FANOTEATRO A MAGGIO  ORGOGLIO E PREGIUDIZIO; A GIUGNO ROMEO E GIULIETTA UNA CANZONE D’AMORE

Finalmente si torna al Teatro della Fortuna di Fano! Un dittico di appuntamenti, come sempre all’insegna della grande qualità, attende a maggio e giugno il pubblico fanese e non solo grazie all’impegno congiunto di Fondazione Teatro della Fortuna e AMAT e con il contributo del Comune di Fano, Regione Marche e del MiC.

Alla conferenza stampa di oggi erano presenti: Massimo Seri – Sindaco e Assessore alla Cultura del Comune di Fano, Catia Amati – Presidente della Fondazione Teatro della Fortuna, Gilberto Santini – Direttore AMAT, Sonia Biancolini – Responsabile Biglietteria Teatro ed hanno presenziato in collegamento Arturo Cirillo ed Enrico Castellani

 

Il sipario si apre dal 21 al 23 maggio su Orgoglio e pregiudizio, prima versione teatrale italiana del capolavoro di Jane Austen, con l’adattamento teatrale di Antonio Piccolo, la regia di Arturo Cirillo e con in scena un’eccellente compagnia formata, tra gli altri, da Arturo Cirillo, Valentina Picello, Francesco Petruzzelli, Sabrina Scuccimarra e Rosario Giglio. Le scene dello spettacolo – prodotto da MARCHE TEATRO_Teatro di Rilevante Interesse Culturale e Teatro di Napoli_Teatro Nazionale – sono di Dario Gessati, i costumi di Gianluca Falaschi, le luci di Camilla Piccioni e le musiche di Francesco De Melis. “Perché portare a teatro Orgoglio e pregiudizio di Jane Austen? – afferma Arturo Cirillo nelle note di regia – Perché penso che sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi. Perché sono affascinato dall’Ottocento, e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena. Infatti provai un raro piacere, svariati anni fa, ad affrontare uno strano testo di Annibale Ruccello (strano perché al confine tra il musical e la commedia, tra la parodia e la ri-scrittura) ispirato a Washington Square di Henry James. Perché l’ironia di questa scrittrice, il suo sguardo acuto ma anche distaccato sui suoi personaggi l’amo molto. Perché il mondo della Austen dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante, abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare, mi affascina; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé. Perché questo mondo sociale dove ci si conosce danzando, ci si innamora conversando, ci si confida con la propria sorella perché i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio narcisismo, non mi sembra così lontano da noi”.

 

Paola Gassman e Ugo Pagliai dal 4 al 6 giugno vestono i panni di “Romeo e Giulietta” nello spettacolo Romeo e Giulietta. una canzone d’amore che la compagnia Babilonia Teatri, vincitrice del Leone d’Argento alla Biennale di Venezia nel 2016, ha tratto dal capolavoro di Shakespeare, una coproduzione tra Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto ed Estate Teatrale Veronese, trasmessa con grande successo da Rai5 e ora pronta a tornare a teatro. Lo sguardo profondo e irriverente che caratterizza la compagnia ha inquadrato il grande classico di Shakespeare con un radicale ribaltamento di prospettiva rendendo protagonista assoluta dello spettacolo una coppia inossidabile come quella formata da Pagliai e Gassman, affiancati da Enrico Castellani, Valeria Raimondi e Francesco Scimemi. La nuova versione di Romeo e Giulietta si concentra interamente sui protagonisti della vicenda, mettendo da parte tutto il contorno: la guerra tra le rispettive famiglie, gli amici di Romeo, i genitori di Giulietta e il frate. E lo spettacolo ci interroga su quanto questa storia sia anche nostra, su quanto sia quella degli attori che la interpretano, su quanto a lungo possa ancora sopravvivere a se stessa dopo averci accompagnati. “Quando abbiamo deciso di mettere in scena Romeo e Giulietta avevamo chiare due scelte: gli unici personaggi di Shakespeare presenti nello spettacolo sarebbero stati Romeo e Giulietta e ad interpretarli sarebbero stati due attori anziani – affermano i Babilonia – e le scene in cui Romeo e Giulietta si incontrano e dialogano, isolate dal resto del testo, assurgono a vere e proprie icone di un amore totale e impossibile. Il fatto che a pronunciarle siano Paola Gassman e Ugo Pagliai, coppia legata da più di cinquant’anni, le rende commoventi e profonde”.

 

Lo svolgimento degli spettacoli è subordinato alla permanenza della regione in zona gialla o bianca. Ogni venerdì, a seguito della “collocazione” delle Marche nelle zone di rischio da parte del governo centrale, saranno confermati gli spettacoli in programma la settimana successiva e dalle ore 19 di venerdì stesso sarà possibile acquistare i biglietti on line su www.vivaticket.com e presso il botteghino del teatro
dalle ore 19 fino alle 20.30 dello stesso giorno. Il Botteghino del Teatro sarà poi aperto con il seguente orario: dal mercoledì al sabato dalle 17.30 alle 19.30; mercoledì e sabato anche dalle 10.30 alle 12.30; nei giorni di spettacolo feriali dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 17.30 a inizio spettacolo; nei giorni di spettacolo festivi dalle ore 10.30 alle 12.30 e dalle 15 a inizio spettacolo. Apertura straordinaria Botteghino anche domenica 16 maggio dalle 16 alle 19.

