DA FANO A MARSIGLIA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa ottantottesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Tommaso Curzi, che dal 2023 vive in Francia.

Ciao Tommaso, come mai hai deciso di andare a vivere all’estero e qual è la tua attività?

<Sin da quando ero bambino, avevo in testa l’idea di trasferirmi all’estero. Ricordo che quando ho scelto di studiare all’alberghiero, il mio obiettivo era quello di finire gli studi e partire per l’Australia: mi affascinava il fatto che, lì, molti australiani non cucinano spesso a casa e preferiscono andare al ristorante o ordinare da asporto. L’idea di lavorare in un contesto così diverso, mi incuriosiva molto. Alla fine della giostra, però, in Australia non sono mai andato, anzi, sono finito dalla parte opposta. Ho lasciato l’Italia per la prima volta per trasferirmi a Vancouver, a cavallo del 2019 e del 2020, ma a causa della pandemia di COVID-19 sono dovuto ritornare. Poi ho avuto alcune esperienze stagionali tra Sicilia, Svizzera, Germania e Parigi, dove ho conosciuto mia moglie. Per adesso abbiamo scelto di stabilirci a Marsiglia, compromesso tra me che volevo abitare in una grande città e lei che voleva abitare vicino al mare. Attualmente lavoro come pizzaiolo in un food court della città, vicino al Vieux -Port>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Da due anni vivo a Marsiglia, una città molto viva, multiculturale e accogliente, con un’energia unica. Mi piace perché è sul mare, ma allo stesso tempo piena di vita, di contrasti, di profumi e sapori. Ha un’anima mediterranea che mi ricorda un po’ l’Italia, però con un carattere tutto suo, molto diretto e autentico. La cucina e il contesto marsigliese sono incredibilmente vari, grazie alla sua storia e alle tante comunità che la abitano. È questo che dà la sensazione di vivere nel mondo intero: la varietà di cucine, le spezie che profumano le strade, le lingue diverse che si sentono nei mercati, i volti e le storie che si intrecciano ogni giorno. A livello culinario puoi trovare davvero di tutto: dalla classica brasserie francese ai piatti tipici dei Paesi del Nordafrica, fino ai ristoranti asiatici o di altre cucine del mondo. E anche dentro casa viviamo un’esperienza culinaria “del mondo”: mia moglie è nata in Guadalupa ed è di origini indiane, quindi la nostra tavola è spesso un mix di culture e sapori diversi. È un viaggio gastronomico continuo, che arricchisce ogni giorno la nostra quotidianità>.

Cosa ti manca di Fano?

<Mi manca il mare di casa, quello dove sei cresciuto e che conosci in ogni stagione. Mi manca la tranquillità di una città a misura d’uomo, le passeggiate in centro, i volti familiari, gli amici e ovviamente la famiglia. E poi… certi sapori che solo a Fano si trovano! A volte mi manca anche il fatto di non trovare facilmente alcuni prodotti italiani per cucinare in casa, ma alla fine ci si adatta con quello che offre il mercato locale e questo permette anche di scoprire ingredienti nuovi e combinazioni diverse. Detto questo, Marsiglia non è poi così lontana, e ormai, con le nuove tecnologie, siamo distanti giusto il tempo di una videochiamata. Quando vivevo in Canada era decisamente più complicato, soprattutto per via della differenza di fuso orario>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<All’inizio c’è stato un piccolo periodo di adattamento, come in ogni città nuova. Marsiglia, rispetto a città come Vancouver o Parigi, è molto più calma e facile da vivere, anche nel ritmo quotidiano. Lavorando nella ristorazione ho avuto la fortuna di conoscere tante persone di diverse culture e questo mi ha aiutato molto a integrarmi ed a sentirmi parte della città. Devo anche ringraziare mia moglie, che mi ha aiutato tantissimo con la lingua. Dall’inizio della nostra relazione comunicavamo con un misto di inglese e francese, ma una volta arrivato qui in Francia mi sono impegnato al 100% per migliorare il mio francese e sentirmi davvero inserito nella vita quotidiana. È stato un percorso naturale, però molto arricchente>.

C’è qualcosa che porteresti dalla Francia?

<Porterei la loro capacità di godersi i momenti semplici, come un caffè al sole o un pranzo tranquillo la domenica. In generale, qui si dà molta importanza al tempo libero e alla qualità della vita. Si lavora per vivere, non il contrario. È un equilibrio che apprezzo molto e che ritengo farebbe bene un po’ a tutti>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un francese?

<Credo che un francese resterebbe affascinato da Fano per la sua autenticità. È una città tranquilla, accogliente e con un’atmosfera tutta sua, dove si vive bene e senza stress. Il centro storico, la Rocca Malatestiana e le mura romane raccontano una storia che si percepisce ad ogni passo. Penso che i francesi apprezzerebbero molto anche la nostra cucina, semplice ma genuina, la convivialità che si crea a tavola ed il modo in cui viviamo il mare, in maniera naturale e quotidiana, non solo d’estate. Fano ha quel fascino discreto che conquista poco a poco, proprio come certi vini buoni che vanno gustati con calma>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<A Marsiglia amo il Vieux-Port, dove si respira davvero l’anima della città, e le Calanques, che sono un paradiso naturale a due passi dal centro. Mi piace anche passeggiare nei quartieri popolari come Noailles o Le Panier, dove si mescolano profumi, lingue e culture diverse. È in quei luoghi che capisci cosa rende Marsiglia così speciale. Chi vuole farsi un’idea più diretta della mia vita quotidiana qui può seguirla anche sul mio profilo Instagram @il_ciccio87, dove condivido momenti di lavoro, piatti e scorci della città che ormai sento casa>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Sicuramente la Bouillabaisse, la celebre zuppa di pesce simbolo di Marsiglia, ricca, profumata e dal sapore intenso. Poi la Tapenade, fatta con olive, acciughe e capperi, perfetta da spalmare su del pane croccante, e la Pissaladière, una sorta di focaccia con cipolle, acciughe e olive che ricorda le nostre tradizioni mediterranee. Farei assaggiare anche alcune specialità locali come la Navette, un biscotto tipico a forma di barca, profumato ai fiori d’arancio, o l’Aïoli, una salsa a base d’aglio servita con verdure e pesce bollito. E naturalmente non mancherebbe un bicchiere di Pastis, il famoso aperitivo marsigliese, per completare l’esperienza. Viceversa, porterei a far gustare la moretta qui a Marsiglia per far scoprire ai francesi un piccolo ma autentico pezzo della nostra tradizione fanese>.

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