Il Gran Gioco del Mondo

Giochi e stravaganze di Giuseppe Maria Mitelli (1634 – 1718) dalla Raccolta delle Stampe del Castello Sforzesco di Milano

MARV Museo d’Arte Rubini Vesin di Gradara (PU) 21 settembre – 31 dicembre 2024
a cura di
Luca Baroni, Sara Benvenuti, Francesca Volpini

 

La mostra

Arte e Gioco è il binomio che racchiude l’essenza della mostra al museo MARV di Gradara dedicata a Giuseppe Maria Mitelli (1634 – 1718) l’artista e maestro incisore che con le sue opere ha saputo raccontare cultura e società del suo tempo, rivelando altresì debolezze, passioni e inquietudini che appartengono

all’umanità di ogni tempo. Una personalità artistica di assoluto rilievo della quale la Civica Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli di Milano detiene il patrimonio più consistente. Sono oltre 120 le opere che lasceranno il Castello Sforzesco alla volta del museo civico del Castello di Gradara dove resteranno esposte dal 21 settembre al 31 dicembre 2024.

Tra queste figurano alcune delle serie più famose dell’artista bolognese come “Le Arti per via”, “I mesi”, “Proverbi figurati, “I Vizi Capitali” e gran parte dei celebri “33 giochi”. I tavolieri incisi da Mitelli nel corso della sua ampia carriera rivestono un significativo interesse sotto il profilo storico e artistico insieme alle

carte de “Il gioco di Tarocchini” e “Il gioco del Passatempo” da lui stesso disegnate e incise. Nei giochi di sua invenzione egli ha saputo descrivere, spesso con geniale ironia, vari aspetti dell’umano vivere e sentire; le figure e i motti che compongono le illustrazioni ci restituiscono una lucida e vivida analisi di un mondo che

  • allora come oggi – “è per lo più una gabbia di matti” e ci invitano a riflettere su costanti motivi esistenziali: i piaceri e le fatiche del quotidiano, la visione del femminile, l’incombere della vecchiaia e l’ineluttabilità della morte.

I giochi del Mitelli si offrono come filo conduttore ideale del percorso espositivo che procede per nuclei tematici:

  • Mitelli, una vita in gioco

una selezione di tavolieri ci introduce l’estrosa personalità dell’artista, a partire dal contesto geografico e culturale che ne ha influenzato l’opera. Il nucleo tematico prende in considerazione l’ambito formativo, vale a dire le incisioni che documentano le pratiche di bottega, a partire dagli strumenti che potevano agevolare l’apprendistato;

 

  • Mirabilia e giochi di parole

le stravaganze, il gusto per l’inusuale e il grottesco da una parte e l’interesse per i giochi di parole dall’altro, documentati da rebus e indovinelli;

  • Di donne e d’amore

le incisioni selezionate restituiscono un peculiare sguardo, critico e severo, sul femminile: pregiudizi e stereotipi già ben radicati all’epoca del Mitelli, amplificati dalla produzione a stampa di matrice popolare;

  • Saggezza popolare

la sezione riservata ai Proverbi figurati, ben 48 incisioni che raccontano attraverso immagini immediate e dirette, modi di dire, mentalità, credenze popolari;

  • Il tempo

una riflessione continua sul tema da parte del Mitelli, che affronta per mezzo dell’incisione il pensiero della caducità della vita, del trionfo della morte, della vanità dei piaceri mondani;

  • la gola

il cibo è un elemento molto presente nelle incisioni dell’artista bolognese: la fame e la cuccagna sono i due poli attorno ai quali si sviluppa una lettura culturale e sociale del tema ricca di spunti di approfondimento;

  • I mestieri

La pittoresca serie delle Arti per via, composta di 40 incisioni, è una rilettura ad opera di Mitelli dei celebri disegni di Annibale Caracci: uno spaccato della vita del tempo capillare e curioso;

  • Guerra e pace

Rappresenta un nucleo fondamentale nella produzione dell’autore che fa dell’incisione da una parte uno strumento per raccontare l’attualità, dall’altra un efficace mezzo per condannare la

ferocia di ogni genere di conflitto. Al tema della guerra si lega quello altrettanto interessante della rappresentazione dell’Altro, il nemico, l’avversario politico, che all’epoca si condensa nella figura del Turco.

Il racconto per immagini è accompagnato da un controcanto costituito da una piccola esposizione di documenti d’archivio, provenienti dal fondo Lettere della Comunità dell’Archivio di Stato di Pesaro che attestano il gioco a Gradara al tempo del Mitelli: notizie di cronaca e tracce di vita quotidiana di ambito locale.

