Alienatio: la pittura di Francesco Campese e Maurizio Rapiti
Domenica 7 giugno, alle ore 19,15 al castello di Candelara inaugura:
Alienatio: la pittura di Francesco Campese e Maurizio Rapiti
il visitatore sarà accompagnato in un viaggio in cui perderà le proprie conoscenze visive
Domenica 7 giugno, alle ore 18,15 in strada San Giovanni (la via dedicata alle installazioni artistiche all’interno del borgo murato di Candelara) sarà inaugurata la mostra bipersonale dei pittori Francesco CAMPESE e Maurizio RAPITI dal titolo “Alienatio”.
Con questa terza esposizione rivolgiamo lo sguardo oltre ai confini provinciali. Infatti i due giovani ed emergenti artisti Francesco Campese e Maurizio Rapiti espongono per la prima volta insieme e nel nostro territorio provinciale, anche se in realtà la loro poetica pittorica ha affinità con la nostra tradizione visiva.
Entrambi gli artisti hanno studiato la storia dell’arte europea e, dalla rielaborazione di questa, hanno generano con coraggio le proprie composizioni che, in alcuni casi, ripropongono nelle loro tele alcune immagini “sacre”, potremmo dire icone intoccabili del nostro patrimonio culturale, rielaborate creando nel visitatore prima un senso di familiarità e subito dopo un senso di estraniazione che in latino si definirebbe: “alienatio”. Visitando questa mostra lo spettatore compirà progressivamente un viaggio di allontanamento dalle sue conoscenze visive, dalle sue certezze, per entrare in una visione nuova, estraniante rispetto alla realtà conosciuta e verrà catapultato in un campo visivo verosimile.
Nelle opere di Rapiti l’effetto straniante è dato dall’aggiunta (o trasformazione) di alcuni elementi estranei alla composizione originale: nella Dama di Leonardo l’ermellino lo vedrete sostituito da un ceppo di lattuga. Venendo alla sua ultima produzione, i bei corpi classici saranno ricoperti da tatuaggi, come ad esempio “La Fornarina” di Raffaello.
Il senso di estraniazione in Campese viene invece dato per sottrazione: ad esempio nella Pala Brera sono eliminati i santi della Sacra Conversazione e rimane esclusivamente un’architettura che diventa pura pittura metafisica. Così avviene in una serie di dipinti in cui si raffigura il dopo di una scena famosa, ad esempio “dopo l’Annunciazione” o “dopo l’apparizione”. Un seguito della scena dove rimane semplicemente la scenografica, come in un teatro al termine di una rappresentazione, quando gli attori hanno terminato l’interpretazione sul palcoscenico.
Nella pittura di Campese è protagonista la prospettiva matematica urbinate: in particolare egli si cimenta con le visioni prospettiche delle città che si sollevano dal suolo diventando volanti, fino a mutarsi in forme che lui definisce “strutture prospettiche”, sospese in un paesaggio inanimato. Queste pitture ci portano inevitabilmente a dei confronti con le città volanti di Mario Logli mentre i suoi paesaggi cosi geometrici hanno ricordi giacomelliani.
L’evento è promosso dalla Pro Loco di Candelara e Accademia AIIA con il patrocinio non oneroso della Provincia di Pesaro ed Urbino, del Comune di Pesaro, del Comune di Città di Castello e del Consiglio di Quartiere n. 3 delle Colline e dei Castelli.
L’esposizione rappresenta il terzo appuntamento della rassegna d’arte “CandelarArte 2024”, giunta quest’anno alla XIV. edizione ed è parte integrante del programma di “Pesaro Capitale della Cultura 2024”.
La mostra, ad ingresso gratuito, è aperta nei giorni di venerdì, sabato e domenica dalle ore 21 alle ore 23:00. È possibile richiedere aperture straordinarie in altri orari (anche per piccoli gruppi) contattando il curatore.
Domenica 21 luglio, essendo la terza del mese, sarà anche possibile visitare il Museo Pac di Candelara dalle ore dalle 10 alle ore 12 e dalle 16 alle 18.30 e la Casa Museo Gentiletti in località Santa Maria dell’Arzilla.