“L’Altra Montagna” e “IT.A.CÀ” a Cantiano Fiera Cavalli 2024

Politiche dal basso per uno sviluppo sostenibile del Monte Catria

Premiato dall’Organizzazione Mondiale del turismo dell’ONU per l‘eccellenza e l’innovazione nel turismo: IT.A.CÀ, IL PRIMO E UNICO FESTIVAL IN ITALIA SUL TURISMO RESPONSABILE, invita a scoprire luoghi e culture in maniera responsabile e inclusiva e per lanciare un’idea di turismo più etico e rispettoso dell’ambiente e di chi ci vive.

Il tema del Festival quest’anno è RADICI IN MOVIMENTO  Dove mai andiamo? Sempre a casa” (cit.) Novalis. Radici in movimento: non solo il recupero delle proprie radici, per chi discende da esperienze familiari migratorie, ma anche saper accogliere nuove radici sul territorio in cui si risiede, riscrivendo continuamente gli equilibri dei nostri ecosistemi. Poiché il territorio di riferimento non è più necessariamente quello in cui nasciamo, ma è dove decidiamo di mettere radici con la possibilità di toglierle nel momento che decidiamo di spostarci nel mondo; ci capita di mettere radici anche in luoghi non scelti, ma in cui ci ritroviamo a viverci.

La Tappa Monte Catria coordinata dal Birrificio del Catria rappresenterà la proposta OUTDOOR di CANTIANO “FIERA CAVALLI(4 e 5 maggio 2024), l’evento trentennale protagonista a livello nazionale dedicata al Cavallo del Catria, l’unica razza autoctona delle Marche, risalente all’anno 1000, che per la sua spiccata attitudine al lavoro e all’allevamento allo stato brado risulta particolarmente adatto al Turismo Equestre.

Tra più dei 20 eventi in programma, spicca la presentazione de “L’Altra Montagna”, quotidiano on-line tutto dedicato alle tematiche legate alla montagna e alle terre alte.

A raccontare di questo nuovo progetto editoriale, uscito a gennaio e che tanto seguito sta avendo sul  territorio nazionale, sarà Luigi Torreggiani, dottore forestale e firma del giornale che si avvale della collaborazione di figure di prestigio del mondo scientifico, delle scienze umane e dell’impegno civile

“L’Altra Montagna” si basa su un proprio manifesto di nove punti, che tocca questioni essenziali come il cambiamento climatico, il turismo, le politiche per le terre alte, cercando di smontare “verità da cartoline” e approcci ideologici che, in questo complesso periodo storico ,ostacolano più che mai serie ed efficaci visioni e politiche di medio e lungo termine.

Ma perché “L’Altra Montagna” a Cantiano Fiera Cavalli? Perché in un panorama comunicativo e politico spesso infarcito di stereotipi e con una visone idilliaca delle terre alte (i gerani sui balconi, la neve per sciare, la natura selvaggia, i paesaggi per i selfie ecc) questo progetto editoriale cerca di raccontarne la complessità e le sfide quotidiane. Portando la voce, la visione e i problemi di chi in montagna abita e non solo ci va per turismo. Promuovendo una visione di turismo basato sulla diffusione e non sulla concentrazione, sui piccoli numeri invece che sui grandi. Contrastando la mercificazione e la prospettiva di montagna “invasa” dai turisti come unica via. Ricordando che le terre alte sono un luogo abitato, e non solo uno spazio di wilderness per i cittadini o un perfetto scenario per le avventure social.

Di particolare interesse per il comprensorio del Monte Catria è tutto il lavoro di inchiesta e narrazione sul turismo: dalla critica ad un ormai insostenibile “industria della neve” a proposte ed esempi per far dell’economia turistica un’opportunità e non una condanna. E l’approccio legato alla gestione forestale, che con l’ospite Luigi Torreggiani avrà particolare spazio nella presentazione cantianese: la gestione dell’ecosistema forestale, risorsa importante per le comunità locali, vista con approccio scientifico e senza dogmi, verso la ricerca di un equilibrio ecosistemico tra necessità e doveri.

La presentazione de “L’Altra Montagna” sarà un momento importante per far crescere il dibattito pubblico del territorio. Le sfide dei tempi attuali, ancora più grandi nelle terre alte che si spopolano e dove il cambio climatico colpisce duro anche con eventi estremi come l’alluvione di settembre 2022, richiedono idee e prospettive. Perché, come scritto anche nello stesso Manifesto del quotidiano, le terre montane possono essere non più solo luoghi della sconfitta e dei vinti ma luoghi dell’auto-rinnovamento e della possibilità.

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