DA FANO A TROMSO… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa trentesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Luca Conti, trasferitosi dal 2019 a Tromso in Norvegia.

Ciao Luca, quale molla ti ha spinto lontano dall’Italia?

<Sia da bambino che nel 2006 sono andato in Canada qualche mese, nella zona di Toronto, e la voglia di luoghi naturalistici, da sembrare a volte inesplorati, nonché la volontà di vedere la gente sorridere per strada senza voler nulla in cambio, mi si sono attaccate addosso come una seconda pelle. Con l’uscita nel 2007 del film “Into the Wild” ho iniziato a ragionare sul come trovare questi aspetti del Nord America vicino a casa, ed ho cominciato a girovagare in Scandinavia. Ho sempre desiderato visitare l’Islanda, ma, visti i costi che non mi avrebbero permesso di poterci rimanere più di qualche giorno, ho inviato qualche cv, a cui sono seguiti un colloquio via Skype e un biglietto aereo di sola andata>.

Dove stai di preciso?

<Dopo diversi periodi in Islanda e Svezia, da settembre 2019 sono a Tromso, nel nord della Norvegia. Specifico a nord perché la distanza da Fano a Oslo, la sua capitale posizionata a sud del Paese, è di poco superiore a quella che intercorre tra Oslo e Tromso. Clima e luce risentono della latitudine, eccome! Il sole rimane sotto l’orizzonte per due mesi l’anno. La luce arriva comunque, anche se solo per un’ora nel periodo di maggior buio. Di positivo c’è che si può ammirare la magia dell’aurora boreale per un lungo lasso di tempo, quando il cielo è libero da nuvole. Per gli amanti dei giochi invernali è il paradiso, mentre a chi piace corteggiare qualcuno sotto le stelle sconsiglio un viaggio da aprile a settembre, visto che c’è sempre luce ed è facile dimenticarsi di andare a dormire perdendosi nella meraviglia che ci circonda. Gli animali che si incontrano per strada sono le renne e gli alci>.

Qual è la tua attuale professione?

<Sono manager della stazione locale di una compagnia finlandese di noleggio camper, la stessa per cui feci il colloquio per andare in Islanda. Gestisco una flotta di 70 automezzi, quindi bisogna che mi prenda cura della loro manutenzione e devo pensare al personale, che può essere sia locale che internazionale e anche stagionale. Il cliente viene da qualsiasi luogo del mondo e per tutto l’anno. L’aurora richiama visitatori anche d’inverno e per permettere loro di guidare, nonché dormire e cucinare in camper in queste condizioni di ghiaccio, temperatura e con la mancanza di luce, ci vuole tanta attenzione ai particolari e pazienza senza fine>.

Cosa ti manca di Fano?

<Ho constatato che il cibo sopra le Alpi, perciò escludendo i Paesi mediterranei, sia alquanto privo di gusto. Poi sì, certamente ci sono dei piatti forti ovunque, ma io mi riferisco alla quotidianità. Penso al sapore di un bel pomodoro raccolto nel giardino di casa, e questo ammetto di non averlo mai trovato. Quindi direi la verdura cresciuta al sole e sotto la pioggia… e la cucina di mia madre! Con l’impossibilità dovuta alla pandemia di viaggiare, spesso mi comincia a mancare anche la colazione a “Le Terrazze”, un buon gelato, una cena a “Il Giardino”, una spuntatina ai capelli fatta da mio padre, un bicchiere di vino in piazza con gli amici e le passeggiate al molo con mio fratello e il mio amato Ticket, il mio super giocoso e schizzato amico peloso. Stavo dimenticando di dire quanto mi manchi un mare balneabile, senza rischiare di collassarci (ndr risata)>.

Hai trovato delle difficoltà iniziali di inserimento?

<Il fatto che nei Paesi scandinavi quasi tutti parlino inglese aiuta notevolmente l’integrazione. A volte non mi sento a mio agio perché vorrei comprendere cosa si dicono tra di loro, e ciò mi disturba. Prima d’ora non mi sono mai fermato più di un anno nello stesso luogo e, non avendo delineato il futuro, non mi sono mai spinto nello studio di una lingua così differente dalla nostra. Mi sono però ripromesso che, qualora mi dovessi trattenere di più, mi impegnerò nell’apprendimento del norvegese. Un altro aspetto che aiuta a inserirsi è la fiducia nel prossimo, che posso testimoniare in innumerevoli esperienze>.

