PER MARCO GAGGI ANCHE MAGNY-COURS E’ STATO UN DURO BANCO DI PROVA MONDIALE

Esordio in gara ancora rimandato per Marco Gaggi, che purtroppo nemmeno nel sesto appuntamento del Mondiale Supersport 300 della Superbike è riuscito a staccare l’ambito pass di qualificazione alle due corse principali di una competizione iridata rivelatasi piuttosto selettiva. Eppure gli approcci iniziali del giovanissimo centauro fanese sul circuito francese di Magny-Cours parevano presagire un epilogo diverso, nonostante si trattasse per lui di un tracciato inedito e comunque generalmente difficile per tutti per l’imprevedibilità del meteo, le temperature basse del periodo e le considerevoli sollecitazioni ai freni. Tra i primi a scendere in pista, il sedicenne pilota del team spagnolo Yamaha Machado-CAME aveva infatti collezionato alcuni cosiddetti caschi rossi, quelli cioè attribuiti in grafica a chi fa registrare i passaggi più veloci per ciascun settore del percorso. <Anche Magny-Cours è stato un  bel banco di prova per me – spiega Marco Gaggi, che sulla sua tuta porta le insegne della città di Fano ed è anche testimonial dell’Associazione fanese Amici Senza Frontiere – In un circuito che affrontavo per la prima volta devo dire che ho trovato subito un certo feeling, soprattutto nei primi due settori. Ho infatti segnato ottimi intermedi, perdendo qualcosa negli altri due. Purtroppo quando ha cominciato a fare scrosci ad intermittenza sono aumentate le difficoltà e, sebbene per un soffio a livello di riscontri cronometrici, alla fine non sono riuscito a centrare la qualificazione alle due gare. Non cerco scuse però e chiaramente mi dispiace molto, anche per chi mi sostiene e crede in me. Sono comunque convinto che l’esperienza accumulata quest’anno da matricola ad un mondiale potrà tornarmi veramente utile nella prossima stagione>. Alla prossima stagione ci potrà però pensare concretamente solo una volta messa alle spalle la settima ed ultima tappa di questo probante viaggio mondiale, da FIM e Dorna programmata dal 16 al 18 ottobre ad Estoril in Portogallo dopo svariate rivisitazioni di un calendario fortemente condizionato dagli effetti della pandemia.

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