Gli spettacoli avranno inizio negli orari che garantiranno l’osservanza del coprifuoco vigente; venerdì e sabato alle ore 19, domenica alle ore 17. BIGLIETTI: € 15 ; Loggione € 8

 

VENERDÌ 21, SABATO 22 E DOMENICA 23 MAGGIO

ORE 19 [DOMENICA ORE 17]

FANO TEATRO DELLA FORTUNA

 

ORGOGLIO E PREGIUDIZIO

 

di Jane Austen

adattamento teatrale di Antonio Piccolo

regia Arturo Cirillo

con

Arturo Cirillo, Valentina Picello, Francesco Petruzzelli

Sabrina Scuccimarra, Rosario Giglio, Eleonora Pace

Giacomo Vigentini, Giulia Trippetta

scene Dario Gessati

costumi Gianluca Falaschi

luci Camilla Piccioni

musiche originale Francesco De Melis

 

prima versione teatrale italiana

 

produzione MARCHE TEATRO _Teatro di Rilevante Interesse Culturale

e Teatro di Napoli_Teatro Nazionale.

 

Dalle note di regia di Arturo Cirillo: – Perché portare a teatro “Orgoglio e pregiudizio” di Jane Austen?

Perché penso che sia una scrittrice con un dono folgorante per i dialoghi.

Perché sono affascinato dall’Ottocento, e dal rapporto fra i grandi romanzi di quell’epoca e la scena. Infatti provai un raro piacere, svariati anni fa, ad affrontare uno strano testo di Annibale Ruccello (strano perché al confine tra il musical e la commedia, tra la parodia e la ri-scrittura) ispirato a “Washington Square” di Henry James.

Perché l’ironia di questa scrittrice, il suo sguardo acuto ma anche distaccato sui suoi personaggi l’amo molto. Perché il mondo della Austen dove apparentemente non accade mai nulla di eclatante, abitato per la maggior parte da creature che stanno abbandonando la fanciullezza per diventare ragazze da marito o giovani scapoli da sposare, mi affascina; con tutto il pudore, i turbamenti, le insicurezze, e anche l’orgoglio e i pregiudizi che la giovinezza porta con sé.

Perché questo mondo sociale dove ci si conosce danzando, ci si innamora conversando, ci si confida con la propria sorella perché i genitori sono, ognuno a suo modo, prigionieri del proprio narcisismo, non mi sembra così lontano da noi. Soprattutto pensando a queste giovani eroine spinte a sposarsi anche per avere finalmente un sostegno economico, sottraendosi allo stesso tempo all’indecorosa condizione di zitelle, e allontanandosi dalle proprie famiglie d’origine. Anche se poi la povera e zitella Jane Austen (che mai riuscì invece ad abbandonare la propria famiglia) si divertì a sottrarsi a tutto questo mettendolo in scena nei suoi romanzi, che sono una spietata critica e allo stesso tempo un’amorosa dichiarazione d’appartenenza alla propria epoca. Per fare questo si cala nei suoi personaggi/alter ego amandoli e prendendoli un po’ in giro, magari standosene nascosta dietro una tenda ad osservarli, ridacchiando tra sé. Da dietro quella tenda, come nel buio di una quinta, celata agli sguardi altrui ma attenta a non farsi sfuggire nulla di ciò che accade, Jane Austen reinventa la realtà attraverso la sua rappresentazione, ma mai smettendo di essere vera. Come avviene in teatro.

 

 

VENERDÌ 4, SABATO 5 E DOMENICA 6 GIUGNO

ORE 19 [DOMENICA ORE 17]

FANO TEATRO DELLA FORTUNA

 

ROMEO E GIULIETTA

Una canzone d’amore

 

di Babilonia Teatri

da William Shakespeare

con Paola Gassman, Ugo Pagliai

e con Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Francesco Scimemi

disegno luci Luca Scotton

coproduzione Teatro Stabile di Bolzano, Teatro Stabile del Veneto, Estate Teatrale Veronese

 Ugo Pagliai e Paola Gassman sono i protagonisti di questo inedito “Romeo e Giulietta” che la compagnia Babilonia Teatri, vincitrice del Leone d’argento alla Biennale di Venezia nel 2016 ha tratto da William Shakespeare. Lo sguardo profondo e irriverente che caratterizza la compagnia, ha inquadrato il grande classico di Shakespeare con un radicale ribaltamento di prospettiva rendendo protagonista assoluta dello spettacolo una coppia inossidabile come quella formata da Pagliai e Gassman, affiancati da Enrico Castellani, Valeria Raimondi e Francesco Scimemi.

La nuova versione di “Romeo e Giulietta” si concentra interamente sui protagonisti della vicenda, mettendo da parte tutto il contorno: la guerra tra le rispettive famiglie, gli amici di Romeo, i genitori di Giulietta e il frate. E lo spettacolo ci interroga su quanto questa storia sia anche nostra, su quanto sia quella degli attori che la interpretano, su quanto a lungo possa ancora sopravvivere a se stessa dopo averci accompagnati. «Quando abbiamo deciso di mettere in scena Romeo e Giulietta avevamo chiare due scelte: gli unici personaggi di Shakespeare presenti nello spettacolo sarebbero stati Romeo e Giulietta e ad interpretarli sarebbero stati due attori anziani» affermano i Babilonia. «Le scene in cui Romeo e Giulietta si incontrano e dialogano, isolate dal resto del testo, assurgono a vere e proprie icone di un amore totale e impossibile. Il fatto che a pronunciarle siano Paola Gassman e Ugo Pagliai, coppia legata da più di cinquant’anni, le rende commoventi e profonde. Le rende concrete e per quanto poetiche non suonano mai auliche. I continui riferimenti alla morte, alla fine, alla notte e alla tomba di cui Shakespeare punteggia l’intero testo assumono qui una veridicità che sconvolge ed emoziona spingendoci a empatizzare con gli attori sulla scena». L’età di Romeo e Giulietta cambia, ma il binomio Amore e Morte su cui si basa il capolavoro di Shakespeare rimane presente.

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