DA FANO A STOCCOLMA… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Raggiunti in vacanza, o per motivi di lavoro. Da parenti, amici di vecchia data, o sconosciuti concittadini. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. Stavolta abbiamo il piacere di ospitare Claudio Montanari, che ha fatto di Stoccolma la sua seconda casa.

Ciao Claudio, da quanto vivi là e quanto pensi di fermarti?

«Mi sono trasferito appena finita la scuola alberghiera, che ho frequentato a Pesaro. Poi nel corso degli anni è stato un continuo avanti e indietro. Dall’estate 2014 ci vivo proprio, ma presto probabilmente tornerò nella mia Fano. Vado controtendenza e mi piacciono le sfide!».

Qual è la tua professione e qual è stata la spinta a provare questa esperienza?

«A settembre del 2014 ho aperto assieme alle mie due sorelle un ristorante, Trattoria Montanari, che fin da subito si è dimostrata una bella realtà e oggi è un punto di riferimento della gastronomia italiana qui a Stoccolma. Nel 2016 poi mi sono staccato da loro per aprire un ristorante all’interno di Eataly, che è stato inaugurato nel febbraio del 2017. E così è nata una importante e gratificante collaborazione con la famiglia Farinetti».

Cosa ti manca di Fano?

«Di Fano mi manca tutto, a cominciare da famiglia ed amici».

Quante volte ritorni?

«Ogni cinque o sei settimane sono lì, non salto un Natale ed una Pasqua e l’estate ci passo un mese».

Come ti trovi da quelle parti?

«A Stoccolma mi trovo molto bene. Lavorativamente parlando le opportunità sono infinite, in tutti i settori. In una città come questa, dove la meritocrazia è alla base del lavoro, per noi italiani col nostro savoir-faire e la nostra professionalità non ci sono ostacoli. Basta tirarsi su le maniche e darsi da fare. C’è occupazione per tutti e, se si ha uno spirito imprenditoriale, lo Stato e le banche ti aiutano e agevolano».

Di Stoccolma cosa porteresti a Fano?

«Attenendomi al settore di mia competenza, il modo di relazionarsi coi propri dipendenti-collaboratori. Qui c’è un rapporto molto paritario tra proprietà e forza lavoro, senza nessuna discriminazione. Anzi, i dipendenti che rimangono indietro vengono incitati e non bruciati. La parità sociale tra persone mi sembra un bel segno di civiltà, indipendentemente dallo stato patrimoniale».

Ad uno svedese quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

«Ai miei amici e clienti parlo sempre di Fano e dei suoi tesori. Alcuni hanno addirittura acquistato casa da noi, sia in città che nelle colline adiacenti. Racconto loro dei tramonti delle colline, dei profumi della mia terra, del mare e le sue sfumature, del mangiare sano, del buon bere, della gentilezza delle persone, del bel caos del mercato al sabato mattina, della sua storia e cultura. E di tutte quelle piccole cose che, a chi abita in una grande città, creano “calore nell’anima”».

Quali sono invece i tuoi preferiti là?

«Stoccolma è davvero una gran bella città, d’estate poi è fantastica col sole alto fino alle 10 di sera e che alle 3 del mattino splende di nuovo. Il luogo che a me sta più a cuore è la zona di Djurgården, un’isola al centro di Stoccolma. Un tempo era riserva di caccia della famiglia reale, mentre oggi ospita diversi musei, il luna-park, lo zoo e tra l’altro anche l’ambasciata Italiana (nella vecchia residenza estiva dello zar di Russia). Il parco è incantevole e si possono fare delle passeggiate stupende, visitando luoghi davvero unici».

Ti capita di incontrare altri fanesi che risiedono lì o di ricevere visite dall’Italia?

«Fanesi qui a Stoccolma siamo davvero pochi. Tre sono venuti a lavorare con me, in più so che c’è un ragazzo arrivato di recente. Noi ci vediamo spessissimo e alcune domeniche ci si ritrova a mangiare e bere. E naturalmente di cosa parliamo? Ma di Fano!».

 

Potrebbero interessarti anche...