DA FANO A STAVANGER… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa sessantesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Luca Tomasetti, che dal 2017 vive a Stavanger in Norvegia.

Ciao Luca, come mai ti sei trasferito all’estero e qual è la tua attività?

<Principalmente la voglia di mettermi alla prova in ambienti a me non familiari, di conoscere nuove culture e nuovi modi di vivere e pensare. Posso essere definito un “cervello in fuga” (ndr risata), dato che al momento sono all’ultimo anno di un dottorato di ricerca in intelligenze artificiale all’Università di Stavanger>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Mi sono trasferito nell’estate del 2017 a Stavanger, che sorge nella costa sud-ovest norvegese in prossimità di cinque laghi e tre fiordi. E’ considerata la capitale del petrolio in Europa, per cui è molto ricca oltre ad essere una delle municipalità più antiche del Paese ed a vantare nei suoi pressi tracce della presenza di insediamenti umani risalenti a circa 10 mila anni fa. E’ però poco più grande di Pesaro, quindi decisamente non una metropoli, nonostante sia la quarta città più popolata di Norvegia>.

Cosa ti manca di Fano?

<Mi mancano soprattutto la mia famiglia ed i miei amici>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Fortunatamente non ho avuto problemi di sorta, al contrario di altre persone che ho conosciuto. Ho un gruppo di amici sia internazionali che locali che mi fanno sentire particolarmente a mio agio, quindi mi reputo veramente fortunato al riguardo>.

C’è qualcosa che porteresti dalla Norvegia?

<I fiordi norvegesi e la natura in generale: una visione mozzafiato che non stanca mai. Come non mi stancherei mai di fare un trekking in mezzo alla natura ed ai fiordi, che rendono la Norvegia unica>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un norvegese?

<Sicuramente diversi posti, considerato che la città di Fano è così diversa dallo standard norvegese. Ma se dovessi sceglierne tre, direi la Rocca Malatestiana, l’Arco di Augusto e l’ex Chiesa di San Francesco>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<Due su tutti: Preikestolen e la città vecchia. Il primo perché è una famosissima escursione, relativamente semplice, per ammirare uno dei più bei fiordi da un punto panoramico stupendo. La città vecchia è invece una piccola zona di un paio di vie, vicino al porto, con una serie di case centenarie della stessa architettura e coi medesimi colori che ricordano molto un vecchio villaggio di pescatori. Entrambi sono luoghi piuttosto suggestivi, ed ogni volta che qualcuno viene a trovarmi portarceli è d’obbligo>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Fondamentalmente quella norvegese è una cucina povera, però ci sono due piatti che mi sono veramente piaciuti: Fiskesuppe e Ribbe. La Fiskesuppe è una zuppa cremosa a base di pesce, semplice ma alquanto saporita; il Ribbe è un piatto tipico natalizio, una pancetta di maiale al forno con carne tenera e crosta croccante: un’autentica delizia>.

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