#WORLDRADIODAY 2019

Il 13 febbraio è il giorno, scelto dall’UNESCO, per celebrare la Giornata Mondiale della Radio.

Saggia decisione perchè  nel 1946, proprio il 13 febbraio, veniva fondata la Radio delle Nazioni Unite.

Con l’istituzione del World Radio Day si è voluto riconoscere al mezzo radiofonico la grande importanza della funzione che svolge nei settori dell’informazione e della comunicazione. 

Il World Radio Day sostiene la collaborazione internazionale tra le migliaia di emittenti soprattutto per promuovere l’accesso all’informazione e la libertà di espressione anche attraverso l’intrattenimento con gli ascoltatori. 

La Giornata Mondiale della Radio che è arrivata alla sua ottava edizione (la prima fu celebrata nel 2012) ogni anno propone un tema diverso. Quello del 2019 è: dialogo, tolleranza e pace. Quest’anno, in occasione del World Radio Day, è stata programmata anche una competizione internazionale; tutte le emittenti aderenti si sono adoperate per creare produzioni audio (massimo 2 minuti) ispirate al tema: “Radio – un vettore per dialogo, tolleranza e pace”.

 

 

Cogliendo l’occasione della Giornata Mondiale della Radio non potevamo non parlare della radio a Fano. Correva l’anno 1976 quando, anche nella nostra città, spuntano le prime emittenti radiofoniche che allora chiamavamo “libere”. Libere perché, con una Sentenza Costituzionale, la trasmissione via etere non era più monopolio dell’emittente di Stato (RAI) e diventava appunto libera.

 

 

Di preciso non sappiamo se la prima messa in onda ufficiale sia stata di Radio Fano o Radio Esmeralda ma sappiamo che tutto questo avveniva durante il periodo estivo di 43 anni fa. 

 

 

Dopo pochissimo tempo, un paio di mesi, alcuni cavalieri dell’etere fanese si distaccano da Radio Esmeralda per fondare la terza emittente cittadina, Radio Venere.

 

 

Sono passati 43 anni e la radio cosiddetta “libera” di strada ne ha fatta tanta. Le prime, quelle delle grandi città italiane,italiane, si sono trasformate in grandi network, le altre sono diventate radio locali.  Molte di queste ultime ancora continuano, a fatica, a fornire il loro servizio che, ricordiamo, è “gratuito” e “a domanda individuale” quindi il più difficile da garantire.

Nonostante siano trascorsi ben 43 anni, il messaggio è sempre attualissimo:

“Con la radio si può scrivere 

leggere o cucinare. 

Non c’è da stare immobili 

seduti lì a guardare. 

E forse proprio questo 

che me la fa preferire: 

è che con la radio non si smette di pensare.

Amo la radio perché arriva dalla gente 

entra nelle case 

e ci parla direttamente 

e se una radio è libera 

ma libera veramente 

mi piace ancor di più 

perché libera la mente”.

(1976 La Radio – Eugenio Finardi) 

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