Infrastrutture e servizi pubblici, Paolini ai sindaci: “Bisogna essere pronti a raccogliere le sfide”

Incontro in videoconferenza con esperti, alla luce delle opportunità che si presenteranno con i finanziamenti europei e nazionali

Sono stati numerosi i sindaci che hanno raccolto l’invito del presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini a partecipare all’incontro in videoconferenza su “Prospettive delle infrastrutture e dei servizi nel territorio provinciale”, fortemente voluto in vista delle opportunità che si presenteranno con il Recovery Fund e con gli altri strumenti che verranno messi in campo a livello europeo e nazionale. Un confronto a cui sono stati invitati autorevoli relatori: dal Ceo di “Althesys” Alessandro Marangoni al Rettore dell’Università di Urbino Giorgio Calcagnini, dal presidente di Confindustria Pesaro e Urbino Mauro Papalini al segretario generale della Cgil Pesaro e Urbino Roberto Rossini in rappresentanza anche di Cisl e Uil territoriali, preceduti nei loro interventi dal saluto del prefetto di Pesaro e Urbino Vittorio Lapolla, con il coordinamento del giornalista Luigi Luminati. Presenti anche i vertici di Marche Multiservizi (l’amministratore delegato Mauro Tiviroli ed il presidente Daniele Tagliolini) e di Aset (il presidente Paolo Reginelli e il direttore Marco Romei).

PAOLINI: “NECESSARIO FARE SQUADRA”

“La pandemia – ha detto il presidente della Provincia Giuseppe Paolini – ci ha costretti, sia come singoli che come collettività, a cambiare il modo di vivere, ridefinendo priorità ed esigenze. Per riprogettare lo stile di vita del territorio, dai paesi alle città, è indispensabile prendere decisioni e attuare azioni concrete. La Provincia, come ‘Casa dei Comuni’, ha il compito di coordinare le tematiche che riguardano l’intero territorio provinciale ed è necessario fare squadra, abbandonando visioni campanilistiche per essere uniti e presentare progetti credibili. L’energetico, l’idrico e l’ambiente sono settori strategici che producono sviluppo e occupazione ed il Recovery Fund può rappresentare una grande opportunità, visto che i fondi potrebbero dare una vigorosa accelerazione agli investimenti, determinando uno sviluppo più significativo delle infrastrutture, con riguardo all’innovazione e alla transizione sostenibile. Ho voluto questo incontro proprio per contribuire ad accrescere la consapevolezza sulle sfide che ci attendono”.

PREFETTURA ATTENTA ALLA TRANSIZIONE ECOLOGICA

“C’è grande attesa nel Paese – ha evidenziato il prefetto di Pesaro e Urbino Vittorio Lapolla – per l’imminente adozione del ‘Piano nazionale di ripresa e resilienza’, fortemente orientato allo sviluppo sostenibile e al potenziamento della rete infrastrutturale. Il rispetto del clima e dell’ambiente diventa componente strutturale dell’economia, in grado di sostenerne la crescita e lo sviluppo. Questo processo di transizione ecologica sarà lungo e solo nella prima parte verrà sostenuto dalle istituzioni europee. Come Prefettura siamo molto attenti, ogni profonda trasformazione comporta conseguenze sociali: dalla possibile perdita di posti di lavoro ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata. Importante sarà anche il ruolo della pubblica amministrazione nel dare attuazione ai piani degli investimenti pubblici e nel sostenere quelli privati, contribuendo alla ripartenza del paese anche grazie ad una riforma che prevede semplificazione amministrativa ed assunzione di personale qualificato, per essere sempre più al servizio del cittadino”.

INFRASTRUTTURE E SERVIZI COME MOTORE DEL PAESE

Alessandro Marangoni, Ceo di “Althesys” ha evidenziato come le infrastrutture ed i servizi di pubblica utilità (energia elettrica, acqua, gas, gestione rifiuti, telecomunicazioni, ecc.) siano il motore dello sviluppo di un paese. “La realizzazione delle infrastrutture è stata il driver di crescita dell’Italia nel boom economico, i servizi sono essenziali per il benessere dei cittadini, la coesione sociale, la qualità della vita e dell’ambiente, il funzionamento del sistema economico. Le utilities (imprese di utilità pubblica) italiane sono in crescita ed investono molto nelle infrastrutture, creando benefici per il territorio e per l’occupazione: le 100 aziende più importanti hanno investito nel 2019 un 10% in più rispetto al 2018”. Ha poi evidenziato come “i risultati migliori siano quelli delle utilities più grandi” e, calandosi nella realtà marchigiana, ha sottolineato come il sistema sia “ancora molto frammentato, a volte frenato da visioni di breve periodo e campanilismo”. La capacità di fare squadra ed investimenti in infrastrutture è stata definita dunque fondamentale, soprattutto alla luce delle risorse che arriveranno dall’Europa.

