NOVECENTO di Alessandro Baricco con FABRIZIO PINZAUTI

NOVECENTO di Alessandro Baricco con FABRIZIO PINZAUTI

musiche di Ennio Morricone – Aida Studio

E’ considerato un “Classico”, il più emblematico e coinvolgente testo teatrale di Alessandro Baricco. Alla prova con la storia del pianista nel film Oscar di Giuseppe Tornatore   “La leggenda del pianista sull’oceano”, FABRIZIO PINZAUTI, un attore di grande qualità, più volte premiato per le sue interpretazioni.

Questo monologo   Novecento  è stato portato in scena sui palcoscenici di tutto il mondo da quasi trent’anni (famose le interpretazioni di Eugenio Allegri al quale Baricco gli fece una riduzione e poi quella di Arnoldo Foà)

Novecento è un testo così denso di avvenimenti, così limpido e chiaro nella sua semplicità, che si presta a infiniti modi di rappresentazione. È proprio qui la sua immensa forza, il motivo del suo incredibile successo e della sua immortalità.

In questo monologo ripercorriamo le tappe fondamentali della vita (e inevitabilmente della fine) di Novecento: pianista eccelso, amico fedele, essere umano unico. Dalla nascita sul Virginian all’adozione, dalla scoperta dell’incredibile talento musicale all’amicizia indissolubile con il trombettista Tim Tooney, passando per la sfida con il sedicente “inventore del jazz” Jelly Roll Morton fino ad arrivare all’unica volta in cui provò a scendere dalla nave, senza poi riuscirci.

“Novecento è stato un amore a prima vista” racconta Pinzauti spiegando la scelta del monologo. “Si toccano argomenti come il mare, la musica, la solitudine…. prima ancora che immaginassi che avrei fatto l’attore pensavo a come sarebbe stato bello metterlo in scena e da incosciente quale sono, ho voluto il battesimo sul palco proprio con questo testo. Baricco ha una sensibilità ed una genialità nel raccontare l’umano e l’umanità che riscontro in pochissismi altri autori. Ogni volta è una sfida perché ci sono le insidie tipiche di un monologo: un solo attore che deve catturare l’attenzione del pubblico fin dalla prima battuta e non mollarlo più. Dopo un’ora di spettacolo la vera sfida è sempre quella di far dire allo spettatore: “Ma come, è già finito?”. Fortunatamente con Novecento capita sempre anche grazie al grande lavoro preparatorio che c’è stato dietro: quando ho iniziato a montare le scene l’ho fatto avendo già in testa il tipo di atmosfera che volevo ricreare per ogni singolo momento e solo quando ho iniziato ad abbinare i brani musicali al testo e vedevo che sembravano scritti apposta, ho pensato che ce l’avrei fatta”.

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