“Il Gran Gioco del Mondo. Giochi e stravaganze di Giuseppe Maria Mitelli” è una mostra da ammirare e da giocare, in piena armonia con l’identità del luogo che la ospita, Gradara “Città del Gioco”: le sale espositive includono postazioni ludiche e contenuti digitali con possibilità di arricchire l’esperienza di visita con incontri di approfondimento, animazioni teatrali, trattenimenti musicali e attività per famiglie che verranno periodicamente proposti nel calendario degli “appuntamenti in mostra”. In coincidenza con la prima apertura al pubblico – sabato 21 e domenica 22 settembre – nel borgo si terrà l’edizione 2024 del

festival del gioco “Gradara Ludens”; per l’occasione l’ingresso alla mostra sarà libero e gratuito con accoglienza animata, laboratori per bambini e percorsi interattivi.

Il MARV | Museo d’Arte Rubini Vesin

Il MARV, sede dell’esposizione, è dal luglio 2022 il Museo Civico del Comune di Gradara, e dal 2023 parte della Rete degli Istituti e dei Luoghi della Cultura della Regione Marche, afferendo, assieme al comune di Gradara, alla Rete Museale Marche Nord. Il museo si sviluppa negli ambienti settecenteschi di Palazzo Rubini Vesin, dimora nobiliare nel cuore del centro storico, da sempre punto di riferimento per il territorio. Dotato di antiche grotte, l’edificio si sviluppa su tre assi, attorno ad un grande cortile centrale; nel 1707 assume l’attuale configurazione ad opera dell’arci- diacono Giacomo Rubini (1672-1752): ancora oggi si possono ammirare le sale del piano nobile, parzialmente decorati da stucchi e affreschi, alle quali si accede da un elegante scalone monumentale. Al principio dell’Ottocento Palazzo Rubini viene acquistato da J.A.

Vesin, appassionato studioso di conchiglie; all’epoca la struttura ospita la sua imponente collezione, una

delle più importanti d’Italia; gli eredi lo cedono al Comune che ne fa la sede del municipio; nel corso del XIX secolo da due grandi ambienti dell’ala settentrionale viene ricavato il Teatro Comunale, tuttora esistente. Negli anni Novanta del Novecento, a seguito di importanti lavori di riqualificazione, l’edificio recupera la funzione di polo culturale, sede di una delle prime ludoteche d’Italia, cuore pulsante di iniziative, progetti, manifestazioni e mostre temporanee. La vocazione artistica emerge nel corso degli ultimi decenni di attività: Palazzo Rubini dal Duemila ospita importanti esposizioni di arte antica e contemporanea e dal 2022 è sede dei Musei Civici di Gradara.

 

La Rete Museale Marche Nord

La Rete Museale Marche Nord nasce nel 2023 come aggregazione degli istituti e luoghi della cultura di quattro borghi marchigiani con meno di 5000 abitanti, caratterizzati dalla presenza di un ricco patrimonio culturale diffuso medioevale e rinascimentale: Gradara, comune capofila, Mombaroccio, Apecchio, e Borgo Pace. Successivamente si unisce anche il territorio di Terre Roveresche portando la Rete a riunire oltre venti luoghi della cultura, tra cui si annoverano palazzi rinascimentali, pinacoteche, spazi espositivi, conventi

medioevali, teatri, biblioteche e musei esperienziali e della civiltà contadina. L’obiettivo della Rete museale, simbolizzato nel suo logo, è mettere in comunicazione i comuni marchigiani della costa adriatica, ricchi di flussi economici e turistici, con le bellezze dell’Alto Appennino, le sue bellezze naturalistiche, i suoi tesori da riscoprire. Perno dell’opera di valorizzazione dei beni storici, artistici e sociali è l’inclusione partecipativa delle comunità locali, che trovano nel proprio retaggio storico un importante incentivo identitario, turistico, economico, e di miglioramento della qualità della vita.

La Civica Raccolta delle Stampe “A. Bertarelli”, Castello Sforzesco di Milano

La Civica Raccolta delle Stampe “Achille Bertarelli”, con sede all’interno del Castello Sforzesco, è uno dei maggiori archivi di immagini al mondo, con un patrimonio di stampe, manifesti, cartoline e illustrazioni stimato intorno a un milione di opere. Nasce nel 1927 da un importante nucleo donato da Achille Bertarelli e rigorosamente ordinato dallo stesso secondo criteri iconografici in sezioni come Piante e vedute, Ritratti, Avvenimenti Storici, Stampe Popolari, che sono oggetto di continua implementazione e studio. Conserva capolavori dell’arte della stampa dalle sue origini, nel Quattrocento, fino ai giorni nostri. L’Archivio è di norma aperto per la consultazione dei materiali a un pubblico di soli studiosi, mentre ciclicamente si

procede all’esposizione di piccoli nuclei tematici all’interno delle Salette della Grafica. Bertarelli fu tra i primi a dedicare grande attenzione alla stampa popolare di cui la Raccolta possiede circa 20.000 esemplari. I fogli sono documento di cronaca e costume della vita quotidiana, dei gusti, dei costumi, delle credenze religiose di un popolo. Degno di nota il fondo Mitelli, che conserva quasi per intero il corpus calcografico dell’incisore del Seicento bolognese tra i più rappresentativi in questo ambito.

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