JAZZ TAKES THE GREEN 

Fano Jazz By The Sea è capofila della prima rete italiana dei festival jazz ecosostenibili.

Fano Jazz By The Sea è capofila di Jazz Takes The Green, la rete dei festival jazz ecosostenibili e prima esperienza italiana di aggregazione di eventi culturali green. Insignito lo scorso ottobre del Premio Compraverde Buygreen 2020 sezione Cultura in Verde, Fano Jazz By The Sea è da tempo impegnato sul versante dell’ecosostenibilità: il suo storico radicamento nel territorio si accompagna da sempre alla scelta di vivere la musica in chiave di responsabilità sociale. Tangibile espressione di tutto ciò è innanzi tutto il Jazz Village, posto dinanzi la Rocca Malatestiana e diventato cuore pulsante del festival: sospeso nel 2020 a causa dell’emergenza Covid 19, il Jazz Village verrà ripristinato non appena la situazione pandemica lo potrà consentire.

Adriano Pedini, Direttore Artistico di Fano Jazz By The Sea, dichiara in proposito: «Ci piacerebbe far rinascere il Jazz Village già da quest’anno ma è probabile che bisognerà attendere ancora del tempo. Nel frattempo, abbiamo lanciato, proprio in questi giorni, il nuovo progetto Le Terre Sonore che, nel coinvolgere diversi comuni dell’entroterra, avrà esplicite caratteristiche green.  E salutiamo la nascita di Jazz Takes The Green, alla cui ideazione il nostro festival ha notevolmente contribuito, trovando in Silvano Falocco, Direttore della Fondazione Ecosistemi, un interlocutore di grande spessore e disponibilità. Jazz Takes The Green è la riposta migliore possibile alle sempre più impellenti esigenze di valorizzare le pratiche green, anche e soprattutto in tempi di diffusione di un virus che sta mettendo letteralmente in ginocchio le attività di spettacolo dal vivo. La ripartenza nel solco dell’ecosostenibilità è sicuramente un segno tangibile di sensibilità e di senso di responsabilità».

Costituita nell’insieme da 17 festival distribuiti geograficamente tra 11 regioni, da Nord a Sud, Jazz Takes The Green è una iniziativa sorta grazie alla sinergia tra Green Fest, progetto di cui è partner il Comune di Fano, Fondazione Ecosistemi e I-Jazz, associazione che riunisce la maggioranza di festival jazz italiani e di cui fa parte anche Fano Jazz By The Sea. Le basi sono state poste lo scorso giugno durante un convegno che, nel vedere la partecipazione di esperti in materia di contenimento dell’impatto ambientale degli eventi di spettacolo dal vivo, è partito proprio dall’assunto che fare e proporre musica, e quindi muovere persone e impegnare risorse economiche,  non può oggi prescindere dall’assumersi la responsabilità sociale di diffondere valori universali come il rispetto dell’ambiente, la sostenibilità, la tutela dei diritti umani, la tolleranza, l’inclusione. Tutto ciò con lo scopo di condividere con i il pubblico le buone pratiche.

Fanno parte di Jazz Takes The Green i seguenti festival raggruppati per regione: Ambria JazzFestival,Bergamo Jazz e Associazione 4.33 (Lombardia), Sile Jazz (Veneto), Parma Jazz Frontiere (Emilia-Romagna), Gezmataz (Liguria), Fano Jazz By The Sea e Risorgimarche (Marche), Empoli Jazz Festival (Toscana), Gezziamoci (Basilicata), Locus Festival e Think Positive (Puglia), Peperoncino Jazz Festival (Calabria), Festivalle dei Templi e Battiati Jazz Festival (Sicilia), Time In Jazz e Musica sulle Bocche (Sardegna).

Gli aderenti a Jazz Takes The Green si sono dati l’obbiettivo di favorire la riconversione dei festival jazz da eventi ad alto impatto ambientale a eventi Green, grazie all’adozione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) elaborati nell’ambito del Progetto GreenFESTGreen Festivals and Events through Sustainable Tenders, ed elencati in una apposita Check List.  Fra i criteri ambientali “di base” figurano: riduzione del consumo di risorse naturali; mobilità sostenibile; consumi energetici; gestione rifiuti; eliminazione dell’uso della plastica; utilizzo di allestimenti scenici creati con materiali ecocompatibili; la scelta delle location in cui si svolgono i festival. Compito degli aderenti sarà anche quello di rendicontare gli impatti ambientali e sociali dei festival.

Jazz Takes The Green non è quindi solo una proclamazione di nobili intenti ma un vero e proprio percorso operativo che si avvale del tutoraggio degli espertidi Green Fest e di Fondazione Ecosistemi, coordinati dal suo Direttore Silvano Falocco, che fungeranno da supporto fornendo chiarimenti interpretativi delle Check List e suggerimenti per applicare ogni criterio a ogni singola realtà di festival o rassegna; inoltre verranno indicate anche le ditte fornitrici di soluzioni Green.

Jazz Takes The Green intende anche porsi come interlocutore del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MIBACT), affinché l’adozione degli stessi criteri di abbassamento dei fattori di impatto ambientale siano premianti ai fini della valutazione per l’assegnazione dei finanziamenti Ministeriali, che a loro volta saranno funzionali per implementare la riconversione Green. Lo stesso Recovery Plan conterrà, nel capitolo relativi a Turismo e Cultura, la proposta di una riforma mirante a favorire l’adozione formale dei CAM.

Silvano Falocco, Direttore di Fondazione Ecosistemi, accoglie con entusiasmo la costituzione di Jazz Takes The Green: «Anche la cultura, tanto più in un momento drammatico come questo, deve dimostrare di sapersi far carico della tutela del pianeta, dell’ambiente, della biodiversità, dell’equità, del rapporto con il territorio. Deve testimoniare che un cambiamento è urgente e possibile. Il jazz è sempre riuscito a rappresentare i fermenti della società e che lo faccia anche oggi, con progettualità impegni e azioni concrete, per far fronte all’emergenza climatica e planetaria, è una notizia entusiasmante. Jazz Takes the Green, domani, sarà una buona pratica di sostenibilità che molti altri vorranno seguire».

Corrado Beldì, Presidente di I-Jazz, afferma a nome dei festival che rappresenta: «Ancora una volta I-Jazz abbraccia una strada nuova e mette in discussione la propria impronta ecologica con un grande progetto di sostenibilità che coinvolge festival di tutta Italia. Un modello che guarda al futuro del pianeta, con l’adozione di nuovi criteri ambientali che rendano ancora più sostenibili rassegne che già da anni lavorano per valorizzare il patrimonio storico e naturalistico italiano».

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