DA FANO A NIZZA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa settantanovesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Luca Mariotti, che dal 2010 vive in Francia.

Ciao Luca, come mai hai deciso di andare a vivere all’estero e qual è la tua attività?

<Per rispondere a questa domanda, devo fare una premessa: sin da piccolo ho capito che volevo fare il musicista. Dopo tre anni di corsi musicali nella banda cittadina di Fano ho intrapreso il percorso classico del conservatorio e ad 11 anni mi sono iscritto alla classe di clarinetto a Pesaro. A partire dai 14 ho anche iniziato a suonare la tastiera affascinato dalla musica rock degli anni ’70, come quella dei Pink Floyd, dei Deep Purple, della PFM, ecc. Più tardi ho fatto parte di diversi gruppi locali, portando avanti in parallelo due passioni musicali molto diverse. Da un lato il mondo classico, in cui la mia carriera principale si stava sviluppando positivamente partecipando pure a tournée e rappresentazioni d’opera in Italia, Germania e Spagna con diverse orchestre italiane; dall’altro il mondo del rock, che mi intrigava profondamente e che vivevo con i miei amici più stretti pur non offrendomi alcuna sicurezza. Perché questa premessa? Perché è qui che si trova il bivio che mi ha spinto a trasferirmi all’estero. Ricordo ancora il giorno in cui mi contattò il cantante degli Odessa e mi disse: “Luca! Mi ha chiamato Laurent James, il chitarrista francese dei Lord of Mushrooms. Sta cercando un tastierista, un cantante e un batterista per comporre e incidere un nuovo album e organizzare una tournée mondiale. Ti andrebbe di provare?”. L’idea di far parte di un gruppo che scrivesse musica originale, con una casa discografica, un album da incidere e una tournée da organizzare, mi fece sognare! Laurent venne a Fano per fare un’audizione a me, il batterista del mio gruppo e il cantante degli Odessa. Una settimana dopo mi richiamò per comunicarmi che sarebbe stato felice se io e il batterista avessimo partecipato al suo progetto, così iniziammo una collaborazione. Ogni mese passavamo una settimana a La Turbie, vicino a Montecarlo, dove viveva Laurent. Fu un periodo incredibile: le prove andavano alla grande, le composizioni prendevano forma. Recandomi spesso in Francia, ho iniziato a conoscere persone, a scoprire lo stile di vita della zona e a imparare il francese, soprattutto frequentando Nizza. Nel 2008 partecipammo ad un festival a Pechino, davanti a 5000 persone. Tornati in Europa eravamo ancora più motivati e l’idea di trasferirmi si faceva sempre più concreta. Nel marzo 2010 ho fatto il grande passo e mi sono trasferito in Francia. L’album è uscito poi nel 2012, ricevendo tantissime recensioni positive. Ho anche collaborato con le opere di Nizza, Montecarlo e Antibes come musicien pupitreur, gestendo in tempo reale i sottotitoli in francese delle opere italiane. Dal 2013 ho quindi iniziato a suonare pure il sassofono tenore e, al giorno d’oggi, sono coinvolto in diversi progetti musicali, sia di composizione che di cover. Tuttavia, il mio progetto principale, quello che mi permette di vivere, è con i The Presidents, un gruppo di strolling (ovvero una band ambulante) composto da sassofono, chitarra, contrabbasso e batteria. Suoniamo e cantiamo completamente in acustico, riproponendo i brani più famosi di ogni epoca, passando tra generi e lingue (inglese, francese, italiano, spagnolo, portoghese). Le nostre performance si svolgono nei ristoranti, hotel di lusso, matrimoni ed eventi privati, principalmente in Costa Azzurra, ma anche in Italia e in altre parti del mondo>.

 

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Quando mi sono trasferito ho vissuto inizialmente a La Turbie per due anni e mezzo, poi iniziò un periodo di trasferimenti a raffica in diverse città come Roquebrune-Cap-Martin, Monaco è più volte a Nizza in vari quartieri della città, fino a quando ho trovato la casa che più mi si addice, vicino Place Garibaldi, zona centralissima tra la vecchia città e il porto. La zona è incredibile dal punto di vista geografico e climatico: una laguna circondata dalle Alpi che creano un microclima unico. È una delle poche aree al mondo dove, nello stesso giorno, puoi andare a sciare e poi rilassarti in spiaggia al mare! In generale, qui ci sono sempre 4°C in più rispetto a Fano. I mesi più freddi sono gennaio e febbraio, periodo durante il quale ne approfitto per partire in vacanza ai tropici, dedicandomi ad altre mie passioni come il viaggio e le immersioni subacquee, evitando così la parte più fredda dell’anno. Tornando a Nizza, è una città che ricorda molto l’Italia. D’altronde, è stata parte del Regno di Savoia e, anche se per poco tempo, della Contea di Genova. È la classica città di mare, con tanto turismo durante tutto l’anno, grazie ai numerosi eventi che si svolgono in Costa Azzurra. Nizza beneficia infatti anche del turismo portato dal Festival di Cannes e dal Gran Premio di Montecarlo, dato che spesso i turisti preferiscono alloggiare qui, perché, pur essendo una città cara, è meno costosa rispetto alle altre due località. Essendo figlio di un carrista storico di Fano, Ruben Eugenio Mariotti, non posso fare a meno, inoltre, di citare il famoso Carnevale di Nizza. È molto bello e colorato, con le tradizionali battaglie di fiori e i numerosi carri che sfilano sul lungomare della Promenade des Anglais, un evento che ricorda un po’ il Carnevale di Fano>.

Cosa ti manca di Fano?

