MUSICA ETERNA PER LA MENTE, LO SPIRITO E L’ANIMA

“The Shores of Infinity” è il quarto album del gruppo di spiritual jazz australiano Menagerie, guidato da Lance Ferguson, su Freestyle Records

Il gruppo australiano di 9 elementi Menagerie pubblica il quarto album “The Shores of Infinity”, allargando il raggio d’azione del suo suono verso uno stile ritmato e che guarda al futuro del jazz contemporaneo, ancorato nella tradizione del genere ma sfuggendo comunque alla facili categorizzazioni.

Menagerie è l’ensemble jazz di Melbourne fondato dal produttore, cantautore, chitarrista, DJ e artista discografico Lance Ferguson, che è anche la forza trainante di The Bamboos, Lanu, Rare Groove Spectrum e Machines Always Win.

A 2 anni dal loro ultimo “Many Worlds”, i Menagerie tornano con “The Shores of Infinity”, espandendo ulteriormente il loro suono nell’universo musicale, un’espressione lungimirante e ritmica del jazz contemporaneo, che si immerge nella tradizione ma in qualche modo sfida anche l’etichettatura di genere. La title-track vede l’alchimista californiano Thee Cosmic Poet dispensare saggezza sulla batteria ondeggiante e ipnotica di Felix Bloxsom, prima che l’intero brano raggiunga un climax epico con l’incendiario e apocalittico lavoro di sassofono tenore di Phil Noy. Il singolo “Kingdom” costruisce un groove con basso sinuoso, Fender Rhodes e fiati. La seconda sezione si apre con la magistrale tromba di Ross Irwin. Si tratta di Jazz-Funk contemporaneo dal vivo, influenzato in egual misura dalla musica del movimento Broken Beat di West London e da Roy Ayers e Donald Byrd.

In seguito, l’atmosfera allegra ed esaltante di “Earthrise” evoca una sensazione di gioiosa riflessione. Jazz modale eseguito con maestria dal virtuoso pianista Mark Fitzgibbon, il cui pedigree include esibizioni con artisti del calibro di Lee Konitz e Mark Murphy, oltre a far parte della house band delle leggendarie sessioni di Dingwalls Jazz-Dance di Gilles Peterson e Patrick Forge.
“Arrival” è una incursione di 9 minuti nel regno dell’afro-jazz, basata su una linea ostinata di pianoforte e basso il cui slancio spinge il bandleader Lance Ferguson in un esteso assolo di chitarra.
La progressione ciclica degli accordi di “Of” gira per creare un vortice musicale ossessionante. La melodia principale è enunciata dalla sezione fiati e poi ripetuta dal coro. Mark Fitzgibbon esegue un pesante assolo al Fender Rhodes prima che Phil Noy ritorni con un devastante assolo di soprano.
La chiusura dell’album, “Danieda’s Dance”, riporta l’intera formazione dei Menagerie, composta da 9 elementi, al classico formato di quartetto per una lunga escursione in modalità jazz 3/4. Ancora una volta il sassofonista Phil Noy fa schizzare il livello di intensità verso il rosso con un assolo di tenore che raggiunge costantemente l’apice, il tutto alimentato dall’infuocato lavoro di batteria di Felix Bloxsom.

“The Shores of Infinity” è pubblicato dall’etichetta Freestyle Records.

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