DA FANO A KO CHANG… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa settantatreesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Claudio Sellani, che dal 2010 tra Fano e Ko Chang in Thailandia.

Ciao Claudio, come mai hai deciso di andare a vivere all’estero e qual è la tua attività?

<Ho deciso di stare all’estero da metà ottobre a metà aprile, ed in particolare in Thailandia, per due motivi: uno è per poter stare al caldo, l’altro invece è legato al tenore di vita superiore che posso tenere in quel Paese. Dal 2010 al 2022 ho svolto lavori stagionali, poi sono andato in pensione e adesso me la godo appieno>.

Dove stai di preciso e quali sono le sue particolarità?

<La mia destinazione è Ko Chang, che nella lingua locale significa isola degli elefanti. Si trova a sud est della Thailandia, vicina alle coste della Cambogia, ed è la seconda più grande dello Stato. E’ un parco naturale davvero molto bello, ma senza turismo di massa e quindi piuttosto tranquillo>.

Cosa ti manca di Fano?

<Quando sono in Thailandia sinceramente non mi manca granché di Fano, dove tra l’altro sto comunque sei mesi all’anno, considerando che lascio il freddo e non ho famiglia>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Non ho avuto problemi di ambientamento, in Thailandia la gente è di un’ospitalità eccezionale e ci si capisce in qualche modo nonostante le profonde differenze linguistiche con l’italiano o con l’inglese>.

C’è qualcosa che porteresti dalla Thailandia?

<Il sorriso del popolo thai, che appunto ti accoglie sempre sorridendo. Non si lamentano mai, sono felici del poco che magari possiedono e nutrono grande rispetto della persona che hanno di fronte>.

Quali posti di Fano pensi possano affascinare un thailandese?

<Gli suggerirei senza dubbio il nostro centro storico, con le sue bellezze architettoniche delle varie epoche. Sicuramente i nostri edifici e monumenti romani, medievali e rinascimentali affascinerebbero un thailandese, perché sono realizzazioni ben diverse dalle loro>.

Quali sono invece i tuoi luoghi preferiti là?

<Ko Chang, dove vivo, offre scorci naturalistici meravigliosi. Ci sono splendide spiagge, promontori con viste mozzafiato sull’oceano, suggestive cascate in mezzo al verde, pittoreschi villaggi di pescatori e templi dall’atmosfera magica>.

Che piatti tipici locali faresti provare ad un fanese?

<Ne consiglierei almeno quattro: il Pad Thai, che è un tipico street food thailandese a base di noodles di riso saltati al momento nel wok con l’aggiunta di gamberi, carne, verdure, arachidi, spezie e saporiti condimenti; il Curry Panang, con crema di cocco che lo rende meno piccante di altri curry thai, fatto sempre con gamberi, carne o verdure; la Papaya Salad, un’insalata piccante che ha come ingredienti principali il peperoncino e la papaya verde ed è composta anche da zucchero di palma, aglio, pomodori, fagiolini, lime ed arachidi; il Phad Kaphrao, ovvero frittura al salto di maiale, pollo o manzo, con soffritto e uovo all’occhio di bue sul riso>.

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