La “Joie de vivre”: il 15, 16 e 17 maggio in scena alla Chiesa di San Filippo

Il nuovo progetto della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino

Una sarabanda di personaggi che sopravvivono al “logorio della vita moderna” con una sostanza apparentemente innocua, sicuramente lisergica, che è appunto “La Joie de vivre”. È questo il tema narrato dal nuovo progetto della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino che andrà in scena lunedì 15, martedì 16 e mercoledì 17 maggio, con doppio spettacolo alle ore 20.00 e alle 21.30, nella Chiesa di San Filippo, un capolavoro barocco nel cuore di Fossombrone.

Lo spettacolo è inserito nel cartellone di TeatrOltre 2023, festival ideato e realizzato all’insegna della multidisciplinarietà dell’AMAT, Associazione Marchigiana Attività Teatrali, un palcoscenico per le più importanti esperienze del teatro di ricerca italiano.

La drammaturgia de “La Joie de vivre” è stata affidata alla giovane ricercatrice Caterina Ridi, il progetto di scene, costumi, luci e video è opera della Scuola di Scenografia e vede il coinvolgimento di circa trenta studenti del triennio e del biennio dell’anno accademico 2022/2023.

Realizzato con la collaborazione del Comune di Fossombrone, lo spettacolo vanta il patrocinio del Conservatorio G. Rossini di Pesaro, ed in particolare si avvale del contributo del LEMS, Laboratorio Elettronico per la Musica Sperimentale, a cui sono state affidate le musiche, appositamente composte ed eseguite dal vivo dagli studenti del corso di musica elettronica.

“La Joie de vivre” è l’ultimo capitolo di una trilogia che ha come tema il narrare la città, il senso dell’abitare, del precipitare nel vuoto, la gioia. Correva l’anno accademico 2020/2021 e dentro la tempesta perfetta di un anno scolastico pandemico, per sfuggire alla noia indotta dalla didattica a distanza, docenti e studenti della Scuola di Scenografia si sono divertiti ad immaginare una trilogia con pochi strumenti a disposizione: la città, il corpo e la mente. Obiettivo era ripensare i canoni delle proporzioni attraverso queste tre entità. E proprio nel teatro, luogo dove si vedono le parole, si è voluto provare ad esplorare la dimensione di queste domande. Se nel primo capitolo “In una foresta di segni”, messo in scena nell’aula teatro dell’Accademia di Belle Arti nel maggio 2021, il punto di partenza e di approdo era la città, luogo fisico per eccellenza, qualcosa di solido, abitato, attraversato e subito; il secondo capitolo “All that Fall” (Teatro Sanzio, Urbino, maggio 2022), trattava degli uomini creati e progettati per cadere verso un idealismo, una città ideale, uno spazio teatrale. Ora la trilogia si chiude all’insegna della gioia di vivere, uno spettacolo pensato, immaginato e progettato nel cuore barocco della città di Fossombrone: la Chiesa di San Filippo, edificio restituisce una complessa idea di spiritualità, uno speciale paradiso dell’artificio.

L’ideazione, la progettazione e la realizzazione di ogni particolare di questo progetto complesso è stato affidato agli studenti della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, che sono stati introdotti dentro la Chiesa di San Filippo da Maria Rosaria Valazzi, storica dell’arte nonché vice presidente dell’Accademia di Belle Arti di Urbino, che ha permesso ai ragazzi di attraversare lo specchio barocco dell’illusione lasciandoli avventurare nei capitoli della fitta rete di artisti, vicende, accadimenti fatali, circostanze storiche e compresenza di tecniche particolari.

A Monica Miniucchi, coreografa, è stato chiesto di misurare questo spazio senza usare il centimetro, ma il corpo umano e i suoi sensi, e lo ha fatto nel corso di un laboratorio da cui è poi scaturita la coreografia dello spettacolo.

Nelle parole dell’autrice, Caterina Ridi: “Il viaggio che stiamo proponendo attraverso le strutture narrative drammaturgiche de La Joie de vivre si erige su un’invocazione puntuale: quella della trasparenza. Della limpidità. La proposta, nel dipanarsi del tessuto verbale e testuale, è la dichiarazione, contrattata e resa esplicita in un patto fra attore e spettatore, delle nostre imperfezioni, ivi comprese anche quelle delle forme d’amore. Una volta citati, con tono riverberante e assertivo, i più loschi o minuti peccati che costellano il nostro quotidiano, La joie de vivre esige un superamento, un attraversamento: la tensione verso un benefico sollevamento da noi stessi grazie a ciò che ci fa godere, vibrare, ci nutre, delizia i sostrati del nostro animo”.

Lo spettacolo è stato affidato agli attori: Sandro Fabiani, Dio; Piero Lanzellotti, nel ruolo dell’imbonitore; Beatrice Maria Pari, traduttrice; Cecilia Renga, bambina; Caterina Ridi, Zazel; e vede in scena quindici comparse. Grandi attori del teatro hanno, inoltre, prestato le loro voci.

Tra il Comune di Fossombrone e l’Accademia di Belle Arti di Urbino è stata stilata una convenzione che ha prodotto una collaborazione virtuosa con serie di aziende di un territorio operoso, che hanno permesso di progettare cose altrimenti impensabili. La “Joie de vivre” si avvale del sostegno di Adriabus; Tessuti Cocci di Fossombrone; Giommi srl, azienda di progettazione, produzione e installazione di infissi (Fossombrone); Kosmetikal Srl, produzione cosmetici conto terzi (Pesaro); Moretti Ugo Carrelli elevatori / movimentazione industriale (Fermignano), Tipolitografia Rotograf, (Fermignano).

BIGLIETTERIA

L’ingresso agli spettacoli è gratuito, ma la prenotazione è obbligatoria.

È possibile prenotarsi presso il Punto IAT di Fossombrone, il mattino da lunedì al sabato ore 10.00 – 13.00, il pomeriggio da martedì a domenica ore 15.30 -18.00, via telefono e Whatsapp al 340 8245162; o presso la Scuola di Scenografia telefonando al 350 5915959, dal lunedì al sabato ore 09.00 -18.00.

 LA JOIE DE VIVRE

15 – 16 – 17 maggio 2023, ore 20.00 – ore 21.30

Chiesa di San Filippo – Fossombrone (PU)

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