DA FANO A DELFT… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa sessantacinquesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Elena Tonucci, che dal 2021 vive a Delft nei Paesi Bassi.

Ciao Elena, come mai ti sei trasferita all’estero e qual è la tua attività?

<Mi sono trasferita all’estero per motivi di studio. Ho dapprima completato la laurea triennale in ingegneria aerospaziale dell’Università di Bologna con sede a Forlì, poi, volendo continuare il percorso scolastico, ho iniziato a cercare un corso magistrale che si adattasse il più possibile ai miei interessi. In particolare, volevo studiare più la parte spaziale, come astrodinamica e scienze planetarie, piuttosto che quella di aviazione. Durante la mia ricerca, mi sono imbattuta in questo corso dei Paesi Bassi che è il migliore in Europa per ingegneria aerospaziale. Dopo un test di ammissione, sono rientrata tra gli studenti selezionati. Ho completato la laurea magistrale lo scorso ottobre e, attualmente, sto cercando una posizione di dottorato di ricerca nel campo degli esopianeti, che ho capito essere la mia passione. Nel frattempo, sto lavorando part-time in un ristorante italiano all’università per potermi mantenere mentre sto mandando candidature per i dottorati>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Vivo a Delft, nei Paesi Bassi, che è sede di uno dei migliori politecnici Europei, TU Delft. Mi ci sono trasferita a fine agosto 2021, per iniziare i miei studi magistrali. Delft è una realtà abbastanza piccola, principalmente popolata da studenti, molto vicina a L’Aia e Rotterdam. Rappresenta il tipico esempio di città olandese, con canali ed i classici edifici piuttosto stretti e alti, ma in miniatura, essendo, appunto, alquanto piccola. La sua particolarità è sicuramente che, a dispetto delle sue dimensioni ridotte, è sede di questa importantissima università, ed anche la terra natale del famoso pittore Johannes Vermeer. Il primo appartamento in cui ho vissuto qui si trova nella stessa via dove lui aveva il suo studio e dove, chissà, ha dipinto il suo più famoso quadro “La ragazza col turbante”, meglio conosciuta come “La ragazza con l’orecchino di perla”>.

Cosa ti manca di Fano?

<Più di tutto di Fano mi mancano: il buon cibo e vino, il clima e, soprattutto, il mare vicino a casa. I Paesi Bassi non hanno una cultura culinaria spiccata e molti prodotti italiani, anche se reperibili, sono estremamente costosi. Diversi di quelli locali, in primis le verdure, hanno invece un sapore molto meno intenso di come lo hanno in Italia. Il mare a dir il vero non si trova lontano da Delft, ma ci sono poche occasioni in cui andare ed il clima piovoso e ventoso costituisce un altro limite. E poi, in generale, a Fano per me c’è sempre stata un’atmosfera magica. Anche Delft ha il suo fascino e mi piace davvero tanto, però è più “superficiale”. Penso fortemente che Fano abbia qualcosa di magnetico, un’energia speciale, forse grazie all’aria di mare e alla storia antica di cui è completamente impregnata. Fanum Fortunae è stata fondata come tempio delle Dea Fortuna, leggasi come fato o destino. Anche se non ci “crediamo”, è pur sempre suggestivo e fa parte della nostra storia>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Non direi di aver avuto alcun problema di ambientamento. Qui praticamente chiunque, dai bambini agli anziani, parla inglese, quindi è facilissimo interagire. Anche se ci sono molti aspetti dello stile di vita che sono diversi dall’Italia, non è stato molto problematico adattarsi per me>.

C’è qualcosa che porteresti dall’Olanda?

<Sicuramente, porterei le tante piste ciclabili. L’aria che si respira qui è davvero molto più pulita che a Fano, e Fano non è nemmeno tra le città più inquinate d’Italia. Qui in pochissimi si spostano in macchina, ed andare in bicicletta è normale a tutte le età. Non importa se per tragitti corti o lunghi, se è caldo o freddo, o se fuori diluvia e soffia un vento che ti sposta: si va in bicicletta! Onestamente, sono meravigliata di me stessa ad essermi adattata velocemente a ciò, e credo che in Italia sarebbe bellissimo che tutti facessero uno sforzo in più cambiando mentalità a riguardo. Ovviamente, anche le infrastrutture dovrebbero essere migliorate per permetterlo>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un olandese?

<Il centro storico di certo affascinerebbe un olandese. Fano poi è una Roma in miniatura, ma col vantaggio della mancanza di confusione e della presenza del mare. Secondo me, sarebbe una meta perfetta per un turista>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<In Olanda si incontrano posti molto diversi tra loro. Se si pensa che Delft è una piccola città con casette e molti canali pieni di diversi tipi di uccelli, a dieci minuti di treno si trova Rotterdam coi suoi grattacieli. Personalmente, questo stacco è molto forte e suggestivo. A volte mi sento in vena di una passeggiata vicino a un laghetto che c’è a Delft, in mezzo agli alberi, magari per riflettere. Altre, invece, ho voglia di mutare prospettiva e girare in città più grandi come appunto Rotterdam, L’Aia o Amsterdam. Il bello, tra l’altro, è che non sono distanti l’una dall’altra e si raggiungono facilmente in treno>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Sfortunatamente, come dicevo prima, non ci sono molti piatti tradizionali, ma, devo ammettere che una delle prime cose che ho mangiato qui mi ha davvero sorpresa. È un dolce che si chiama Stroopwafel: praticamente è un biscotto composto da due cialde sottili e all’interno uno sciroppo al caramello. Per la mia prima colazione in Olanda ne ho preso uno caldo, appena preparato in un chioschetto ambulante, e ne sono rimasta esterrefatta dalla bontà. Per quanto anche il pesce fritto, le patate fritte ed il formaggio qui siano buoni, non penso facciano invidia a quelli che mangiamo a Fano… Quindi non credo ci sia molto altro che sorprenderebbe un fanese!>.

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