TUTTI NATI SOTTO LO STESSO SOLE

Il nuovo album omonimo del gruppo danese Sunbörn è accompagnato dal video del primo singolo estratto “Metropolis”.

Precedentemente noto come The Kutimangoes, il gruppo strumentale danese di sei elementi Sunbörn presenta il primo album sotto il suo nuovo nome. 8 tracce strumentali che rimandano a paesaggi sonori jazz, afro-jazz e world. Insieme all’album esce anche il videoclip della loro versione di “Metropolis” dei Kraftwerk.

photo: Trine Skjøldberg

Come esseri umani, siamo tutti nati sotto lo stesso sole e siamo collegati dalle stesse forze della natura. Possiamo provenire da ambienti diversi e avere esperienze diverse ma in fondo siamo tutti uguali. E in tempi in cui il mondo si sta lacerando, è chiaro che la musica può di nuovo riunirci.

<< La musica ha il potere di unirci e di ricordarci la nostra comune umanità. Può attraversare i confini e colmare le lacune, riunendo persone di diversa estrazione e cultura in un’esperienza condivisa. Non importa chi siamo o da dove veniamo, la musica ha il potere di connetterci e ricordarci il filo conduttore che attraversa tutta l’umanità. Incontrare il mondo e connettersi attraverso la musica è stata una missione fondamentale per la nostra band dal primo giorno, e non vediamo l’ora di continuare il viaggio con il nostro album di debutto. >>

photo: Trine Skjøldberg

TRACKLIST

DANCING IN THE DUSK

<< Il crepuscolo segna il passaggio dal giorno alla notte. Per questa canzone vogliamo celebrare l’eccitazione del cambiamento e sviluppo. La canzone rappresenta un grande cambiamento per la band essendo la prima traccia dei Sunbörn ad essere pubblicata e musicalmente vogliamo soffermarci sulla sensazione magica prima che arrivi la notte. Per questa canzone ci siamo sfidati esplorando nuovi colori nella strumentazione, arrangiamento e produzione con molti flauti, un suono orchestrale più ampio, tromboni, sassofono e ritmo che danno una sfumatura sommessa di musica da club. In termini di ispirazione la canzone prende in prestito dalla musica elettronica, dal leggendario compositore jazz Gil Evans, dai ritmi tribali e dalla produzione di Bon Iver. >>

NIGHT SWEATS

<< Variazioni ritmiche, poliritmie e una ricchezza di chitarra e synth aggiungono complessità e intensità fino a quando la traccia esplode in un’irresistibile sensazione da discoteca. Con Night Sweats vogliamo che l’ascoltatore si muova e si diverta, sia ascoltando a casa o sulla pista da ballo. >>

METROPOLIS

<< Il messaggio di questa canzone dei Kraftwerk (originariamente un tributo al film classico di Fritz Lang) dei sogni e dei dilemmi nel rapporto tra uomo e tecnologia risuona fortemente con noi. E le melodie forti davvero si prestano a una resa acustica, quindi ha perfettamente senso per noi farne un’interpretazione. Gli strumenti danno alla canzone un aspetto più umano, mentre gli elementi elettronici forniscono un aspetto fresco creando un suono dinamico che esplora l’incontro di caldo e freddo, uomo e macchina. Il classico suono Sunbörn di profondi sassofoni e tromboni che vibrano sul caldo funky della sezione ritmica, questa volta con arpeggi di sintetizzatore al centro della scena. Nella parte strumentale dei fiati c’è un cenno alla leggenda del jazz Charles Mingus. >>

APPLE BLOSSOM

<< “Apple Blossom” è una canzone che cattura l’innocenza e la dolcezza della primavera, quando il mondo si sveglia dalla sterilità dell’inverno. Le melodie sono semplicistiche e trasparenti con un pizzico di malinconia e creano un suono delicato e agrodolce, mentre i ritmi dolci e fluidi evocano il risveglio della natura e il rinnovamento della vita. I tamburi, i suoni morbidi del sintetizzatore, i sassofoni e l’ukulele creano il suono di un brano pacifico e contemplativo che celebra la bellezza e la meraviglia della stagione primaverile. >>

UNDER THE SAME SKY

<< La canzone si apre con un paesaggio sonoro lussureggiante e invitante e si insinua nel solco con intricati riff intrecciati. Man mano che la canzone procede, la strumentazione diventa sempre più dinamica e sintetizzata, l’assolo di trombone si trasforma in un finale travolgente con una edificante sezione di fiati ispirata al gospel. Il titolo si riferisce alla nostra comune condizione umana – viviamo tutti sotto lo stesso sole e siamo collegati dalle stesse forze della natura – e trovare speranza nella nostra connessione e unità. >>

BEACH CHASE feat. CAIO MARCIO

<< Ricorda la soleggiata giornata estiva quando il vento prende il tuo pallone da spiaggia e tu lo insegui su e giù le dune. “Beach Chase” è un brano con un’atmosfera baciata dal sole che si sofferma a godersi i momenti facili della vita e questo si riflette nell’atmosfera rilassata e spensierata del brano. La melodia guidata dal trombone aggiunge un suono caldo e ricco, mentre un basso moog melodico aggiunge un contrappunto alla melodia che si sviluppa lentamente. Le percussioni e i flauti forniscono accenti vivaci ed energici e l’atmosfera generale è sia rilassante che ottimista. Che tu sia effettivamente a la spiaggia o semplicemente sognando una giornata di sole, vogliamo mettere un sorriso sul volto dell’ascoltatore e un momento di facile vita. Su un avvincente assolo di chitarra acustica siamo così fortunati ad avere il contributo della chitarra brasiliana del virtuoso Caio Marcio. >>

MANKIND? feat. IDA NIELSEN & BIGYUKI

<< Una canzone strumentale potente ed energica piena di fiati profondi e groove selvaggi. La canzone cattura la dualità della natura umana, con la sua capacità di essere gentile ma anche distruttiva e violenta. Il suo titolo significa interrogarsi su cosa sia veramente l’umanità, su cosa stiamo facendo gli uni agli altri e al pianeta. In questa traccia presentiamo due artisti fantastici: Ida Nielsen (DK) che pone le basi con una parte di basso delicatamente funky e BIGYUKI (JP) che vola con un assolo di tastiera travolgente e potente. Masayuki Hirano – meglio conosciuto come BIGYUKI – è un virtuoso tastierista molto ricercato collaboratore di Kamasi Washington, A Tribe Called Quest e Lauryn Hill tra gli altri. >>

ECHOES

<< Gli arpeggi di chitarra meditativi e pulsanti fanno da sfondo a una melodia ingannevolmente semplice. Come strumentisti pensiamo molto a noi stessi mentre raccontiamo una storia con le nostre melodie e questa canzone non fa eccezione. Il titolo rappresenta i riflessi della vita – forse guardando te stesso in modi nuovi, guardando indietro dove la vita ti ha portato e come ci sei arrivato. La produzione del la canzone è ispirata ai suoni con cui siamo cresciuti negli anni ’80 – molti ritornelli, echi e sintetizzatori – artisti come Vangelis, Police e Pink Floyd. La canzone cattura sia l’intimo che l’espansivo ed è un tributo alla ricca complessità dell’esperienza umana e al modo in cui modella la nostra identità. >>

photo: Trine Skjøldberg

Il nuovo album omonimo dei Sunbörn è pubblicato dall’etichetta Tramp Records.

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