Con il progetto ‘P.I.P.P.I l’Ats 6 mette in campo  servizi innovativi e di prossimità 

Un’ampia partecipazione ha certificato il notevole interesse circa il laboratorio territoriale (Lab.T.) d’innovazione all’interno del Progetto ‘P.I.P.P.I. 9’ che si è svolto questa mattina. Gli operatori dei servizi sociali e sanitari del territorio dell’Ats 6, il mondo della scuola, le associazioni, gli educatori che operano con i minori sono stati i protagonisti di questo confronto. 

 

Il presidente dell’Ats 6 Dimitri Tinti mette in rilievo la spinta innovativa e la capacità di presenza sul territorio “che il Programma PIPPI riesce ad attivare con i relativi interventi a favore delle famiglie vulnerabili”. 

PIPPI è il Programma di Intervento Per la Prevenzione dell’Istituzionalizzazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali insieme al partner Laboratorio di Ricerca e Intervento in Educazione Familiare – LabRIEF – dell’Università di Padova, che nel tempo ha creato un raccordo sempre più esteso con Regioni, Ambiti Sociali, Scuole e rete sociale del territorio. PIPPI (si richiama al personaggio di Pippi Calzelunghe e la sua resilienza come metafora della forza dei bambini nell’affrontare la situazioni avverse e le difficoltà) ha trovato la partecipazione dell’ATS 6 dal 2018 ed è stato uno tra i primi ambiti nelle Marche ad aver aderito. 

“In questi anni – spiega Tinti – abbiamo sviluppato esperienze, riflessioni e percorsi partecipati accompagnati dal modello di ricerca, metodologico che prevede interventi come il Sed (servizi di educativa domiciliare), gruppi di genitori e gruppi di bambini e la vicinanza solidale di altre famiglie, parenti e realtà associative.

Il progetto PIPPI si basa e favorisce una stretta sinergia fra scuola, servizi sociali e sanitari e terzo settore. Le pratiche proposte a favore di famiglie fragili nel sostegno alla genitorialità partono dalla considerazione prioritaria del mondo del bambino, del suo contesto di vita e dai suoi bisogni e dalle sue relazioni al fine di ridurre il rischio di maltrattamenti e il conseguente allontanamento dal nucleo familiare. Su questa scia abbiamo voluto far convergere il percorso di coprogettazione voluto dall’ATS 6 per promuovere i servizi di prossimità pomeridiani rivolti alle famiglie, ai bambini ed alle bambine, con il percorso laboratoriale di territorio del programma ‘PIPPI9 avanzato’, al quale l’ATS 6 partecipa, e che ci ha offerto la possibilità di avere con noi oggi i professori Diego Di Masi e Chiara Sità, che fanno parte del gruppo scientifico del programma PIPPI”.

 

Anche la scelta del luogo dell’incontro non è stata casuale in quanto l’oratorio di Sant’Orso è “uno spazio di aggregazione attrattivo e funzionale – afferma Tinti -. La rete degli oratori del territorio e quella delle biblioteche dei  comuni insieme a diverse associazioni e organizzazioni di volontariato hanno partecipato alla costruzione degli interventi pomeridiani che stanno partendo in modo capillare nel territorio dell’ATS 6. Occasioni come queste sono preziose perché sono un luogo di apprendimento e insegnano a costruire in maniera condivisa passo dopo passo la cultura, i servizi e gli interventi che danno consistenza al welfare di comunità. Una comunità è più ricca di opportunità per i suoi cittadini, a partire da quelli più vulnerabili, soprattutto grazie alle connessioni virtuose tra i diversi attori del territorio. Ritengo che siano strategiche due componenti fondamentali nella filosofia della metodologia PIPPI: la visione ecologica che sottolinea il legame fra il cittadino e gli ambienti di cui fa parte e il riconoscimento della multidimensionalità del mondo del bambino a cui consegue la necessità di un intervento, per la sua crescita armonica che chiama in causa la scuola, i servizi territoriali, le associazioni e i luoghi della città. Il nostro impegno intende replicare laboratori come quello di oggi, con la consapevolezza che essere impegnati nel sociale significa per ognuno di noi un continuo apprendimento che nasce dal confronto e dall’ascolto attivo”.

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