Di Tromso o della Norvegia c’è qualcosa che porteresti a Fano?

<Cicche di sigaretta in terra ne ho contate 5 oggi davanti un locale aperto sul porto, rimanendone stupito. È un Paese pulito, la gente lo rispetta. I falò e i barbecue si fanno ovunque, in spiaggia o nei boschi, quello che però trovi lì attorno dopo è solo carbone. Niente plastiche o altre schifezze. Un po’ di questa cultura del rispetto dei luoghi condivisi non guasterebbe affatto, anzi! L’acqua è limpida, quella del rubinetto ha un sapore ed una freschezza che mi mancano quando torno a Fano. Porterei anche il tempo libero che si ha a disposizione e che viene sfruttato in qualunque tipo di sport, negli hobby o in famiglia. Dalle 3 o dalle 4 del pomeriggio e il fine settimana è tutto tempo dedicato a se stessi. Un altro aspetto che mi porterà sicuramente dei guai un giorno, ma che mi auguro invece di viverlo anche da noi, è il fatto che quando mi dimentico la porta di casa aperta o le chiavi dell’auto inserite nel cruscotto non torno indietro a risolvere la disattenzione>.

Ad un norvegese quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

<Avendo a che fare non solo con norvegesi, ma anche con tante altre facce provenienti da ogni dove, non manco mai di nominare Fano – vicino a Rimini, lo capiscono meglio – dove si mangia divinamente direttamente sul mare o in un vicolo del centro a prezzi ottimi (confrontandoli coi prezzi locali posso dirlo tranquillamente di qualsiasi ristorante o pizzeria fanese) e soprattutto di passeggiare tra le vie del centro, parcheggiando al faro e venendo su godendosi le casette colorate lungo il canale, prendere verso la Rocca Malatestiana e, da lì, per chiunque, so che sarà uno stupore continuo. Provate a entrare nel Complesso Monumentale di Sant’Agostino, o date uno sguardo alla Scala del Palazzo Montevecchio, o cercate un concerto nella Corte Malatestiana… ecco cosa dico a chi mi chiede di Fano. Non dimenticandomi mai di far presente che anche a Fano si possono vedere i monti innevati da una parte e il mare dall’altra, magari perdendosi con la mente nell’incantevole Eremo di Monte Giove>.

Quali sono invece i tuoi posti preferiti là?

<Sommaroy, letteralmente “l’isola dell’estate”, ultimamente conosciuta come “l’isola senza tempo”Gli abitanti hanno richiesto al governo nazionale di abolire gli orologi. Notizia un po’ vera e un po’ no, ma che dà l’idea di come si viva, lentamente, in quel villaggio con l’acqua dell’oceano trasparente, con gli uccelli che nidificano nelle sue tante isolette, costellata di spiagge e spiaggette dove correre e trascorrere piacevoli “nottate” alla luce del sole. Tromso è un’isola con due ponti che la collegano a un’altra isola a ovest, detta “l’isola delle balene”, nome dovuto al fatto che è raggiunta da diversi tipi di cetacei e orche in inverno, e a est la terraferma dove si trova una bella catena montuosa Lyngen Alps, il nome già dice a cosa somigliano quei picchi. Non voglio far la guida turistica, ma nomino tutto ciò solo per dire che ci sono un’infinità di avventure in cui lasciarsi andare. Però, quando voglio rimanere in città, mi dedico alla scalinata costruita dagli sherpa tibetani da cui si ammira Tromso dall’alto e questo credo sia il mio luogo preferito>.

Come si vive in tempo di Covid a Tromso?

<Ne sta risentendo la socialità e l’economia. In un luogo ricchissimo di eventi culturali e sportivi e di turisti il fatto che non vi sia spazio per la cultura e non vi sia modo di entrare nel Paese per visitarlo ha creato, almeno in me, un diverso approccio alle giornate. Poco lavoro, nessuna musica dal vivo, per me significano ore spese nello studio, nella natura, nella pace della fotografia e nel gioco col mio nuovo amichetto, un cucciolo di border collie. I norvegesi danno poco a vedere le proprie reali frustrazioni, io lo giudico un bene in questo caso perché stare a lamentarsi non fa altro che accentuare l’inquietudine. Ci si incontra, si ride e scherza con gli autoctoni in maniera più… distanziata>.

 

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