi piacerebbe però che fosse più a misura di giovani, nel senso che trovo che ci siano pochi spazi e poche opportunità. Ho ad esempio il ricordo del Centro Giovani, che frequentavo quasi quotidianamente e che ha giocato un ruolo importante nel mio percorso di integrazione con le sue diverse attività artistico-culturali e di orientamento>.

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