FA TAPPA A FANO IL LUNGO ED EMOZIONANTE VIAGGIO DEI FRATELLI IMBRIANI

Farà tappa anche a Fano venerdì dalle ore 18:30 nella sala convegni di Palazzo Martinozzi il lungo ed intenso viaggio di Gianpaolo Imbriani, che dal marzo del 2013 gira il mondo in autostop per raccontare la storia di suo fratello Carmelo. Proprio oggi ricorre il decimo anniversario della scomparsa di quest’ultimo, costretto ad arrendersi appena trentasettenne al linfoma di Hodgkin. Carmelo Imbriani era stato una promessa da calciatore, come dimostrano, poco più che maggiorenne, le 32 presenze e 3 reti col Napoli in A dopo gli exploit in ambito giovanile. Non fu però poi particolarmente fortunato nella sua parabola calcistica, cosicché giocò perlopiù tra serie B e C sino al ritiro del 2009 col Benevento. Con la stessa società giallorossa intraprese la carriera da allenatore, ritrovandosi a novembre del 2011 dalla panchina degli Allievi Nazionali a quella della prima squadra in C1 finendo la stagione al sesto posto. Ma nell’estate del 2012 cominciarono i problemi di salute, che lo costrinsero a farsi da parte durante la preparazione pre-campionato. Quando si venne a conoscenza della sua malattia, in tante curve italiane iniziarono a spuntare striscioni con la scritta “Imbriani non mollare” e moltissimi colleghi giocatori ne esaltarono le doti umane ergendolo ad emblema del calcio pulito. <Con Carmelo ho giocato assieme al Cosenza ed è stato forse il mio migliore amico nel mondo del calcio, tanto che sono stato anche al suo matrimonio – ci confida il quarantasettenne fanese Davide Falcioni, terzo portiere della Juventus vincitrice di scudetto e Coppa Intercontinentale – E’ venuto spesso a Fano a trovarmi ospite a casa mia, ed io ricambiavo le sue visite. Era davvero un ragazzo d’oro, unico>. Ad accogliere a braccia aperte suo fratello Gianpaolo a Fano ci sarà anche Domenico Germinale, ex centravanti dell’Alma ed attualmente in forza al Fossombrone, che nella nostra città ha messo su famiglia. Lui Carmelo lo incrociò nella sua avventura al Benevento, ma fu da avversario con la maglia del Catanzaro in un attesissimo scontro diretto che strappò applausi indossando prima del fischio d’avvio una t-shirt in memoria del compianto Imbriani. <La sua storia ha unito frange di tifoserie, ultras e non, da nord a sud, da est ad ovest del Paese – spiega il fratello Gianpaolo, che in 10 anni ha attraversato 115 Paesi per diffondere questo messaggio positivo e col sogno di far realizzare un campo dedicato a Carmelo per ognuno dei 5 continenti  – Una storia che ha mostrato l’altra faccia del calcio: quello pulito, solidale, capace di creare un vero fenomeno sociale. Quella faccia del calcio dove, almeno per una volta, tifoserie rivali, ultras, squadre in lotta per un campionato, mettendo da parte la reciproca intolleranza, si sono unite dando voce e cuore ad un unico slogan. L’immagine della sua esultanza è diventata il simbolo dello “sport per bene”. Mio fratello sognava un calcio diverso, aveva un’idea di sport che ha fatto fatica a trovare nel mondo del calcio e probabilmente, la cosa che lo ha più riempito di orgoglio è stata quando, da un letto d’ospedale, ha letto su un giornale che tifoserie avversarie si erano unite sotto un unico striscione “Imbriani non mollare”>.

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