DA FANO ALLA GOLD COAST… AMICI SENZA FRONTIERE…

Secondo i dati a disposizione dell’AIRE, l’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero, sono oltre 3 mila i fanesi che vivono fuori dai confini nazionali. Per i più il legame con la terra natia è però rimasto forte, quasi indissolubile, al punto da spingerli a tornare appena gli è possibile anche se solo per qualche giorno. Coi loro appassionati racconti su Fano sono per altro i primi perfetti testimonial della nostra città, ma allo stesso tempo svolgono pure il prezioso ruolo di guide o comunque di riferimento per quanti si recano là dove essi hanno scelto di trasferirsi. Sono, insomma, Amici Senza Frontiere a tutti gli effetti. Di qui l’idea della nostra Associazione (e grazie al sostegno di Naver Montaggi di Carmelo Cogliandro) di dedicargli questo spazio, per sentirci ancor più vicini nonostante le distanze e magari scoprire altri interessanti punti di vista. In questa quarantanovesima puntata abbiamo il piacere di ospitare Lucia Leone, che dal 2013 ha messo radici in Australia.

Ciao Lucia, come mai hai lasciato l’Italia e qual è la tua professione?

<Inizialmente è stata la voglia di avventura, di vivere e non soltanto sopravvivere, di scoprire posti nuovi, nuove terre, linguaggi, culture. Mentre stavo concludendo gli studi universitari ed il praticantato notarile ero già stata in Australia per 6 mesi, dopodiché, conseguita la laurea in Giurisprudenza, sono ripartita per quel lungo viaggio che poi è diventato il mio viaggio di vita. Durante il secondo anno in Australia ho ricevuto la prima offerta di sponsorship ed ho iniziato a pensare che, di questi tempi, lo stile di vita che puoi avere qua in Australia non lo puoi avere in nessun’altra parte del mondo. Sono stata fortunata, anche se mia mamma mi ha sempre insegnato che la fortuna la si deve cercare ed accompagnare. Ho conseguito un diploma in Management in 6 mesi mentre preparavo l’applicazione per l’offerta di sponsorship come restaurant manager, tramite il contatto ricevuto da un altro immigrato in Australia fanese, ed amico di vecchia data, Andres Costa. Lo sponsorship è la possibilità che il tuo datore di lavoro diventi sponsor, ovvero ti offra un contratto di lavoro per rimanere in Australia, legando la permanenza del dipendente ad un visto lavorativo, detto appunto visto di sponsorship. Ho insomma studiato e lavorato sodo e, qualche settimana fa, ho pure acquisito la cittadinanza australiana in una cerimonia ufficiale>.

Dove stai di preciso, da quanto tempo e quali sono le sue peculiarità?

<Ora sto nella Gold Coast, nome che già dice tutto. E’ situata ad un’oretta di distanza da alcuni dei più famosi parchi nazionali australiani e 10 minuti da un incantevole oceano. Col mio compagno Ryan abbiamo comprato casa in questa zona un annetto fa. Prima ho vissuto quasi 5 anni a Byron Bay, quello che ultimamente è diventato uno dei più piccoli paesi commerciali a livello mondiale. Nel mezzo ho preso lo sponsorship e vissuto in Mornington Peninsula, sotto Melbourne, una zona fantastica immersa nella natura, tra aziende vinicole, camini e piscine termali>.

Cosa ti manca di Fano?

<La prima che mi viene in mente è la mia mamma, con mio fratello e la sua famiglia. Oltre ad essere la mia famiglia, sono persone fantastiche ed adoro passare il tempo con loro. Poi il resto dei parenti ed i miei amici storici, quelli coi quali ti riabbracci magari dopo tanto ed è come se ci fosse rivisti dopo appena una settimana. Anche se qualche ruga in più (ndr risata). La lista continua con la mia prima insegnante di yoga Catiuscia, che involontariamente mi ha aiutato a spiccare il volo proprio negli anni prima della partenza per l’Australia, i miei ex datori di lavoro ed alcuni ex colleghi, la mia compagnia di balli latino americani, la movida fanese e romagnola (soprattutto d’estate!), le feste nei borghi, l’atmosfera natalizia (ma non il freddo!), le serate in spiaggia d’estate fino all’ultimo spiraglio di sole. E ovviamente l’andare in giro in bicicletta salutando metà città, perché coi vecchi fanesi doc si è come una grande famiglia e ci si conosce quasi tutti>.

Hai avuto problemi di ambientamento e se sì quali?

<Tutti amano ed odiano gli italiani nel mondo, quindi inizialmente ci prendono in giro per il nostro accento maccheronico, il nostro gesticolare e per come ci appassioniamo. Poi però tutto il mondo è paese, c’è chi è razzista e chiuso nella sua intoccabile comfort zone e chi invece è sensibile, gentile e vuole conoscere di più di ciò che non sa ancora. D’altronde l’Italia, con le sue tradizioni, piatti tipici, vestiti e molte altre eccellenze è forse il paese più copiato in assoluto. Peccato che, spesso, siamo pure i primi a farci male da soli. Col tempo, comunque sia, l’inglese si perfeziona e l’accento diminuisce sempre più. Adesso parlo bene quattro lingue e nemmeno una alla perfezione! Scherzo, sicuramente me la cavo meglio di quando traducevo le versioni di latino e greco al Liceo! (ndr risata)>

C’è qualcosa che porteresti a Fano?

<La fame di imparare, di conoscere e progredire. In Italia in generale, più che a Fano, porterei inoltre più sostegno da parte delle istituzioni e del governo. E poi il rispetto ed il buon funzionamento delle regole. Non da ultimo, il sistema meritocratico, che in Australia è un pilastro. A nessuno qua importa chi eri o chi sei, devi dimostrarlo! E se lo dimostri, ottieni i risultati che meriti>.

Ad un australiano quali luoghi consiglieresti di visitare nella nostra città?

<Fano è l’antica Fanum Fortunae, piena di storia e tradizioni, anche culinarie, sia marinare che contadine. In ogni suo piccolo angolo c’è qualcosa di affascinante da ammirare, sperando però che si sia un po’ vivacizzata rispetto a quando l’ho lasciata>.

Che piatti tipici australiani faresti provare ad un fanese?

<Posso passare alla domanda di riserva? (ndr risata). Da italiana, mi sento quasi in colpa nel menzionare piatti tipici australiani, come la pavlova, sausage rolls, pies, chicken “Parma” (che sta per parmigiana, tendono ad accorciare ogni vocabolo per cercare di fare meno fatica possibile), Lamington cake. L’unico che gli riconosco è il Vegemite toast. La Vegemite è una di quelle cose che puoi soltanto odiare od amare, ma per me ha vinto sulla Nutella! Una salsa salatissima, che trova la sua perfetta combinazione spalmata sopra una fettina di pane, volendo con un po’ di burro sotto ed avocado sopra. “It’s good hey?!?”>.

 

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