Guerra in Ucraina, la preoccupazione di Confcommercio Marche Nord per le imprese del territorio

Dal caro bollette al turismo: la situazione già grave sta diventando pesantissima. Confcommercio Marche Nord torna a esprimere forti preoccupazioni dopo lo scoppio della guerra in Ucraina. Due settimane fa la mobilitazione, con tanto di consegna al Prefetto di Pesaro Urbino di un corposo documento da recapitare al Governo per richiedere interventi urgenti, ora un nuovo grido d’allarme per le conseguenze che le imprese del terziario subiranno a causa del conflitto tra Russia e Ucraina.

«Nel condannare fermamente l’attacco della Russia alla Ucraina, a cui esprimiamo piena solidarietà, non può che essere enorme la preoccupazione per le conseguenze della guerra a livello economico. In un periodo nel quale per le imprese sono già pesantissime le difficoltà, quanto sta accadendo in Ucraina ha innescato una forte instabilità al rialzo dei prezzi dell’energia, già in atto, da mesi, con incrementi di circa il 50% delle quotazioni del gas e dell’elettricità sui mercati internazionali. In particolare, per le imprese del terziario di mercato dei settori del commercio, della ricettività e della ristorazione un aggravamento del conflitto, con l’eventuale interruzione delle forniture di gas dalla Russia, potrebbe comportare una spesa energetica di quasi 30 miliardi di euro nel 2022, con un incremento di oltre il 160% rispetto al 2021».

Per Confcommercio Marche Nord sono dunque sempre più urgenti misure strutturali: «Necessari interventi strutturali come la riduzione della dipendenza dalle forniture estere e la riforma della struttura della bolletta elettrica, affrontando il nodo degli oneri generali di sistema che rappresentano il 70%. Le misure adottate recentemente dal Governo vanno nella giusta direzione, ma non sono ancora sufficienti. Serve un piano d’azione più ampio e strutturale per contenere l’eccessiva dipendenza della provvista energetica del Paese dalle forniture estere, abbattere il peso degli oneri generali di sistema e agire per il riordino della fiscalità energetica: dalla riduzione dal 22% al 10% dell’IVA sui consumi elettrici delle imprese del terziario di mercato – allineandola così a quella attualmente prevista per gli altri settori produttivi e per le famiglie – all’esclusione degli oneri generali di sistema dall’applicazione dell’imposta sul valore aggiunto ed alla riduzione delle accise».

Con le festività pasquali alle porte, il comparto turistico subirà inevitabilmente una forte contrazione di arrivi e presenze: «Per il settore che, visto il calo sensibile dei contagi e dell’ormai imminente fine dello stato di emergenza, sperava di ripartire, questa guerra risulterà un ulteriore macigno. Nelle Marche negli ultimi anni il turismo russo era in sensibile crescita fino al 2019. Importanti per il suo sviluppo anche le azioni intraprese l’anno scorso dalla Regione, come l’educational tour organizzato con Enit, Camera di Commercio e la compagnia aerea russa S7 Airlines. Come Confcommercio Marche Nord, insieme al nostro tour operator Riviera Incoming, abbiamo partecipato gli anni passati, a Ekaterinburg, terza città della Russia, alla Fiera del Turismo, dove l’Itinerario della Bellezza nella provincia di Pesaro Urbino ha avuto ottimi riscontri. Quest’anno invece, seppur invitati, dovremo rinunciare ad andare a questo importante evento in calendario a inizio aprile, così come al Mit di Mosca che era in programma dal 17 e 19 marzo. Purtroppo per quanto sta accadendo si parla, a livello nazionale, di 1,7 milioni di arrivi dalla Russia (5,8 milioni di presenze) a rischio. L’evento più vicino in linea temporale è la Pasqua Ortodossa, che cade il 24 aprile. Solitamente genera in Italia 175mila pernottamenti e quasi 20 milioni di ricavi. Chiaramente ne risentiremo molto anche noi».

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