Il Museo della Via Flaminia cambia pelle e abbraccia sempre più il digitale
Più digitale, più ricco e, finalmente, nuovamente fruibile al pubblico. Il Museo della Via Flaminia si arricchisce e presenta la sua nuova veste che annovera ulteriore materiale a disposizione delle visitatrici e dei visitatori.
Dopo oltre un anno di chiusura a causa della pandemia, il Museo riapre le proprie porte, caratterizzandosi per i contenuti digitali originali, rinnovati e rivisitati dall’amministrazione che ha deciso di investire risorse per renderlo ancora più appetibile nei confronti dei fruitori.
Alla base c’è la volontà di riconnettere il patrimonio archeologico di Fano al ricco apparato tecnologico. Tra le novità più rilevanti va considerata la nuova proiezione a parete, all’interno della sala principale, relativa alla ricostruzione virtuale dell’antica Fanum Fortunae e al percorso dell’antica via Flaminia. Nella sala adiacente, che conserva le strutture murarie della porta augustea, è prevista una nuova postazione audiovisiva che consente di apprezzare alcune videointerviste sulla storia della Via Flaminia. L’esperienza di visita prosegue nella postazione “Oculus Go” grazie alla quale sarà possibile immergersi sia nell’app “Leonardo e Vitruvio” che approfondisce il rapporto tra i due grandi maestri sia nell’app Fanum Fortunae che fa luce sui principali monumenti della Fano Romana.
Inoltre, è stato predisposto anche un totem che proietta un video dedicato alla chiesa e al complesso del San Michele.
Questa attitudine nei confronti del digitale troverà riscontro nella futura realizzazione del tour virtuale del “Webmuseum Via Flaminia” che permetterà di visitare il museo da chiunque, in qualunque momento e in ogni luogo, con un solo clic da pc, tablet o smartphone.
Il progetto scientifico di ampliamento e riallestimento è stato elaborato dall’Università Politecnica delle Marche sotto la direzione del Prof, Paolo Clini. Invece, i nuovi allestimenti museali sono stati realizzati dalla ditta Grottini lab Srl.
“Questo progetto – spiega Seri – rappresenta un potenziamento dell’infrastruttura culturale museale di Fano, la città di Vitruvio. Siamo impegnati su più fronti nella valorizzazione del ricco patrimonio archeologico e cittadino in piena collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio delle Marche. Vista la sua contiguità con la Porta d’Augusto, riteniamo che il museo, caratterizzato dalla sua nuova connotazione digitale, riesca ad esaltare la propria eredità storica in piena sintonia con il passato, con il presente ma soprattutto con il futuro. Ringrazio la Fondazione Carifano che ha messo a disposizione questi spazi a testimonianza di una promozione sinergica del patrimonio culturale cittadino”.
“Ogni volta che riapre un museo è sempre una bella notizia – afferma il Prof Paolo Clini -. Con questo aggiornamento, soprattutto digitale, rendiamo più strutturata la proposta del Museo della Via Flaminia. Il visitatore potrà vivere un’esperienza coinvolgente. Pertanto, sarà nostro compito nutrire costantemente i contenuti grazie a strumenti tecnologici che ci permettono di mettere al centro la nostra storia e la nostra tradizione”.
“Questo è un lavoro di insieme – precisa Giorgio Gragnola, presidente della Fondazione Carifano – che ha visto tanti attori impegnarsi per questo risultato. Quando l’amministrazione ci ha chiesto la disponibilità di questo spazio in nostro possesso siamo stati ben lieti di accogliere questa richiesta, nonostante la nostra necessità di avere contenitori per organizzare iniziative di natura artistica e culturale. Questa sinergia è sicuramente un elemento che fa la differenza affinché venga accompagnato il fermento della nostra città”.
“Oggi vede la luce – chiarisce Stefano Marchegiani – un progetto su cui abbiamo investito un notevole impegno. La romanità è un tratto su cui continuiamo a destinare attenzione. Questo museo rappresenta un valore aggiunto nella promozione storica della nostra identità”.
Il Museo della Via Flaminia è, quindi, un polo centrale dell’articolato sistema archeologico della Fano romana che presenta caratteri da primato. La cinta muraria estesa e ben conservata con le relative porte di accesso, tra cui le monumentali Porta di Augusto e la Porta della Mandria, il Teatro e l’Anfiteatro, i resti dell’Augustum, un monumentale criptoportico oltre a strutture riferibili a domus, vile suburbane nonché aree sepolcrali extraurbane. A ciò va aggiunto il complesso delle infrastrutture ancora in parte conservate del sistema di approvvigionamento idrico e del sistema fognario.
Infine, è opportuno ricordare che Fano è l’unica città dove l’architetto Vitruvio dice di aver costruito la celebre Basilica citata nel libro V della propria opera.