Anche per il 2022, riparte “Impronte Femminili”

Il Comune di Fano avvia un percorso di conoscenza, ascolto e dialogo nel proprio territorio attraverso la parola e l’esperienza delle donne di origine straniere presenti.

L’incontro di mercoledì 23 marzo alla Sala Verdi del Teatro della Fortuna di Fano si presenta come un punto di partenza di un percorso dalle diverse articolazioni, per andare a strutturare una modalità di confronto stabile accompagnata dalle istituzioni, associazioni e comunità straniere.

Questo percorso sarà avviato attraverso la Rassegna di arte e cultura per le Pari Opportunità e i diritti Impronte Femminili che dedica quest’anno l’attenzione al tema della multiculturalità, con l’obiettivo di conoscere e mettere in dialogo il territorio attraverso il punto di vista e l’esperienza delle donne di origine straniera che sono oggi anche cittadine italiane. Questo primo incontro pone al centro il protagonismo e le storie di 8 donne quali maggiormente rappresentative delle provenienze presenti nel nostro territorio (Albania, Senegal, Ucraina, Romania, Brasile, Etiopia, Algeria e Perù).

“Impronte femminili – chiosa il sindaco Massimo seri – è un momento di apertura per il nostro territorio, una possibilità di crescita e condivisione tra Università, amministrazione e cittadinanza”.

“Perché questo progetto e perché proprio ora? Il perché di questo progetto sta in una promozione della cultura dell’incontro, del tessere relazioni tra realtà differenti e che condividono oltre che la condizione umana anche in questo caso il medesimo territorio” dice Fatima Farina professoressa Universitaria di Urbino e moderatrice dell’appuntamento. Sul perché proprio ora la risposta si articola sostanzialmente in due direzioni. La prima è la drammatica sospensione che la gestione della pandemia (più che la pandemia in sé) ha imposto alle relazioni, rimanendo il distanziamento sociale (oltre che fisico) una postura, una interruzione di confronto diretto, una sospensione delle relazioni, della conoscenza reciproca, della visibilità. L’altra direzione è quella della crisi bellica in corso che rende un progetto di incontro multiculturale urgente, imprescindibile, via per arginare quella che oggi appare l’unica possibilità, assenza alternativa a quella di armarsi per combattere i nemici di turno.
“Il ripiegamento sul pensiero unico è proprio ciò che questo progetto intende contrastare opponendo invece la pluralità e il dialogo a partire dai nostri territori, che sono territori senza confini e che i confini attraversano” prosegue Fatima Farina.

“Un lavoro di condivisione lo si può fare solo con e per il territorio utilizzando una metodologia partecipativa simile a quella che abbiamo adottato per la costituzione del PariCentro proprio con l’Università di Urbino. Ringrazio per la collaborazione a questo percorso di multiculturalismo che avrà la sua naturale prosecuzione proprio al PariCentro tutti i soggetti che con noi hanno dato avvio a questo percorso: Ufficio Pastorale Migrantes, i Sindacati CGIL PU, Cisl e Anolf, le Associazioni Millevoci e l’Africa Chiama e tutte le comunità straniere coinvolte”.

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