DA FANO A NEW YORK… AMICI SENZA FRONTIERE…
Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa ottantaduesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Elisa Arceci, che dal 2016 vive negli USA.
Ciao Elisa, come mai hai deciso di andare a vivere all’estero e qual è la tua attività?
<Dopo aver conseguito la laurea triennale in Biotecnologie all’Università di Urbino, nella sede di Fano, ho deciso di trasferirmi a New York per seguire il cuore. Mio marito, all’epoca fidanzato, si era trasferito lì nel 2012 e, dopo quattro anni di relazione a distanza, l’ho raggiunto per iniziare una nuova avventura assieme. Ho studiato inglese e superato i test di ammissione per l’università, poi con tanta determinazione ho completato un Master in Biotecnologie alla Columbia University. Dopo alcune esperienze lavorative ho scelto di proseguire gli studi intraprendendo un dottorato in Scienze Biomediche, con un focus sulla biologia del cancro. Concluderò il programma entro la fine di questo 2025 e mi preparerò a iniziare un post-dottorato, col sogno di poter tornare a Fano ed aprire un laboratorio di ricerca specializzato in terapie personalizzate per la cura del cancro>.
Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?
<Vivo a New York da quasi nove anni ed ho trascorso i primi quattro a Brooklyn, che ho amato molto per la sua atmosfera residenziale e creativa. Dal 2020 sto a Manhattan, nell’Upper East Side, un quartiere che offre un perfetto equilibrio tra tranquillità e vivacità, con tanti ristoranti e bar, e la bellezza di essere a due passi da Central Park. È meraviglioso poter staccare dalla frenesia della città e ritagliarsi momenti di relax immersi nel verde. Una delle
particolarità di New York è proprio questa: la possibilità di passare in pochi minuti dal caos urbano alla natura. Inoltre, è una città che non dorme mai: supermercati, farmacie e trasporti pubblici funzionano 24 ore su 24. E una curiosità simpatica: ci sono così tanti ristoranti che, per provarli tutti, servirebbero circa 22 anni!>.
Cosa ti manca di Fano?
<Mi mancano la famiglia, le persone e quel senso di comunità che solo una città come Fano riesce a trasmettere. Qui a New York è tutto più frenetico e impersonale. A Fano, invece, ci si sente parte di qualcosa e si vive con ritmi più sereni. Mi mancano anche il cibo genuino, i sapori di casa e, ovviamente, il mare, che è sempre stato per me un punto di riferimento, un luogo dove rilassarmi e sentirmi a casa>.
Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?
<Sì, i primi tempi sono stati complicati. New York è una città immensa e le distanze da percorrere per andare
all’università o al lavoro sono notevoli. La gente poi è sempre di corsa e non è facile stringere amicizie vere. Ci si può sentire soli, anche in mezzo a milioni di persone>.
C’è qualcosa che porteresti dagli USA?
<Porterei con me la libertà che si respira qui a New York: la possibilità di esprimersi per come si è, senza paura di essere giudicati. È una città che abbraccia la diversità in tutte le sue forme e questo crea un senso di accettazione molto forte. Mi piacerebbe portare un po’ di quella apertura mentale, per incoraggiare più libertà individuale e meno giudizio>.
Quali posti di Fano pensi possano affascinare uno statunitense?
<Il centro storico con le sue bellezze architettoniche romane, la Rocca, il mare e le viste mozzafiato dalle colline di Monte Giove. C’è una magia in questi luoghi che incanta chiunque venga da fuori>.
Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?
<Uno dei miei posti preferiti è il North Woods, nella parte nord-occidentale di Central Park. È un angolo nascosto che sembra un vero bosco: alberi fitti (così tanto da non riuscire a vedere i grattacieli), piccole cascate, sentieri immersi
nella natura. È anche una riserva naturale per uccelli, perfetta per gli appassionati di birdwatching. Spesso si incontrano persone con binocoli e teleobiettivi che condividono con entusiasmo le loro osservazioni. Un altro luogo che amo è il West Village, nel cuore di Manhattan. Mi piace passeggiare tra i suoi edifici storici, che raccontano la città, e perdermi tra i suoi ristoranti e negozi caratteristici>.
Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?
<Sicuramente un classico brunch americano con Bagel (una ciambella di pane morbido prima lessata e poi cotta in forno) farciti con salmone e formaggio spalmabile, hamburger accompagnati da milkshake, o un panino con Pastrami (carne affumicata e speziata tipica della tradizione ebraico-americana). Come dolce proporrei la Babka, una torta di origine dell’Europa dell’Est, molto amata a New York, fatta con impasto lievitato e ripieno di cioccolato o cannella. Un mix di sapori che racconta bene la multiculturalità di questa città>.