ENERGIA ELETTRICA: IN ITALIA COSTA 28 VOLTE PIU’ DELLA FRANCIA

Il rapporto tra capitale sociale (l’insieme delle relazioni che si instaurano tra gli individui di una società), utilities e sviluppo del territorio è stato scandagliato dal rettore dell’Università degli Studi di Urbino “Carlo Bo” Giorgio Calcagnini. “In un rapporto della Banca Mondiale sui Paesi dove è più facile fare impresa, l’Italia figura al 58esimo posto e ciò dà l’idea delle difficoltà che incontra chi vuole avviare un’attività. Un fattore che determina la decisione di un’impresa di localizzarsi in un territorio – ha aggiunto – è rappresentato dai costi operativi. In Italia l’energia elettrica costa 4 volte più della Gran Bretagna, 6 volte più degli Usa e 28 volte più della Francia. Le utilities sono partner importanti, perché possono creare le condizioni ambientali per rendere le piccole e medie imprese più competitive, effettuando investimenti che a loro volta attivano altre attività economiche, con un effetto moltiplicatore”. Fondamentale è anche l’insieme di relazioni sul territorio, “che rende possibile sviluppare attività produttive incentivando gli abitanti, soprattutto i giovani, a restare”. La presenza di servizi sul territorio ha ripercussioni anche sulle famiglie: la scelta di un luogo in cui vivere è condizionata anche da questo.

PAPALINI: “AVVIARE LE OPERE CANTIERABILI”

“La pandemia – ha detto il presidente di Confindustria Pesaro e Urbino Mauro Papalini – ha messo in evidenza le carenze infrastrutturali, che non sono solo strade e ferrovie, ma anche fibra ottica. Se un’impresa investe in innovazione tecnologica, poi si trova in difficoltà se c’è mancanza di connessione nel territorio. Anche la burocrazia rende difficile uscire dalla crisi. Gli incentivi del 110% sull’efficientamento energetico e sul sismico sono importanti per il rilancio del settore edile, però poi ci scontriamo con norme impossibili da adempiere, tempi autorizzatori troppo lunghi, visto che gli incentivi hanno validità solo se le opere vengono realizzate entro giugno 2022”. Per Papalini bisogna dunque cambiare passo: “Meno burocrazia, più investimenti e più lavori. Nel nostro territorio vanno avviate le opere cantierabili, la Fano – Grosseto, il nuovo ospedale, il biodigestore. Un ruolo importante è dato dalle multiutilities, volano di sviluppo grazie agli investimenti che portano ogni anno sul territorio. Nel nostro territorio abbiamo una grande realtà che potrebbe creare sinergie non solo nella provincia di Pesaro e Urbino ma all’interno delle Marche, per realizzare economie di scala e liberare risorse per gli investimenti”. Quanto ai fondi che arriveranno dall’Europa, “è importante che vengano investiti in sviluppo per le imprese, che diventi sviluppo armonioso di tutto il territorio, portando anche crescita occupazionale e lavoro”.

