Con le parole giuste – 9a edizione – La giustizia secondo Simone Weil – Federica Negri a Fano parla di RESPONSABILITA’
Responsabilità è la parole chiave dell’intera Rassegna ed è anche la parola alla quale è dedicato il primo appuntamento, quello di venerdì 15 novembre 2019 (ore 18), alla Memo –Mediateca Montanari- con la filosofa Federica Negri, dal titolo La giustizia secondo Simone Weil.
Docente aggiunto di “Estetica” e “Antropologia filosofica” presso la facoltà di Comunicazione dello Iusve (Istituto Universitario Salesiano di Venezia) presso le sedi di Mestre e Verona, oltre a collaborare con la cattedra di “Storia della filosofia contemporanea” e con il Corso di dottorato in estetica dell’Università di Padova, Federica Negri dopo la laurea in filosofia morale presso l’Università di Padova ha conseguito il dottorato in Storia delle scritture femminili all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e”docteur ès lettres” presso l’Université Charles De Gaulle – Lille III.
E’ autrice di lavori su Simone Weil (numerosi articoli, oltre a La passione della purezza. Simone Weil e Cristina Campo, Il Poligrafo 2005), Friedrich Nietzsche (articoli e la monografia Ti temo vicina, ti amo lontana. Nietzsche, il femminile e le donne, Mimesis 2011) Maurice Merleau-Ponty (articoli e Il punto cieco. Note su L’occhio e lo spirito di Maurice Merleau-Ponty , libreriauniversitaria.it 2013), e Sarah Kofman (L’arte dell’ascolto. Sarah Kofman e la filosofia, Aracne, Roma 2018), oltre ad un manuale di estetica pensato per il percorso di comunicazione ( Estetica e comunicazione. Piccolo manuale non soltanto per graphic designer, libreriauniversitaria, 2016). Oltre a questi, numerosi altri saggi su Cristina Campo, Lou Salomé e Alain.
Perchè leggere Simone Weil Oggi?
“Viviamo in tempi difficili, nei quali è fondamentale continuare a pensare per non soccombere all’appiattimento disumanizzante- spiega la Filosofa- proprio per questo motivo, a mio parere, è fondamentale tornare (o iniziare) a leggere Simone Weil.
Weil ha sempre affermato che “l’intelligenza deve esercitarsi in totale libertà, oppure tacere”, senza compromessi. Nessuna mezza misura.
Simone Weil si è sottratta ad ogni tipo di rifugio consolatorio – che fosse la politica o la fede -, tentando di pensare la difficoltà, la problematicità senza sciogliere, tuttavia, in modo unilaterale l’aporeticità del presente.
Tra gli aspetti che ritengo più importanti- continua Federica Negri- sicuramente è il suo modo di praticare la filosofia, di vivere filosoficamente, potremmo dire, che non l’ha mai messa al riparo da critiche. Tuttavia, questo cammino è rimasto coerentemente solidamente ancorato ad una prospettiva in cui il soprannaturale riesce ad agire da cuneo per scalzare le ideologie terrene.
Le proposte di Simone Weil non possono lasciare indifferenti, ci interrogano e rinnovano in noi la voglia – e anche la speranza – di pensare che il mondo dell’uomo potrebbe realmente essere diverso da ciò che è.
Per Simone Weil, infatti, l’impegno fondamentale è sempre stato quello di pensare il proprio presente, entrare in contatto con il mondo, penetrare la realtà a qualsiasi conto. Per questo motivo, è diventata operaia nelle fabbriche, militante nella guerra civile spagnola, e avrebbe voluto diventare una combattente attiva della Resistenza, anche se riuscì ad esserlo solo parzialmente.
È con questo spirito sperimentale che dobbiamo anche noi affrontare il pensiero di Simone Weil, sottoponendolo alle sollecitazioni del contemporaneo, per tentare di farne una possibile chiave interpretativa, per meglio rispondere ad un mondo decisamente da ripensare”.