AIUTI ALL’APICOLTURA IN CRISI

Approvata all’unanimità la mozione del vice Presidente Minardi che impegna la Regione a indennizzare gli apicoltori con un finanziamento minimo di 250 mila euro Approvata all’unanimità in Consiglio regionale delle Marche la mozione del Vice Presidente Renato Claudio Minardi, sottoscritta anche dal consigliere Gino Traversini, che impegna la Giunta regionale a prevedere, nella legge di bilancio per il 2020, l’inserimento di un nuovo capitolo di spesa per gli “Indennizzi agli apicoltori per le perdite subite a causa delle avverse condizioni atmosferiche 2019” con uno stanziamento minimo di 250 mila euro. Nella Regione Marche operano mille e 700 apicoltori distribuiti sulle cinque province dove sono censiti 50 mila alveari, di cui 600 aziende sono quelle delle Provincia di Pesaro e Urbino, quasi tutte iscritte al Consorzio Apistico provinciale. Si calcola una produzione media annua di 25 chili di miele per alveare. Il prezzo medio, per un Millefiori, nettare ottenuto da diverse tipologie di fiori, va dai 6,50 agli 8 euro al chilo. Mentre, 15 euro circa costa un chilo del più pregiato miele primaverile di acacia, cosiddetto unifloreale, che ha risentito di più della crisi apistica. “Le api sono fondamentali per l’equilibrio del nostro ecosistema – dichiara il Vice Presidente dell’Assemblea legislativa delle Marche, Renato Claudio Minardi –. Sono gli insetti impollinatori per eccellenza che garantiscono la diversità biologica dell’ecosistema ambientale. Un drastico calo del patrimonio apistico provocherebbe danni ingenti, per questo occorre sostenere gli apicoltori per non abbandonare questa attività ma a mantenere i loro alveari e le loro api. L’attivazione di una misura straordinaria di sostegno al settore apistico, con un aiuto concreto e diretto agli apicoltori, è finalizzato ad indennizzare le aziende del settore a fronte della riduzione del reddito in conseguenza dei ripetuti cali di produzione nell’annualità 2019”. Il caldo eccessivo e anomalo delle stagioni del 2019 ha compromesso la produzione di miele marchigiano e conseguentemente comportato danni ingenti alle aziende apistiche. Con le colonie di api fortemente ridotte e indebolite, anche le produzioni estive e autunnali sono state scarse e comunque non hanno consentito di recuperare la solitamente attesa produzione primaverile. Di fronte a questo straordinario quadro di condizioni climatiche negative e del loro significativo impatto economico sulle aziende apistiche, il vice Presidente Minardi ha ritenuto necessario presentare un atto che chiede un intervento della Regione Marche con uno specifico aiuto alle aziende apistiche. In particolare, la mozione del vice Presidente Minardi impegna la giunta regionale ad attivare la procedura finalizzata all’attuazione delle domande di indennizzo, nel rispetto della normativa vigente relativa agli aiuti di Stato (e garantendo il ricorso a procedure semplificate), entro trenta giorni dall’entrata in vigore della legge di bilancio per il 2020. I beneficiari della misura sono gli apicoltori in possesso di più di trenta arnie regolarmente censite nell’Anagrafe Apistica Nazionale al 31 dicembre 2018, inoltre, agli apicoltori in possesso di partita iva. Il contributo massimo calcolato in base al costo per la somministrazione di nutrizione artificiale di soccorso è di 10 euro ad arnia. APPROFONDIMENTO da TESTO MOZIONE Il ruolo svolto dalle api Solo in Europa, ben 4mila diverse colture crescono grazie alle api. Le api hanno poi un ruolo importantissimo nel mantenimento della biodiversità e nella conservazione della natura permettendo l’impollinazione e di conseguenza la formazione dei frutti, trasportando il polline da un fiore all’altro. Attraverso questa attività garantiscono la presenza di specie vegetali diverse fra loro, un elemento importantissimo per la salute della natura. Un’altra importante azione che svolge l’ape a livello ecologico è derivata dal fatto che in una giornata di lavoro, le api operaie che svolgono attività bottinatrice, escono dall’alveare ripetute volte. Questo fa sì che l’ape sia in continuo contatto con l’ambiente circostante, bottinando su fiori e piante, prati e boschi, nonché venire a contatto con altre sostanze, che trasportano all’interno dell’alveare. In questo modo l’alveare può risultare una preziosa fonte di informazione sulla qualità dell’aria e l’ape, con i suoi continui voli di esplorazione, diventa una vera sentinella ambientale sulla quale vengono poi effettuate le analisi strumentali per monitorare l’ambiente.

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