DA FANO A SKERRIES… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa quarantunesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Simona Mascarucci, che dal 2001 si è trasferita in Irlanda.

Ciao Simona, quale molla ti ha portato lontano dall’Italia?

<La curiosità di conoscere il mondo, lo spirito di avventura e la sensazione di libertà insita nel viaggio mi hanno portato a partire subito dopo il conseguimento della laurea>.

In che città vivi di preciso e quali sono le sue peculiarità?

<Inizialmente sono stata a Dublino e dal 2006 mi sono trasferita a Skerries, una cittadina ad una trentina di chilometri dalla capitale, dove abito col mio compagno ed i nostri tre figli. Ho scelto di andare sulla costa, perché non potrei vivere lontana dal mare. Skerries mi ricorda la mia Fano, col suo porticciolo e le colline subito a ridosso>.

Qual è la tua professione?

<Sono ancora per poco in aspettativa con l’Ente del Turismo Irlandese, col quale ho lavorato per 12 anni. Sono infatti coinvolta nell’attività dei nostri due ristoranti di famiglia, La Scarpetta e Divino, che chiaramente impegnano parecchio e richiedono grossi sacrifici per andare avanti come si deve>.

Cosa ti manca di Fano?

<Di Fano mi mancano sicuramente la famiglia e gli amici; ma anche i mercati, delle verdure, della frutta, del pesce, dei vestiti, e pure le feste, in particolare quelle più tradizionali, tipo il Carnevale, la Fano dei Cesari, i Quattro Cantoni, quella del Mare, con le loro prelibatezze culinarie. Più in generale mi manca vivere in un Paese, l’Italia, che è un’opera d’arte, un museo a cielo aperto>.

Hai incontrato dei problemi di ambientamento?

<No, nessuna difficoltà, anche perché sono una persona che si adatta assai facilmente. Questo sia per il carattere che ho, aperto anche al confronto con altre culture, oltre che, probabilmente, grazie agli anni trascorsi da scout. Diciamo che potrei parlare pure coi muri, se potessero rispondermi! (ndr risata)>.

C’è qualcosa che porteresti a Fano dall’Irlanda?

<Da Skerries esporterei il senso comunitario, perché qui ci si aiuta tanto a vicenda. Si organizzano anche un sacco di iniziative di volontariato in questo senso, come ad esempio le lollipop lady, ovvero le signore che aiutano i bambini ad attraversare la strada per recarsi a scuola, o chi si prende cura del decoro urbano adottando una porzione di spiaggia, pulendo le aiuole, riverniciando cancelli e via dicendo. Perché qui è forte il concetto del “we are all in this together”, cioè “siamo tutti sulla stessa barca”, che è lo spirito che mi ha anche spinto ad indossare la t-shirt della foto nel momento in cui in Italia imperversava il Covid. Un messaggio di solidarietà verso la mia Fano, un “forza e coraggio!”>.

Ad un irlandese quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

<Intanto gli consiglierei un giro in bicicletta in centro, al mare, al porto; poi sicuramente gli farei prendere la macchina e dirigersi alla scoperta del nostro entroterra, che io adoro. Soprattutto il Furlo, dove cerco di andare ogni volta che torno a Fano>.

Quali sono invece quelli che suggeriresti là?

<Io suggerirei un tour in auto, specialmente nella cosiddetta Wild Atlantic Way, vale a dire lo spettacolare percorso panoramico che si affaccia sull’oceano Atlantico e che parte dal Donegal fino ad arrivare nella Contea di Kerry>.

Quali sono i piatti tipici che faresti provare ad un fanese?

<Indubbiamente la carne, perché da queste parti è ottima; a me piacciono molto anche la chowder, che una zuppa di pesce, il bacon, il soda bread, conosciuto anche come pane irlandese e fatto con bicarbonato e senza lievito, il garlic bread, che è una sorta di bruschetta, la carrot cake, la classica torta di carote. Il tutto accompagnato da una bella birra o un buon whiskey>.

Com’è la situazione Covid attuale?

<La situazione è più o meno simile a quella degli altri Paesi comunitari, con l’eccezione che lo Stato ha stanziato ingenti finanziamenti sia per gli esercizi commerciali che per quanti si sono ritrovati disoccupati. Il Social Welfare, d’altronde, qui è piuttosto consolidato e funziona alquanto bene anche se qualcuno un po’ se ne approfitta>.

 

 

 

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