DA FANO A DÜSSELDORF… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa quarantaseiesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Jacopo Borgogelli, che da ottobre 2020 si è trasferito in Germania.

Ciao Jacopo, quale molla ti ha portato lontano dall’Italia e qual è la tua professione?

<E’ una domanda che probabilmente richiederebbe svariate righe per essere risposta, ma se dovessi riassumere i motivi per cui mi sono trasferito ti direi: per le opportunità lavorative, per gli stipendi più alti e per acquisire conoscenze e metodi di lavori da persone con background culturali/lavorativi completamente diversi da quelli a cui siamo abituati. La mia posizione lavorativa si chiama User Experience Designer. In poche parole, progetto l’esperienza che una persona avrà su un qualsiasi dispositivo necessiti dell’interazione umana per funzionare. Tipo siti web, app per il cellulare, videogiochi, display di macchinari industriali/biomedici. Insomma, se quando usate un sito o un’app e il vostro pensiero è “Come diamine funziona? Perché non si capisce niente?” è probabile che la persona che fa il mio lavoro o l’ha fatto male oppure non è stata proprio interpellata>.

Dove stai di preciso?

<Mi sono trasferito in Germania ad ottobre 2020. Fino a febbraio di quest’anno ho vissuto in una città ad una quarantina di chilometri da Francoforte, chiamata Wiesbaden, da qualche mese però vivo e lavoro a Düsseldorf>.

Ci sono delle abitudini particolari che ti hanno colpito?

<Non mi sono ancora abituato al fatto che la domenica, ad eccezione di alcuni bar/ristoranti, non c’è nulla di aperto. Se quindi ti dimentichi di fare la spesa, o di prendere qualcosa di specifico, devi aspettare il lunedì per soddisfare le tue esigenze. Diversamente dall’Italia, qui poi la concezione del pasto è molto variabile. Quando si esce per cenare con dei tedeschi, capita anche di aver già finito alle 19. Ancora mi rimane difficile mangiare così presto, sicché può scapparci qualche inconveniente (ndr risata). Succede infatti che ti ritrovi a sederti in un locale a cucina chiusa, col rischio di bere birra in quantità e basta visto che in Germania non usa che ti portino qualcosa da sgranocchiare>.

Cosa ti manca di qui?

<Dal punto di vista affettivo sicuramente la mia famiglia, gli amici e la squadra dell’Ultimate Frisbee Fano. Non posso però non citare l’estate al mare dopo il lavoro o le pizzate alla domenica in spiaggia fino a tarda sera>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Devo essere sincero, problemi di ambientamento vero e proprio no. La Germania è un Paese multiculturale e, per l’esperienza che ho avuto io, a nessuno interessa da dove uno provenga. Trovi persone da tutto il mondo che lavorano e vivono assieme, un melting pot in cui è piacevole mescolarsi>.

C’è qualcosa che porteresti a Fano?

<Sembrerà strano, ma da queste parti ci sono numerosissimi ristoranti asiatici fra giapponesi, thailandesi, cinesi, vietnamiti e coreani. C’è una gran scelta di sapori etnici, che un tantino mi manca quando mi fermo a Fano per un periodo più lungo del solito. Spero poi che un giorno riusciremo ad acquisire un po’ della cultura lavorativa e aziendale dei Paesi del nord Europa, che ci farebbe compiere un grosso salto di qualità in ogni settore ed a qualsiasi livello>.

Ad un tedesco quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

<Per quello che sento dire da amici e colleghi tedeschi, io consiglierei sicuramente delle degustazioni di vini e altri prodotti locali. Dopodiché è chiaro che gli farei visitare Fano, che per me è tutta bella. Magari durante il Carnevale o la Fano dei Cesari, che reputo una delle manifestazioni più affascinanti che abbiamo>.

Quali sono invece i tuoi posti preferiti in Germania?

<Purtroppo non ho avuto modo di girare granché, considerato che dacché sono in Germania il 90% del tempo si era in piena Pandemia. Nonostante ciò, a Düsseldorf suggerirei la camminata lungo il Reno. Con la stagione migliore aprono un sacco di localini che si affacciano sul fiume, dove ci si può divertire in compagnia. Anche nella cosiddetta “città vecchia” è pieno di pub, bar e ristoranti. Frequentatissima e vivacissima è Bolkerstraße, una via che per la concentrazione di locali che ha s’è guadagnata il soprannome di “bancone più lungo del mondo”>.

Che piatti tipici faresti provare ad un fanese?

<Oltre alla classica Schnitzel, che consiste in una specie di cotoletta gigante che può essere abbinata a salse stra-buone, ad esempio di funghi o cipolle, consiglierei di provare la Flammkuchen. E’ una parente alla lontana della nostra pizza, piuttosto sottile e condita generalmente con cipolle, speck o pancetta ed una crema a base di panna acida. E aggiungerei gli Spätzle, che sono dei gnocchetti fatti con farina, uova ed acqua e vengono di solito conditi con salsa al formaggio e cipolla croccante sopra>.

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