DA FANO A SHANGHAI… AMICI SENZA FRONTIERE…
Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Raggiunti in vacanza, o per motivi di lavoro. Da parenti, amici di vecchia data, o sconosciuti concittadini. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. Stavolta abbiamo il piacere di ospitare Luigi Tarini, che ha fatto di Shanghai la sua seconda casa inserendosi alla grande in una realtà assai diversa dalla nostra.
Ciao Luigi, che lavoro fai?
«Lavoro per la Biesse di Pesaro, ricoprendo il ruolo di Direttore dell’ufficio di Shanghai e di Product Manager».
Quale molla ti ha spinto a trasferirti?
«Ho sempre pensato di andare all’estero per accelerare la mia crescita professionale, ma sono stato spinto anche dalla curiosità e dalla voglia di viaggiare. Una volta qui mi sono poi accorto che mi piaceva viverci, così sono rimasto e sinceramente non ho ancora deciso se e quando rientrare in Italia».
Come ti ci trovi?
«Frequento l’Asia dal 2006 e sto in Cina dal 2008 e sono soddisfatto nel confermare come sia vero che vivere e lavorare all’estero ci arricchisca, dandoci l’opportunità di confrontarci con altre culture, usi e costumi. Io comunque sono una persona che si adatta facilmente e questo mi ha aiutato moltissimo. Col tempo inoltre ti abitui a certi loro comportamenti per noi quantomeno inusuali se non strani, tipo tenere la maglietta sopra la pancia o cercare sempre di negoziare e mediare anche in ambito lavorativo. E alcune abitudini finisci per farle tue, vedi portare le bacchettine da casa da usare al ristorante o mangiare solo cibi in scatola».
Quali sono state le maggiori difficoltà iniziali?
«La prima difficoltà è la lingua, anche se non è così complicata come si può credere. Inizialmente ci si scontra poi col modo di interagire dei cinesi con le altre persone, assai più formale di quello italiano».
Cosa ti manca di Fano?
«Ovviamente la famiglia e gli amici, ma anche il nostro mare!».
Ad un cinese quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?
«I cinesi sono innamorati del nostro Paese e penso che anche Fano possa rientrare alla grande nei loro gusti. Abbiamo un magnifico centro storico e un entroterra da scoprire, concludendo il tutto con una bella mangiata di pesce».
Quali sono invece i tuoi posti preferiti a Shanghai?
«Ahimè viaggio tanto per lavoro e poco per turismo qui in Cina. Ho però uno splendido ricordo del famoso Esercito di Terracotta e delle città di Xi’an e Lijiang. Vorrei fare la cosiddetta “Via della Seta”, ma non ho ancora deciso quando. Lì ci sono da visitare Kashgar e Dunhuang, con le loro affascinanti grotte ed i Buddha scavati nella roccia».
Cosa porteresti dalla Cina a Fano?
«I tavoli rotondi dei ristoranti, da 8-10 persone. Li trovo migliori delle nostre tavolate, dove puoi parlare giusto con le 3 o 4 più vicine a te».
Quante volte ritorni?
«Riesco a tornare una o due volte all’anno. Purtroppo la Cina ha dei periodi di vacanza diversi dai nostri, per cui le ferie vanno programmate con cura per evitare di esser tempestato di chiamate e mail di lavoro».
Ti capita di incontrare altri fanesi che risiedono lì o di ricevere visite dall’Italia?
«A Shanghai si è costituito il gruppo dei Shanghigiani, cioè dei marchigiani a Shanghai. Di Fano però sono l’unico a farne parte, sebbene mi sia capitato di incontrare altri fanesi e con alcuni di essi mantenga anche contatti. In questi anni ho ricevuto diverse visite di amici dall’Italia, soprattutto all’inizio. E’ sempre un piacere che qualcuno venga a trovarti fino a qui, perché il viaggio è lungo e costoso e va programmato per tempo ed attenzione».