FANO, una città per le rinnovabili!
Siamo nel 2023, in piena crisi climatica, ambientale ed energetica mondiale.
Dopo oltre un secolo e mezzo di totale dipendenza dalle fonti fossili stiamo finalmente tentando di emanciparci da queste con tutte le difficoltà che comporta tale scelta difficile, per le abitudini ormai radicate nella società odierna, ma necessaria e vitale. Pensiamo solo a come l’Europa stia affrontando la problematica riguardante i motori a combustione interna, uno dei principali fattori di inquinamento atmosferico. Senza entrare nello specifico della direttiva ma la UE è seriamente intenzionata a stoppare la produzione dei suddetti motori nonostante la contrarietà di molti dei suoi Stati membri poiché ritiene questa misura indispensabile per gli obiettivi vitali di tutela dell’ambiente e dell’atmosfera.
Si parla costantemente di energie rinnovabili, di cambiare totalmente la concezione e la gestione odierna delle fonti energetiche per dare una svolta decisiva alla cura dell’ambiente in cui viviamo.
Il nostro è un Paese fortunatamente baciato dal Sole mediterraneo e circondato dal mare dove la progettazione e la realizzazione di Impianti Fotovoltaici ed Eolici Off-Shore dovrebbe essere la norma, la nostra quotidianità, il nostro futuro ed invece…
Invece per ogni nuova idea, per ogni nuovo progetto si alza prepotente il grido di dissenso della popolazione, della politica o di qualche amministrazione.
NIMBY (Not In My Backyard) è un espressione inglese che sta ad indicare come i cittadini siano spesso reticenti nell’accettare un qualsivoglia progetto che interessi il proprio vicinato, il proprio circondario, la propria casa e così ci ritroviamo episodi come quello di Sant’Orso dove, addirittura, si parla di “impatto ambientale devastante, oltre a rovinare il valore delle abitazioni”.
Saremmo curiosi di sapere quale sia l’impatto ambientale di un impianto agri-voltaico con pannelli dell’altezza di 5 metri, progettate apposta per permettere le coltivazioni e frenare il consumo di suolo agricolo, e di come possano svalutare le abitazioni in presenza di un impianto del genere o, peggio ancora, che peso possa avere in una futura lottizzazione delle zone circostanti.
In sintesi si denuncia un PRESUNTO impatto ambientale, una PRESUNTA perdita di valore dei terreni ed una PRESUNTA problematica per una futura lottizzazione della zona, QUESTA SI A SICURO IMPATTO AMBIENTALE!!!
Queste situazioni per quanto spiacevoli possono essere comunque giustificate dalla mancanza di informazioni, dalla sensibilità personale degli individui e dalle “guerre” politiche locali.
“Il cittadino va informato ed accompagnato nella transizione energetica che stiamo vivendo” sostiene Pamela Canistro (nella foto sopra), Presidente del circolo Legambiente Fano, “gli va fatto capire che il tempo del petrolio, delle energie fossili e dell’approvvigionamento energetico a cui siamo abituati è ormai finito e non abbiamo alternative se non quella di guardare al futuro.
In questo duro lavoro di informazione e sensibilizzazione le associazioni (noi in primis come Legambiente) danno un grande contributo ma non possono sostituirsi alle amministrazioni che hanno il compito, difficilissimo per carità, di dover mettere in opera tutto ciò che abbiamo precedentemente illustrato ed invece.”
Invece anche nelle amministrazioni pubbliche, dove il bene comune dovrebbe essere tutelato al massimo della propria espressione, c’è un fenomeno simile al NIMBY ovvero il NIMTO.
NIMTO “Not In My Terms of Office” che per chi non padroneggia l’inglese significa letteralmente “non durante il mio mandato” è, probabilmente l’aspetto peggiore di tutta questa situazione.
Se difatti non è giustificabile ma comprensibile la preoccupazione di un gruppo di cittadini spaventati per le cause più varie riguardo a qualsiasi progetto che coinvolga il proprio quotidiano allo stesso modo non è giustificabile, men che meno comprensibile ed ad un certo modo vergognoso quanto questo timore viene veicolato dalle istituzioni no per le reali difficoltà o problematiche che un progetto può portare ma solo da quanto sia “elettoralmente vantaggioso”.
Amministrare è una cosa difficilissima, si deve gestire il quotidiano e progettare il futuro della cittadinanza e del bene comune prendendo, a volte, anche delle misure altamente impopolari ma sicuramente necessarie.
Dal report “Scacco matto alle rinnovabili 2023” di Legambiente Marche leggiamo che il Comune di Fano, insieme a quello di Cartoceto, hanno espresso parere negativo rispetto al progetto di un impianto agri-voltaico da 45 ha per una potenza complessiva di 23,38 MW o di come sia stato bloccato, ancor prima della stesura definitiva, il Progetto Agnes Marche, un parco eolico a 30 km dalla costa dei Comuni di Fano e Pesaro.
Ed ancora, sempre dallo stesso report, quanto dichiarato dal Presidente Legambiente Marche Marco Ciarulli: “Il dibattito pubblico è fondamentale per effettuare una giusta transizione energetica nella nostra Regione ed è chiaro che il blocco preventivo a questi impianti, accentuato dalla sindrome NIMBY e dalla sindrome NIMTO non aiuterà nessuno, tantomeno i territori…”
Noi siamo fortemente convinti che bloccare progetti importantissimi per quella transizione energetica di cui abbiamo vitale bisogno e di cui tutti, politici, amministratori o ambientalisti, amano riempirsi la bocca va nella direzione opposta a quella che dovrebbe intraprendere un’amministrazione seria, lungimirante ed attenta alle problematiche ambientali.