<Dopo il trasferimento la cosa che mi mancava di più erano la mia famiglia e i miei amici. Con il passare del tempo, tante cose cambiano, eppure queste sono quelle che continuano a mancarmi di più, per fortuna miei genitori vengono spesso qui a Nizza, visto che ora sono entrambi in pensione, a volte fanno anche lunghi soggiorni per passare un po’ di tempo con i loro figli dato che vive qui anche mio fratello. E comunque, per tradizione a Natale si torna sempre a Fano, perché in fondo che cos’è un Natale senza cappelletti?!>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Un po’ la barriera della lingua all’inizio, non avendo mai studiato francese a scuola. Un grande aiuto me lo ha dato Laurent, che parlando benissimo italiano mi faceva da traduttore e potevo chiedergli qualsiasi cosa per imparare meglio. Per cercare di memorizzare parole ed ampliare il mio vocabolario guardavo lo stesso film o serie più volte e in diverse lingue, con diversi sottotitoli. Ora posso dire che il francese è la mia seconda lingua! Sempre all’inizio ho incontrato delle difficoltà lavorando al di fuori del mio campo, perché per guadagnare da vivere ho dovuto fare qualche lavoretto. Tramite delle agenzie trovavo lavori dai due ai tre giorni, a volte più, tipo andare a montare palcoscenici a Cannes per eventi VIP del Festival o a Montecarlo per il Grand Prix>.

C’è qualcosa che porteresti dalla Francia?

<Diciamo che qui a Nizza a livello musicale è tutto più facile: trovare una band, fare concerti, fare Jam sessions. Forse è proprio questo che porterei a Fano, più musica!>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un francese?

<Il Pincio col suo Arco d’Augusto, le mura di cinta che circondano la città, la Rocca Malatestiana… Abbiamo così tanta storia a Fano che a volte non ce ne rendiamo conto e sono sicuro che i francesi apprezzerebbero molto questi luoghi. Li porterei senz’altro al mare alla Sassonia, poi al Lido e più tardi magari un bel giro a Monte Giove, per fargli ammirare il paesaggio dei nostri dintorni>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<La Francia è grandissima, ma per fortuna ho avuto modo di visitarla sin da piccolo grazie ai miei genitori che mi portavano in vacanza con il camper. Ci sono posti bellissimi come la Bretagna, la Normandia, le Alpi, la Loira, Parigi, la Costa Azzurra e tutto il sud con la Camargue, la Provenza, Marsiglia e tanti altri… E’ veramente difficile decidere tra tutti questi! Qui a Nizza e dintorni ci sono dei posti spettacolari a livello naturale, siamo praticamente ai piedi delle Alpi e quindi si possono percorrere molte strade di montagna con i loro relativi paesaggi. Una delle strade che collega Montecarlo a Nizza, chiamata Moyenne Corniche, percorre la montagna a mezza altezza e ci sono diversi punti di osservazione dai quali ammirare un paesaggio mozzafiato della costa dall’alto col mare azzurro illuminato dal sole! Molto belle sono anche le altre sue strade panoramiche, la “Grande Corniche”, ancora più alta, e la Basse Corniche, che costeggia il mare. Per i meno romantici c’è invece l’autostrada! (ndr risata). A me piace parecchio la Réserve, la zona dove vado al mare, tra le rocce e un’acqua cristallina, con sullo sfondo il porto e la laguna della Promenade des Anglais di Nizza. I primi anni ci trovavo soltanto gente locale ed era veramente fantastico, ora in estate pullula di turisti e questo affollamento può infastidire. La cosa bella è che, grazie al clima, se a Nizza c’è il sole puoi andare al mare in qualsiasi mese!>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Premesso che a me piace molto cucinare, da quando sono piccolo quando guardavo le mie due nonne oppure i miei genitori preparare pasti che mi facevano venire l’acquolina in bocca. Prendo spesso in giro i francesi, che si vantano tanto di aver la miglior cucina del mondo. In realtà tutto quello che il mondo conosce a livello culinario e derivante dalla cultura francese sono le omelette, e io li stuzzico dicendogli che è soltanto una frittata, oppure le patatine fritte, le famose french fries, chiamate così nel mondo anche se i nostri amici belgi rosicano perché le hanno inventate loro! (ndr risata). Qui in zona, in verità, anche il cibo è di stampo italiano, e le varie ricette, che siano nizzarde o di Montecarlo o di Mentone, ricordano tantissimo le ricette italiane. Ci sono i ravioli e gli gnocchi, fanno anche una torta di bietole davvero buona, sia dolce che salata, come pure dei mini bignè fritti salati con dentro gli spinaci, chiamati Barbajouan. Nizza possiede poi tantissime ricette e piatti tipici: la Socca, in pratica una derivata della Farinata genovese o della nostra Cecina. Il Pan Bagnat, altra similitudine col nostro dialetto! È un panino bagnato con l’acqua dei pomodori, l’aceto, l’olio, il sale, il pepe e farcito in seguito con tonno, acciughe, insalata, olive, capperi, pomodori, peperoni e uova: una bomba, insomma, ma buonissimo! E’ inoltre rinomata in tutto il mondo la classica insalata Nizzarda, che sostanzialmente contiene gli stessi ingredienti del pan bagnat. La cosa che la distingue dalle altre insalate è il tipo di insalata stessa, che qui chiamano Mesclun. Un’altra ricetta, che mi ricorda molto una di quelle che mi preparava mia madre a Fano, sono le verdure farcite o verdure ripiene. Un altro piatto locale che consiglierei è la Daube Niçoise, uno stufato di carne di manzo o di cinghiale, che la gente locale, ad esempio, ha l’abitudine di mangiare con i ravioli. Per concludere non posso dimenticarmi dei famosi formaggi francesi, da degustare con una baguette calda sorseggiando un buon vino provenzale!>.

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