Eutopia. Più saggi con i classici “Tecnica. Lo Sguardo degli Antichi” Edizione VII – 13, 26 marzo / 4 aprile 2024

La rassegna Eutopia è giunta alla sua settima edizione. Nata dalla collaborazione tra il Comune di Fano con il Sistema Bibliotecario, il Liceo Nolfi-Apolloni di Fano e un gruppo di ex studenti del Nolfi, la rassegna è dedicata al dialogo tra antichità e contemporaneità con l’obiettivo di ridare voce ai classici. Quest’anno esplorerà il tema della tecnica attraverso gli occhi degli antichi. La scelta del tema nasce da una riflessione sul quinto libro del De Rerum Natura di Lucrezio dove si parla dell’evoluzione dell’uomo che ci interroga su qual è stato il rapporto che gli antichi hanno avuto con la tecnica:

cosa ci dicono gli antichi sulla tecnica? Perché nasce la tecnica? Indubbiamente per migliorare la vita dell’uomo, ma è stato davvero così? Proveremo a rispondere a queste domande attraverso gli incontri di questa nuova edizione di Eutopia con tre studiosi che nelle loro ricerche e nei loro studi hanno dato attenzione alla scienza nel mondo antico.

“Una rassegna come Eutopia – spiega l’assessore Samuele Mascarin – Più saggi con i classici è uno degli appuntamenti culturali a cui sono maggiormente affezionato, perché dimostra quanto sia importante il dialogo tra Istituzioni come il Comune e la Scuola” – dichiara Samuele Mascarin, assessore alle Biblioteche – Da sette anni aderiamo con entusiasmo alla proposta nata dalla passione di studenti e docenti del Liceo Nolfi Apolloni di Fano ed insieme a loro ne abbiamo fatto una proposta culturale di prestigio. La convinta adesione nasce dall’intento comune di promuovere e valorizzare i nostri patrimoni, quelli materiali, come i beni archeologici della nostra città, e quelli immateriali come la lingua italiana e, se può essere compreso tra questi, l’amore per la conoscenza o comunque il saperlo alimentare. Per questo siamo, fin dall’inizio, al fianco di Eutopia e contribuiamo alla sua realizzazione”.

L’evento, che avrà luogo nella Sala Ipogea della Mediateca Montanari – MeMo, sarà caratterizzato da tre presentazioni di libri.

Si parte mercoledì 13 marzo alle 17.30 con “Le macchine nel mondo antico” (Carocci, 2019) di Giovanni Di Pasquale. L’autore converserà con Agnese Giacomoni.

Il libro

L’antichità è immaginata come un’epoca di straordinaria fioritura artistica e architettonica, letteraria e filosofica. La presunta marginalità delle conoscenze scientifiche, l’incapacità di porre in proficua relazione scienza e tecnica, oltre all’ampia disponibilità di schiavi, hanno costituito i pilastri della resistentissima tesi della “stagnazione tecnologica” del mondo antico. L’autore cerca di confutare tale ipotesi mettendo a frutto studi e ricerche degli ultimi anni. L’antichità, epoca in cui tutto venne ideato dal nulla, è caratterizzata dalla presenza di personaggi capaci di costruire e adoperare strumenti per portare a compimento sfide a lungo apparse come sogni impossibili. Vasche per la premitura delle uve, torchi, macine, gru, ruote idrauliche, dispositivi da guerra e per il teatro definiscono il paesaggio del Mediterraneo come un vero e proprio “paese delle macchine”

L’autore

professore associato aggiunto di Storia della scienza presso la Texas A&M University. Collabora con il Museo Galileo ed è autore di numerose pubblicazioni di storia della scienza fra antichità e Medioevo.
Il ciclo proseguirà martedì 26 marzo, sempre alle 17.30, con “Le tessitrici” (effequ, 2023) di Loreta Minutilli, a dialogo con Donatella Marchionni e Agnese Giacomoni.
Il libro

Che legame c’è tra Ada Lovelace, la geniale matematica figlia di Lord Byron, e la metamorfosi di Aracne trasformata in ragno da Atena? O tra le Supplici di Eschilo e le sei donne che hanno programmato l’ENIAC, il primo computer della storia? Tutto ha inizio da un telaio: i miti delle donne greche che usano l’arte della tessitura per trovare soluzioni a problemi scomodi, ma anche la storia dell’informatica e l’invenzione dei primi computer, il cui funzionamento fu ispirato al meccanismo a schede perforate del telaio Jacquard.

Attraverso la narrazione intrecciata delle donne che hanno inventato la programmazione e dei miti sulla tessitura, prende forma una mitologia dell’informatica in cui le vite dimenticate delle programmatrici del passato vengono sfilate e disfatte perché, passando sotto la lente del mito, possano raccontare qualcosa sul futuro.

L’autrice

vive a Bologna, dove ha studiato Astrofisica. È autrice di due romanzi, Elena di Sparta (Baldini+Castoldi) e Quello che chiamiamo amore (La Nave di Teseo) e vari racconti. Ha collaborato con varie riviste letterarie e si occupa della direzione editoriale de «Il Rifugio dell’Ircocervo». Da sempre contesa tra scienza e letteratura, sta provando a ricucire lo strappo frequentando il Master in Comunicazione delle Scienze dell’Università di Padova.

La rassegna si concluderà giovedì 4 aprile, ore 17.30, con la presentazione del libro di Ivano Dionigi dal titolo “L’apocalisse di Lucrezio” (Raffaello Cortina Editore, 2023). Dionigi converserà con Samuele Giombi.

Il libro

“Io annuncio cose inaudite.” Con questo messaggio rivoluzionario Lucrezio irrompe nella conservatrice Roma repubblicana del I secolo a.C. Politica, religione e amore sono costruzioni della mente, forme di alienazione e fonti di infelicità: indossano una maschera e nascondono la realtà.
Quale la via d’uscita? Lucrezio non ha dubbi: “la scienza della natura”, la quale consente la “rivelazione”, quella “apocalisse” che dalle tenebre dell’ignoranza ci porta alla luce della ragione e ci rivela verità rasserenanti: l’aldilà con le sue pene e paure non esiste; un’unica legge governa tutte le cose; l’universo, anzi gli innumerevoli universi stanno in equilibro grazie al bilanciamento di forze uguali e contrarie; il mondo è leggibile perché le singole realtà sono ordinate secondo i principi della scrittura e della grammatica; la forma più nobile di
pietas è contemplare il tutto con mente serena. Capiamo perché il poema La natura, lo scandaloso poema di Lucrezio, a lungo vittima della congiura del silenzio, ha cambiato il volto della cultura europea e parla ancora di noi e a noi.

L’autore

professore emerito di Lingua e Letteratura latina dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, di cui è stato Magnifico rettore dal 2009 al 2015. È inoltre direttore del Centro studi “La permanenza del classico” e consultore del Dicastero della cultura e dell’educazione della curia romana.

Per ulteriori informazioni e per consultare il programma completo dell’evento, si prega di visitare il sito sistemabibliotecariofano.it.

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