DA FANO A STOCCOLMA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa sessantasettesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Francesco Cecchini, che dal 2018 vive in Svezia.

Ciao Francesco, come mai ti sei trasferito all’estero e qual è la tua attività?

<Quando ho deciso di trasferirmi ero a caccia di nuove esperienze e avevo l’idea di migliorare l’inglese, non ero spinto da una necessità vera e propria ma mi stavo accorgendo che avevo il bisogno di mettermi in gioco e crescere culturalmente. Nel mio ultimo periodo in Italia mi sentivo un po’ stretto ed annoiato, così ho puntato un dito sulla cartina e per caso sono finito in Svezia con un biglietto di sola andata ed un’avventura piena di incognite davanti a me. Ora sono a capo di una sartoria per un noto marchio giapponese nella sede di Stoccolma e mi occupo di moda sostenibile>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Da 5 anni mi sono trasferito a Stoccolma, il cuore pulsante della Svezia. Una città veramente unica, perché, pur essendo una capitale, è a misura d’uomo. Divisa su isole, un po’ come Venezia, ha una qualità della vita altissima. È anche ricca di verde e unisce perfettamente modernità, storia e natura. Ovvio, il clima è differente con il sole anche di notte in estate e inverni freddi e nevosi. Io però sono un amante del freddo e questo non mi ha mai causato il minimo problema in inverno, mentre l’estate svedese è fantastica con un caldo asciutto ed una natura mozzafiato>.

Cosa ti manca di Fano?

<Di Fano ovviamente mi manca la possibilità di una cena spontanea con amici, il poter vivere vicino ai miei cari. Ma questa risposta direi che è scontata, quindi ti dico delle cose che quando torno mi fanno fare un tuffo nel passato, come il profumo delle cucine nei vicoli del centro, il suono delle campane allo scoccare dell’ora e il canto delle rondini, oltre ai sapori di dolci e piatti tipici per ogni festività dell’anno. Queste cose potrebbero sembrare banali, sono però quelle più impresse nella mia memoria e parte dell’identità preziosa italiana e fanese>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Inizialmente ci sono stati dei piccoli problemi per ambientarmi, come naturale che sia, un po’ per capire la cultura e il sistema. Non ho avuto comunque troppe difficoltà, a ora sono totalmente integrato nella società svedese. Pur mantenendo sempre la mia identità, non faccio di certo una vita ghettizzato in una comunità di soli italiani>.

C’è qualcosa che porteresti dalla Svezia?

<Di certo nulla in fatto di cibo, ma credo che un po’ della mentalità svedese possa essere un’ottima cosa. Il bello della Svezia è che le persone non si lamentano e, piuttosto che dire una cosa negativa, replicano con un sorriso. Aggiungerei poi il fika, ovvero la loro usanza di prendere caffè con dolcetti. Qui è un momento sacro, inserito anche durante l’orario di lavoro per concedersi qualche minuto di relax ed occasione per socializzare coi colleghi>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare uno svedese?

<Quando qualcuno in Svezia mi chiede informazioni su Fano chiaramente mostro loro le fotografie del centro storico, l’ex chiesa di San Francesco, l’eremo di Monte Giove e le panoramiche del mare, dato che forse l’attrazione principale per gli svedesi in vacanza è il clima estivo mediterraneo. Evitando, però, di far vedere la brutta copia del ponte di Calatrava (ndr risata). Di certo la ciliegina sulla torta per sorprenderli è il Carnevale e il getto di dolciumi della nostra tradizione: gli svedesi sono tra i più grandi consumatori di caramelle al mondo e per loro un evento di questo tipo non può che destare forte curiosità>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<I miei luoghi preferiti in Svezia sicuramente comprendono Stoccolma, la città vecchia e l’isola di Djugården, ma ci sono piccoli centri come Trosa e Gränna che hanno la loro storia e scorci veramente bellissimi. Ciò che amo di più però è navigare per l’arcipelago o viaggiare immerso nella natura della Svezia. Quando sono a casa al lago e la mattina mi sveglio presto, ho sempre lepri o cervi a darmi il buongiorno e la tranquillità e la pace che ti danno certi paesaggi è un vero toccasana. Senza pensare alla possibilità di vedere l’aurora boreale, che è la cosa più bella che io abbia visto in Scandinavia, uno spettacolo che consiglio a tutti di vedere almeno una volta nella vita>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<A questa domanda rispondo con una soluzione pratica: se volete avere un primo assaggio dei piatti della Svezia, vi consiglio di fare un salto da Ikea. Lì potrete quantomeno trovare quello tipico per eccellenza, le Köttbullar, cioè le polpettine svedesi. Anche i Semla, che sono dei dolci con panna e pasta di mandorle racchiusi in una brioche al cardamomo, le Kanelbulle, note pure come Cinnamon Rolls, alla cannella, ed i Lussekatter, dei dolcetti allo zafferano che vengono preparati in occasione di Santa Lucia. Tutti assolutamente da assaporare, anche perché non si può dire di aver provato la cucina svedese se non si è mai fatto un fika!>.

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