PLASTICA: GIORNATA MONDIALE OCEANO, L’IMPEGNO SOSTENIBILE DEL PESCEAZZURRO

Eliminati dal 2012 nella catena di ristoranti self-service bottiglie di plastica e di vetro

Dal 2014 sono stati sostituiti anche piatte, posate e bicchieri di plastica con prodotti bio

In sette anni un risparmio di oltre 650 quintali di plastica da smaltire

Il cuore del Pesceazzurro è nel mare. Per questo, da sette anni, la catena di ristorazione self-service ha deciso di investire nella sostenibilità, per tutelare quelli che sono fra i beni più preziosi: l’ambiente e il mare. Ha anticipato, nelle scelte, qualsiasi direttiva comunitaria, legge o ordinanza eliminando la plastica usa e getta dal 2012. Una strategia che viene confermata anche a ridosso della Giornata mondiale dell’oceano, che si celebra domani 8 giugno.

Le bottiglie di acqua, di vino, di bevande di plastica e di vetro sono state sostituite nel 2012 con dei distributori da cui ogni cliente può servizi liberamente, dei comodi erogatori. Una scelta che ha consentito di eliminare il consumo più di 2 milioni di bottiglie di plastica e di vetro.

Dal 2014, sono stati anche eliminati piatti, posate e bicchieri di plastica utilizzati per il consumo dei pasti e sono stati sostituiti con prodotti monouso completamente biodegradabili e compostabili al 100%. Una scelta, attuata nei punti ristorazione di Fano, Senigallia, San Benedetto del Tronto, Cattolica, Milano Marittima, Miramare di Rimini, che ha permesso di risparmiare all’ambiente oltre 650 quintali di plastica da smaltire.

 

“Ribadiamo con forza la nostra scelta a favore della sostenibilità – dice Marco Pezzolesi, amministratore unico di Pesceazzurro – perché siamo convinti che sia responsabilità di tutti, delle singole persone, delle aziende, della collettività, impegnarsi per tutelare l’ambiente. Per noi, poi, il mare è l’elemento determinante per la nostra filosofia di azione e per la nostra attività. Sosteniamo la pesca sostenibile e puntiamo nell’utilizzo di materiali biodegradabili e riciclabili perché inquinare il mare significa danneggiarne l’ecosistema e condizionare l’alimentazione umana con il pericolo di presenza di microplastiche nei cibi. Abbiamo sempre creduto che dovevamo fare qualcosa in più per contribuire a proteggerlo”.

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