DA FANO A GMUNDEN… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa ventitreesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Chiara Tobia, trasferitasi da quasi nove anni a Gmunden in Austria.

Ciao Chiara, come mai ti sei trasferita all’estero?

<A Fano lavoravo da cameriera, però avevo voglia di fare altro e purtroppo in Italia non era facile trovarlo. Un bel giorno ho iniziato così ad inviare il mio curriculum in tutta Europa, ed una settimana dopo ero già qui>.

Volendo localizzare meglio la città in cui vivi?

<Sto nell’Alta Austria, ad una settantina di chilometri da Linz e poco più da Salisburgo, ad un’ora di auto dalla Repubblica Ceca>.

Qual è la tua attuale professione?

<Sono assistente alla preparazione degli ordini in un’azienda metalmeccanica, alla quale sono arrivata attraverso dei corsi finanziati dall’Austria ed un tirocinio e nella quale mi trovo benissimo. Li avevo frequentati per ragioni di salute, che mi impedivano di proseguire il lavoro di cameriera. Qui avevo infatti accettato inizialmente un’offerta in un ristorante italiano, non conoscendo ancora il tedesco>.

Cosa ti manca di Fano?

<Di sicuro il mare, anche se di acqua da queste parti ne abbiamo essendo la bellissima regione dei laghi incastonati tra scorci montani mozzafiato. Io stessa ne ho uno a qualche centinaio di metri dalla mia abitazione. Qui è tutto meraviglioso, scenari da favola, ma il mare è il mare. Quel suo odore e quel suo sapore, la vita che si fa in una città di mare. E poi mi manca la spensieratezza dei momenti condivisi con gli amici di sempre, il cogliere ogni occasione per uscire e stare in buona compagnia. Qua è diverso, bastano due nuvole per far rintanare la gente in casa e non c’è quella voglia di socializzare se non con quei pochi amici che hanno e coi quali bevono fiumi di birra. E a me, che ho un carattere molto espansivo, questo pesa>.

Hai trovato delle difficoltà iniziali di inserimento?

<Il primo scoglio è stato la lingua, tant’è che per un anno ho parlato in inglese per comunicare con gli altri. Questo mi ha aiutato parecchio, considerato che lo studiano già dalle elementari e quindi più o meno tutti ne masticano. Anche col mio ragazzo austriaco di allora e con la sua famiglia dialogavo in inglese. Mi ha inoltre un po’ spiazzato il loro grande attaccamento a certe tradizioni, come indossare abiti appunto tradizionali tipo Dirndl per le donne e Lederhosen per gli uomini per appuntamenti importanti. E poi, pur amando un sacco l’Italia e gli italiani, hanno di noi un’immagine piuttosto sorpassata, ancorata agli anni ’60-’70-’80 e persino alle canzoni dell’epoca>.

Quante volte all’anno ritorni?

<Torno un paio di volte all’anno, di solito a Natale e in estate se non ci sono eventi speciali>.

Come ti trovi da quelle parti?

<Ho già risposto in parte a questa domanda, aggiungerei però che lavorativamente parlando ed anche a livello di sanità, welfare ed altri servizi lo standard è davvero molto elevato. E questo incide positivamente anche sul tasso di criminalità, assai basso>.

Ad un austriaco quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

<A loro piace tanto vedere paesaggi dall’alto e scoprirebbero che ce ne sono di splendidi anche in collina, non solo in montagna. Il mare ovviamente, anche in tempesta perché è comunque uno spettacolo inedito per gli austriaci. Senza dimenticare i nostri incomparabili luoghi di storia, dai quali loro sono rapiti ed affascinati nonostante in patria tendano poi ad abbattere il vecchio per lasciare spazio al nuovo>.

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