DA FANO A BARCELLONA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa trentaseiesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Luca Manna, trasferitosi da quattro anni a Barcellona.

Ciao Luca, quale molla ti ha spinto lontano dall’Italia?

<La voglia di conoscere il più possibile altri posti e mescolarmi e confrontarmi con altre culture>.

Dove vivi di preciso?

<Vivo a Barcellona, nel Barrio El Raval, proprio nel centro della città>.

Qual è la tua attuale professione?

<Sono chef di un catering e cuoco personale di una stilista catalana>.

Cosa ti manca di Fano?

<Di Fano mi manca ovviamente la mia famiglia e gli amici di una vita, ma soprattutto la tranquillità di un giro in bici al mare e una buona mangiata di pesce>.

Hai trovato delle difficoltà iniziali di inserimento?

<Appena arrivato per fortuna mi sono subito integrato ed ho scoperto un paese meraviglioso, un gusto artistico ed architettonico incredibile ed una cultura gastronomica di eccellenza. E, non di meno, burocraticamente efficiente>.

Da là c’è qualcosa che porteresti a Fano?

<Della Cataluña porterei i laboratori creativi e la capacità di aiutarsi a crescere tra di loro dei produttori locali. Gli esempi sono tanti: chi produce affumicati e collabora con grandi ristoranti o scuole di pasticceria, panifici che promuovono fermenti o formaggi di altri piccoli produttori autonomi, pittori che prestano la loro opera a ceramisti, designer che lavorano con laboratori tessili asiatici, e potrei proseguire ancora>.

Ad un catalano quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

<Ad un catalano consiglierei di farsi un bel giro nel nostro centro storico, di andare al porto a respirare l’atmosfera dell’antica tradizione marinara, al mare e, assolutamente non da ultimo per fascino, perdersi nelle nostre verdi colline gustando le nostre tipicità enogastronomiche>.

Quali sono invece i tuoi posti preferiti da quelle parti?

<I miei posti preferiti qua sono Barri Gòtic, ovvero il quartiere gotico, pieno di botteghe preziose, bar tipici e gallerie d’arte. Il Montjuïc, con il suo parco immenso dal quale poter vedere tutta Barcellona. La piazza della cattedrale di Santa Maria del Pi, lontano dal traffico ed a due passi dalla celebre e sempre frequentatissima Rambla. E naturalmente la zona mare, anche se mai nel fine settimana essendo una metropoli enorme e dunque brulicante di gente>.

Com’è oggi la situazione Covid?

<La situazione Covid ad oggi è abbastanza sotto controllo, però la quotidianità si affronta con molta incertezza. Tra l’1 e le 6 del mattino c’è il toque de queda, vale a dire il coprifuoco, determinato dall’aumento dei casi legato al ritorno dei turisti. Fino ad un mese fa sembrava essersi ripristinata la normalità, ma le tante persone che hanno riempito eventi e locali di divertimento notturno hanno rialzato la curva dei contagi e messo di nuovo sotto pressione gli ospedali inducendo le autorità a riadottare delle restrizioni. Considerando che siamo già ad agosto, credo che sarà piuttosto dura per l’economia catalana riprendersi dopo un anno così>.

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