I SINDACATI E IL DOCUMENTO DEL 2006

Poiché lo sviluppo sostenibile è trasversale a tutti i settori economici, “la sfida – ha detto il segretario generale della Cgil provinciale Roberto Rossini, anche a nome di Cisl e Uil – sarà impiegare le risorse del fondo Next Generation UE per realizzare infrastrutture che abbiano come obiettivo finale la definizione del modello sociale, economico e produttivo delle nuove generazioni”. Ha poi portato all’attenzione un documento elaborato da Cgil, Cisl e Uil nel 2006, “i cui contenuti ancora attuali e per noi fondamentali per affrontare il tema del sistema dei servizi pubblici locali. Mi riferisco – ha aggiunto – all’incompiuto percorso aggregativo delle aziende che nella provincia operano nei servizi pubblici locali, dell’energia, gas, acqua e igiene ambientale. Già allora ritenevamo che la motivazione più forte alla base di questo necessario percorso stesse nella qualità dello sviluppo locale, nella possibilità di contribuire ad uno sviluppo sostenibile da tutti i punti di vista: ambientale economico e sociale. Un processo di aggregazione che avrebbe potuto permettere l’introduzione di ‘economie di scala’ e quindi favorire un contenimento delle tariffe soprattutto a favore di famiglie e persone in difficoltà”. Un percorso da intendere “non come mera operazione di finanza societaria, ma volano per la qualificazione dei servizi e per lo sviluppo locale”, obiettivo raggiungibile “solo se sostenuto da un piano industriale che abbia come scopo principale la gestione integrata dei cicli per preservare risorse naturali sempre più limitate”. Tale processo aggregativo “deve portare ad una azienda della provincia di Pesaro e Urbino a maggioranza pubblica con un partner industriale, necessario per indispensabili sinergie economiche, tecnologiche, finanziarie e organizzative. Un’azienda al tempo stesso autonoma, con forte radicamento locale e regole di governo chiare ed efficaci che ne garantiscano un effettivo controllo da parte degli enti territoriali e definiscano un’ampia maggioranza pubblica”.

GLI INTERVENTI DEI SINDACI

Numerosi gli interventi dei sindaci, da quello di Fossombrone Gabriele Bonci (“sono d’accordo a creare sempre maggiori sinergie, un unico gestore, purchè questo si traduca in vantaggi per i territori ed i cittadini che amministriamo, in un’ottica di risparmio economico, servizi migliorati per i cittadini, contenimento dei costi soprattutto in questo momento e tutela anche dei lavoratori dipendenti delle società in cui siamo soci”) a quello di San Costanzo Filippo Sorcinelli (che nell’evidenziare come la pubblica amministrazione debba rappresentare sempre più un soggetto di riferimento e rilancio per i servizi al cittadino, ha sottolineato come sia il momento di capire e studiare, dati alla mano, gli scenari ed i vantaggi di processi aggregativi che possano portare benefici e modernità alle comunità, al di fuori di ogni campanilismo), da quello di Cantiano Alessandro Piccini (“le multiutilities sono il nostro braccio operativo, hanno grandi risorse e potenzialità, che sviluppano fattori moltiplicativi di competenze e professionalità. Dobbiamo aprire un dibattito con la massima trasparenza, si apre una fase nuova, che si lascia alle spalle ideologie e campanilismi per entrare nel merito delle questioni e del futuro del territorio”), al sindaco di Urbino Maurizio Gambini, che ha evidenziato la necessità di investimenti in impiantistica, in particolare sulle reti idriche, per stare al passo con i tempi e non disperdere il patrimonio ereditato, costruito negli anni. Il sindaco di Vallefoglia Palmiro Ucchielli ha sottolineato come la riflessione sullo sviluppo strategico della provincia sia importantissima, specie in questo scenario profondamente cambiato dalla pandemia e in un’ottica di progettualità e condivisione, “coinvolgendo anche gli altri attori, in rapporto sia con la Regione Marche, visto che tutti i pezzi dello sviluppo passano per la programmazione regionale, sia col Governo e con l’Europa per dare una marcia in più a questo territorio, attivando risorse”. Da parte sua, il sindaco di Lunano Mauro Dini ha esortato a mettere in campo una fase decisionale in tempi brevi, per creare condizioni di sviluppo dei territori, che sono competitivi se si cresce tutti insieme. “Il rischio più grosso è quello di non decidere, perché nuoce al territorio stesso”. Il sindaco di Gabicce Mare Domenico Pascuzzi ha detto: “Dobbiamo accelerare il processo di aggregazione, che è inevitabile se vogliamo dare risposte al miglioramento dei servizi e alle necessità investimenti infrastrutturali, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture sotterranee. Chiedo dunque un coinvolgimento su questi aspetti, perché quando noi sindaci e la Provincia siamo stati coinvolti abbiamo sempre dato dimostrazione di poter ottenere risultati”.

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