SEUN KUTI: A FANO JAZZ BY THE SEA È TEMPO DI BLACK MUSIC

La XXXI edizione di Fano Jazz By The Sea si appresta a chiudere i battenti, ma prima che cali il sipario, passando il testimone a Terre Sonore con la festa-concerto di domenica 30 luglio alla Golena del Furlo di Acqualagna, il Festival riserva nella giornata di sabato 29 una delle proposte più spettacolari: il concerto alla Rocca Malatestiana (ore 21.30) di Seun Kuti con gli Egypt 80, ovvero l’ultima band che ha accompagnato il padre Fela, icona della musica africana.

Con Seun Anikulapo Kuti a voce, sax e tastiere, gli Egypt 80 schierano oggi Nicolas Timon Sébastien alla tromba, Sakelario Nicolas Julien al sax baritono, Fabrice Filaal sax tenore, Benhallak Mohammed Chérif Anis alla chitarra, Kunle Justice al basso elettrico e Mario Orsinet alla batteria, nonché le cantanti e danzatrici Balogun Cynthia Abimbola e Iyabo Folashade Adeniran.

Sempre nell’arco della stessa giornata di sabato 29, il Festival propone l’ormai abituale concerto del balcone (ore 18, Arco di Augusto) e Fano Jazz Byke The Sea, ovvero la biciclettata con accompagnamento musicale della Cargo Bugaloo Band! per il Centro Storico fino al Jazz Village. Alle 18.45 è quindi in programma alla Pinacoteca San Domenico, per Exodus – Gli echi della migrazione, il concerto del percussionista pesarese Peppe Consolmagno. Al Jazz Village, invece, l’Orchestra Mosaico terrà banco alle 19.45; finale alle 23, per Cosmic Journey, con i pugliesi Dervisci.

Seun Kuty (foto Johann Sauty)

Seun Kuti è figlio di uno degli artisti più influenti del XX secolo, Fela Kuti, “The Black President”, musicista e attivista nigeriano, inventore dell’Afrobeat. E come il padre, Seun lotta con la musica per l’affermazione del proprio popolo. Con lui, la storica formazione degli Egypt 80 – «la più infernale macchina ritmica dell’Africa tropicale» -, nome che Fela diede agli Africa 70 nel 1977, rifacendosi all’antica civiltà egizia. Fela Kuti è ora un’icona dell’Africa combattente che ritiene di potercela fare con le proprie forze e la propria cultura, contro l’ingiustizia, la corruzione, l’arroganza del potere. È questa la sensazione trasmessa anche dalla musica di Seun: «Voglio suonare l’afrobeat per la mia generazione – commenta l’artista – invece che ‘alzati e combatti’, il messaggio deve diventare: alzati e pensa!». Sassofonista e cantante, Seun Kuti cita fra i propri ispiratori Miles Davis, il musicista e poeta afro-americano Gil Scott Heron, i rapper Timbaland e Dr Dree, pur restando fedele allo spirito del padre. Nel proprio lavoro tiene conto della storia della black music degli ultimi anni, introducendo le inflessioni del rap e del new soul nel fragore della ‘locomotiva’ dell’afrobeat. In un’epoca in cui l’afrobeat viene sempre più riscoperto e citato in molteplici ambiti musicali moderni, dall’hip hop alla techno e a tutta la tropical music, Seun Kuti & Egypt 80 rappresentano l’autentica radice originale, ma rinvigorita da una giovane, contagiosa energia.

Peppe Concolmagno (foto Andrea Rotili)

Peppe Consolmagno riesce a fare musica in punta di piedi, insegue il suono, lo stana, lo inventa, lo danza, lo anima. Sembra cogliere il ritmo dalle vibrazioni nell’aria, perché c’è già, basta sentirlo. La sua voce e quella dei suoi strumenti che si costruisce da sé, è una voce sola, la voce di infinite voci. Ciò che colpisce della sua poetica è la consapevolezza della relazione intima tra suono e silenzio. Peppe Consolmagno riesce a creare architetture musicali capaci di svelare all’ascoltatore un universo sonoro che scorre dentro e fuori ciascuno di noi. Il suo è un concerto dove l’antico e il moderno, la tradizione e la modernità, la memoria e il futuro, camminano insieme.

L’Orchestra Mosaico nasce dalla volontà di un gruppo di musicisti che hanno seguito percorsi diversi di formazione in Italia e all’estero e sono attivi in compagini musicali che vanno dalle big band alle orchestre sinfoniche, da formazioni cameristiche a gruppi di musica popolare e di ricerca. Orchestra Mosaico è uno spazio di ricerca per l’insegnamento e l’apprendimento della musica, “giocando-suonando” con l’improvvisazione ed i linguaggi musicali che stanno alla base di tutta la musica contemporanea. Nel 2015 inizia un percorso sperimentale d’orchestra con bambini dai 6 ai 12 anni: l’anno dopo avviene l’incontro decisivo con Fano Jazz Network in occasione di un concerto tenutosi presso il Teatro di Cagli. Dal 2017 si svolgono i workshop del Campus Musicale all’interno del festival Fano Jazz By The Sea.

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