Giombi nel mirino, Seri: “Il digitale è reale, servono nuovi protocolli per tutelare i cittadini”
“Il recente episodio che ha visto il preside Giombi bersaglio di minacce e insulti tramite offese su chat e social network ha colpito la nostra comunità”.
Lo riferisce il sindaco Seri facendo una riflessione sulla gravità di questo episodio: “Ad essere grave è che dietro la denuncia di Giombi, le autorità competenti non siano riusciti ad avere accesso ai dati per risalire al mittente per la sua identificazione. Una falla grave nel sistema. Quanto accaduto rappresenta un attacco alla nostra libertà e una minaccia alla difesa della nostra privacy e della nostra identità, così da minare anche i valori di rispetto e civiltà su cui si fonda la nostra società. È una prova tangibile della forza distruttiva che gli strumenti tecnologici possono esercitare quando sono utilizzati come armi di violenza. Allora, è urgente attivare una attività di prevenzione che si declina con azioni che proteggano la nostra comunità da simili attacchi. E’ necessario proporre un programma di sensibilizzazione sulla sicurezza digitale e sul rispetto online nelle scuole.
Questa nuova educazione deve partire dagli istituti scolastici non solo con l’obiettivo di responsabilizzare i nuovi cittadini ma aprirsi a genitori e insegnanti, in modo da promuovere una cultura di rispetto e responsabilità nell’uso della tecnologia. La tecnologia appunto dovrebbe essere un mezzo per facilitare la comunicazione e lo scambio di idee, pertanto dobbiamo evitare che diventi un’arma sempre più feroce nelle mani di coloro che cercano di seminare discordia e paura. Dobbiamo lavorare insieme per sviluppare protocolli efficaci e capaci di rispondere prontamente a segnalazioni di abusi e violenze online. In questo senso è incoraggiante il fatto che l’Ue voglia utilizzare anche l’intelligenza artificiale per integrare il suo scudo informatico a protezione delle infrastrutture e dei settori critici dalle minacce. Invito, tutti i cittadini a segnalare eventuali comportamenti sospetti o dannosi e sostenendo le vittime di cyberbullismo. Solo lavorando insieme possiamo creare un ambiente online e offline sicuro e rispettoso per tutti. Il digitale è reale. Le parole possono essere un’arma perché vengono colpite persone in carne e ossa”.