DA FANO A LONDRA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa ventinovesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Michele Bartolucci, dal 2013 a Londra.

Ciao Michele, quale molla ti ha spinto lontano dall’Italia?
<Dopo alcuni anni passati a Milano, ho iniziato ad avvertire la stanchezza e a soffrire i ritmi lavorativi forsennati. Quasi per gioco ho cominciato a spedire il cv ad alcune agenzie all’estero e, con mia sorpresa, sono stato contattato quasi subito dal Regno Unito. Ho affrontato i colloqui senza troppa convinzione, ma alla fine ho ricevuto una buona offerta e mi sono trasferito a Londra. Il fatto di conoscere fanesi che già ci abitavano mi ha poi agevolato nell’inserimento>.

Qual è la tua attuale professione?
<Da quasi due anni lavoro come ingegnere informatico per ASOS, una grande azienda britannica di e-commerce. Mi occupo della registrazione, login e gestione dei profili utente: parliamo di oltre 23 milioni di clienti attivi in tutto il mondo, quindi le sfide lavorative, anche se stimolanti, sono molto impegnative. E con esse c’è anche la responsabilità della gestione dei dati personali degli utenti, sicché, un mio errore può facilmente sbatterci sulle pagine dei media nazionali e non per buoni motivi! (ndr risata). D’altro canto è assai gratificante lavorare su una piattaforma usata da milioni di utenti, compresi tanti amici in UK come in Italia>.

Cosa ti manca di Fano?
<La lista è lunga! In primis famiglia e amici, anche se tutto sommato nel pre-Covid riuscivo a tornare abbastanza spesso. Diciamo ogni due mesi circa, dunque non è mai stato un dramma. In generale mi manca la familiarità dei luoghi dove sono nato e cresciuto: il mare, l’estate, il dialetto e la moretta, che comunque mi faccio spedire, ed ovviamente l’Alma!>.

Come ti ci trovi?
<Dopo la fase iniziale ho iniziato ad apprezzare l’incredibile varietà di opportunità, tra appuntamenti culturali, sportivi e musicali che offre. Da grande appassionato di sport e musica, cerco di non perdermi i maggiori eventi: concerti di ogni genere, calcio, tennis, rugby, sport americani. Le Olimpiadi del 2012 sono state un’occasione irripetibile!>.

Di Londra e dell’Inghilterra c’è qualcosa che porteresti a Fano?

<Sicuramente i parchi, che sono un’oasi di svago nel mezzo del caos cittadino. A maggior ragione da quando è iniziata la pandemia. I londinesi amano i loro spazi verdi, di cui la città abbonda. Tale passione li rende fruibili per tutti, in inverno e soprattutto in estate, quando con giornate lunghe e temperature miti Londra mostra il suo volto migliore piena di vita e di energia. Adoro anche la cultura musicale di un Paese che, con dimensioni paragonabili all’Italia, ha regalato al mondo molti dei più popolari ed importanti artisti della musica contemporanea>.

Ad un inglese quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?
<La bellezza del nostro centro storico è indubbiamente l’attrazione principale. Dall’Arco di Augusto alle mura romane, dalla Rocca alle tombe dei Malatesta, con la bellissima chiesa di San Francesco: è impossibile non apprezzarne il fascino e la ricchezza. Speciale anche la zona del Porto, dove un britannico saprebbe certamente apprezzare i sapori del nostro territorio!>

Quali sono invece i tuoi posti preferiti là?
<Ho la fortuna di vivere a due passi da Victoria Park, chiamato anche “the people’s park”, il parco della gente. E’ il posto perfetto per rilassarsi, fare sport, incontrarsi con gli amici. In generale tutta la zona dell’East End coi suoi mercati (Brick Lane, Columbia Road, Broadway Market), la sua diversità e i suoi locali, è la mia preferita. Mi piace molto anche Greenwich: la vista dall’osservatorio è impagabile e si avverte un forte legame con la tradizione marittima e della navigazione>.

Come si vive in tempo di Covid a Londra?
<Sembra di vivere in un tempo sospeso. Senza turisti, coi locali chiusi e il lavoro da casa, la città è semi-deserta. Se in passato il sovraffollamento di luoghi e mezzi pubblici era un fastidio da sopportare, adesso se ne sente quasi la mancanza. La speranza è di lasciarsi presto quest’incubo alle spalle. Londra è sopravvissuta al grande incendio del 1666, alla peste, alle bombe tedesche. Ce la farà anche questa volta e sono convinto che saprà pure essere all’avanguardia nel reimmaginare la vita post-Covid>.

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