A Torino ‘Le città dei diritti’. Presente anche il Comune di Fano
Assemblea di sindache, sindaci, amministratici e amministratori locali che si sono trovati a Torino per la “Città dei Diritti”, appuntamento organizzato dal Comune di Torino, Sindaco Stefano Lo Russo con la Rete Ready. Più di 130 i Comuni rappresentati, oltre 500 tra amministratori e rappresentanti di associazioni e politici di rilievo nazionale. Presenti i Sindaci dei grandi Comuni: Roberto Gualtieri Sindaco di Roma, Beppe Sala Sindaco di Milano, Gaetano Gualtieri Sindaco di Napoli, Matteo Lepore Sindaco di Bologna, Dario Nardella Sindaco di Firenze, Antonio Decaro Sindaco di Bari e Presidente Anci.
In rappresentanza del Comune di Fano, l’assessora alle Pari Opportunità Sara Cucchiarini: “Su invito della rete Ready di cui facciamo parte, insieme a tanti amministratori e amministratrici da tutta Italia per chiedere al parlamento di colmare un vuoto normativo che pesa sulle vite di molte persone – ha spiegato l’assessora – i figli e le figlie delle copie omogenitoriali, cioè con due mamme e due papà, non sono una cosa che sarà o potrebbe essere, ma qualcosa che c’è. L’esperienza quotidiana delle amministrazioni locali dimostra che esistono domande di tutela alle quali non si riesce a dare adeguata risposta. La vita familiare delle persone LGBTQ+ risulta, entro l’assetto normativo esistente nel nostro Paese, non ancora compiutamente riconosciuta, generando disparità di trattamento nel quadro degli stati dell’Unione europea. Sui sindaci e sulle sindache, in particolare, si concentrano sia le richieste di intervento per agire come ufficiali di stato civile nelle iscrizioni anagrafiche di figli e figlie delle coppie omogenitoriali sia le intimazioni delle autorità di governo a non farlo. Una situazione di intollerabile incertezza, generativa di ingiusta e dolorosa tensione sociale e umana.
Per Cucchiarini “l’incontro che si è svolto a Torino vuole indicare la necessità di agire e la direzione nella quale procedere. Abbiamo fiducia che l’interesse pubblico possa prevalere e che il nostro Paese possa finalmente colmare la distanza che, in tema di diritti civili, lo separa dai Paesi fondatori dell’UE”.