Forever, Michael

di Luca Valentini

L’Orchestra Sinfonica Rossini diventa Rossini Pop Orchestra per incontrare, questa volta, il “re del pop” Michael Jackson. “Forever, Michael”, datato 1975, è il titolo del quarto album di Michael Jackson come solista. Dopo quattro anni arriverà “Off the wall”, l’album prodotto da Quincy Jones che ha cambiato per sempre la vita, non solo artistica, di Jacko. La storia di Michael Jackson è scrupolosamente raccontata da Claudio Salvi che, oltre ad essere voce narrante, è anche autore dei testi e ideatore dI format e concept dell’intero spettacolo. Roberto Molinelli, direttore e arrangiatore, ha compiuto un’altra grande impresa, quella di riscrivere il meglio del repertorio di Jackson, arrangiandolo per l’orchestra, come aveva già egregiamente fatto per i mostri sacri del rock Queen, Pink Floyd e Led Zeppelin. Lo spettacolo è incredibilmente vivace; c’è la musica di Jacko, suonata sia dall’orchestra che dal gruppo, c’è la storia narrata da Salvi, c’è Michael interpretato da Giuseppe Esposto, ci sono due bravissimi cantanti, Clarissa Vichi e Mattia Sciascia, ci sono le backing vocals, Valentina Ariemma e Sara Gambaccini, c’è addirittura un corpo di ballo, Atelier Danza Hangart, con le coreografie di Ilaria Barzetti e, infine, le immagini di Jackson, proiettate su grande schermo, che testimoniano un notevole lavoro di ricerca (molto interessante l’inserto audio di Michael con il suo vocal coach Seth Riggs). Ad aprire è “Blame it on the boogie”, brano che Michael aveva pubblicato insieme ai suoi fratelli, contenuto nell’album “Destiny” del 1978. Si avvicendano, in continuo crescendo, brani contenuti negli album “Thriller”, “Bad”, “Dangerous”, “History” e precisamente: “Smooth criminal”, “Human nature” (scritta da Steve Porcaro dei Toto) “Billy Jean”, “I just can’t stop loving you”, “Thriller” (accompagnata da un balletto mozzafiato) “Man in the mirror”, “You’re not alone”, “Beat it”, “Earth song”, il medley di “Blood on the dance floor”, “Black or white” e “Bad”. A chiudere il tutto è, giustamente, “Heal the world” (guarisci il mondo). Ci sono un po’ mancate “Don’t stop ’til you get enough”, “Rock with you” e “I can’t help it”. Per Rossini Pop Orchestra è standing ovation con immancabile, acclamato da tutto il Teatro Rossini al gran completo, doppio bis.

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