DA FANO A BOSTON… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa sessantaseiesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Maximiliano Santinelli, che dal 2006 vive negli USA.

Ciao Maximiliano, come mai ti sei trasferito all’estero e qual è la tua attività?

<Mi sono trasferito a New York nel 2006 e la motivazione principale era fare un’esperienza di vita nella Grande Mela. Pensavo di trascorrerci un paio d’anni, però il tempo è passato in fretta e sono diventati 11. Manhattan e New York sono nel mio cuore: è lì che mi sono sposato con Esther nel 2008, ed è lì che è nata la prima figlia Aviva. Nel 2017 ci siamo poi spostati a Boston, dove è arrivato anche il nostro secondogenito Lorenzo nel 2018. Ho sempre lavorato per società di consulenza manageriale, occupandomi di data science, o “intelligenza artificiale” come viene chiamata adesso, ed attualmente sono col Boston Consulting Group. Fino a qualche anno fa il mio settore non era molto popolare ed eravamo visti come una via di mezzo tra scienziati e nerd, che passavano ore a macinare numeri davanti ad un computer. Ora, con la crescita di applicazioni di Intelligenze Artificiali e Generative AI, c’è più attenzione verso quello che facciamo>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<Viviamo a Brookline, una cittadina popolosa quanto Fano che fa parte della Greater Boston Area. Quando ci siamo spostati da New York abbiamo cercato una località che offrisse un buon stile di vita per una famiglia e vicinanza alla grande città, per non sentire troppo la mancanza dell’ambiente metropolitano cui eravamo abituati. A Brookline abbiamo trovato un’ottima soluzione: le scuole pubbliche sono di alta qualità (e non sempre se ne trovano negli USA), possiamo muoverci nella quotidianità senza dover necessariamente utilizzare l’automobile ed abbiamo parchi pubblici e aree commerciali a due passi da casa. Il centro di Boston è facilmente raggiungibile utilizzando mezzi pubblici o l’auto, così in 15-20 minuti possiamo andare a vedere una partita dei Celtics al TD Garden, camminare per il North End (il quartiere italiano di Boston), passeggiare lungo la baia di Boston, trascorrere la giornata al Boston Commons e nelle vie storiche che si trovano intorno a questo celebre parco. L’area di Boston è molto vivace a livello culturale, grazie all’alto numero di Università presenti nel territorio (Harvard, MIT e Boston University tra le altre). Un aspetto che ci piace particolarmente è la possibilità di svolgere attività all’aperto: hiking, bicicletta e sci sono a portata di mano, o meglio a portata di auto! Guidando fuori dalla città si raggiungono infatti zone di mare e di montagna (anche se quelle del New England non sono tanto alte). Infine, ma non da ultimo, dall’area di Boston si possono visitare in giornata o per un fine settimana altri Stati, tipo Maine, Vermont, New Hampshire e Rhode Island, che offrono un sacco di attrazioni sia sul piano paesaggistico che da quello storico. La stessa Boston storicamente offre molteplici spunti di interesse: qui sono partiti i moti di indipendenza degli Stati Uniti, con il Boston Tea Party, e nel porto c’è pure un museo che ti fa rievocare anche in prima persona quegli eventi>.

Cosa ti manca di Fano?

<Mi ritengo fortunato, poiché di solito torniamo a Fano e a visitare l’Italia almeno una volta all’anno. Nonostante ciò, di Fano mi mancano persone, luoghi e sapori>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Quando mi sono trasferito a New York non ho avuto particolari problemi, anche se un processo di adattamento c’è comunque stato. New York è una realtà a parte rispetto al resto degli USA, ti muovi molto più in fretta – sia a livello mentale che a livello fisico – e questo può causare stress. La vita in città non è sempre così divertente e ricca di glamour come vedi nelle serie tv. Vivi con numerose persone vicino a te, con cui è facile sviluppare relazioni superficiali ma è più difficile costruire relazioni di amicizia più profonde. Negli anni abbiamo avuto la possibilità e la fortuna di sviluppare relazioni di amicizia profonda con italiani, europei, americani e persone provenienti da ogni angolo del mondo>.

C’è qualcosa che porteresti dagli USA?

<Due cose porterei a Fano, ma probabilmente in Italia in generale. La prima è la capacità di valorizzare al massimo ogni minimo bene culturale e storico a disposizione. La seconda, e forse la più importante, è legata alle opportunità lavorative e professionali soprattutto per i più giovani>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un americano?

<Ho posto questa domanda a mia figlia, che da diversi anni trascorre almeno un mese a Fano coi suoi nonni. Mi ha detto che a un americano piacerebbero il mare e il centro storico. Specialmente la spiaggia della Sassonia con gli ombrelloni ed i lettini, oltre ai bar e ristoranti dove gustare un gelato o assaporare un piatto di pasta con le vongole; il centro storico per la piazza, la fontana della Fortuna, gli edifici ed i locali. E a questo punto ha fatto un’osservazione che mi ha molto colpito e che, riflettendoci, condivido. Piacerebbero infatti ad un americano anche per un valore aggiunto: il senso di comunità che si respira in quei luoghi, come nel resto della città>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<Sono concentrati nel nord-est degli USA e sono sia in aree metropolitane che più rurali. Tra le località più urbane direi la zona di Manhattan compresa tra la 23esima strada e Canal Street ed il South End di Boston. Fuori dalla città adoro il faro di Saugerties, sul fiume Hudson nello Stato di New York, dove c’è un bed and breakfast con due camere da letto che visitiamo ogni anno. Gloucester, a nord di Boston, è un luogo che ci ha accolto durante la pandemia e che visitiamo regolarmente dopo avervi scoperto una comunità di pescatori di origine siciliana e delle belle spiagge sull’oceano. Il Vermont e il Maine offrono invece numerose opportunità di immergersi nella natura e provare cibi e sapori di inaspettata qualità>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Chi viene a Boston deve assolutamente provare i piatti di pesce, sebbene questi abbondino anche a Fano. La Boston Clam Chowder è una zuppa di vongole, patate e bacon su un base cremosa con panna e farina. Sicuramente non ipocalorica e non indicata per l’estate, però decisamente buona. Ostriche e aragoste poi sono gustose e abbondanti>.

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