Decreto ristori, all’emergenza non corrisponde l’urgenza
Confesercenti e Cna: “Troppo lungo e laborioso accedere alle risorse, chiediamo una semplificazione delle procedure che renda i fondi immediatamente fruibili”
Decreto ristori alle imprese alluvionate: Confesercenti e Cna della zona di Fano si associano alle osservazioni già pervenute da alcuni sindaci e sottolineano come la procedura per accedere alle risorse sia laboriosa, complessa e richieda tempistiche troppo lunghe. L’iter burocratico, inoltre, rischia di mandare in tilt i piccoli Comuni che, a fronte di un personale tecnico-amministrativo numericamente limitato, dovranno istruire in tempi brevi centinaia di schede di ristoro.
“Questi primi ventimila euro di contributo destinati alle singole imprese alluvionate –affermano Matteo Radicchi direttore Confesercenti Fano (nella foto in alto) e Fausto Baldarelli responsabile CNA Fano (nella foto in basso) – dovevano essere un ristoro di emergenza, un contributo immediato da erogare come nesso di causa-effetto a seguito dell’evento alluvionale che ha colpito il territorio. Questo, infatti, era stato dichiarato inizialmente dagli stessi funzionari regionali. Ora, la richiesta di istruire pratiche che prevedono la presentazione di fatture, pagamenti e perizie giurate di tecnici abilitati comprovanti le spese effettuate e l’ammontare effettivo dei danni, significa non soltanto allungare ancora i tempi, ma anche mettere in difficoltà le amministrazioni comunali, soprattutto quelle più piccole, chiamate, con poco supporto tecnico e amministrativo, a far fronte a un lavoro enorme. Considerato anche l’obbligo di legge di presentare il bilancio previsionale entro il 30 aprile, ad oggi, dover mettere mano a centinaia di pratiche di ristori tra privati e aziende, significa, per questi Comuni, non riuscire a portare avanti il lavoro corrente e rischiare persino di compromettere il bilancio comunale del 2023”.
A distanza di sei mesi dall’alluvione, insomma, secondo Confesercenti e CNA, all’emergenza non corrisponde l’urgenza: “Quando a ottobre –proseguono Radicchi e Baldarelli- abbiamo presentato le prime pratiche di richiesta danni per le imprese colpite, avevamo già compilato una ventina di pagine di modulo dove si evidenziavano e si quantificavano i danni subiti dalla singola azienda con tanto di documentazione fotografica. Ora è il momento di concretizzare. Molte aziende sono ancora in attesa di quella liquidità che serve a riacquistare o a sistemare materiali e attrezzature per ripartire. Riteniamo che un’eventuale documentazione attestante le spese sia necessaria soltanto nella seconda fase del ristoro e per importi sopra i ventimila euro. Chiediamo, quindi, alla Regione Marche una semplificazione delle procedure che renda i fondi immediatamente fruibili, con tempistiche e modalità adeguate che mettano tutti, operatori e amministrazioni pubbliche colpiti dall’alluvione, nelle condizioni di poter lavorare subito e con la necessaria tranquillità”.