Fano più accessibile, Fano più viva
Una città veramente accessibile con un percorso che fa leva sull’inclusione e la partecipazione. Questa mattina al Cinema Masetti i ragazzi dell’Istituto Don Orione hanno presentato il prototipo di un dispostivo che consentirà a chi si trova in carrozzina di elevarsi dalla superficie così da compiere attività e fruire di servizi che altrimenti sarebbero inaccessibili come quello di prelevare da uno sportello bancario. Un progetto innovativo che si allaccia alla visione delineata per la redazione del Peba, il Piano per l’eliminazione delle barriere architettoniche che il Comune di Fano ha scelto di condividere con la Città di Pesaro.
Francesco Orazi, Docente dell’iti del Don Orione di Fano ha illustrato i benefici di questo dispositivo: “Con questo progetto presentiamo un sistema di sollevamento che verrà collocato in alcune zone di Fano che hanno difficolta legate all’accessibilità. Gli studenti hanno messo in pratica le proprie competenze con entusiasmo. Grazie a questa collaborazione con l’Università Politecnica delle Marche si andranno anche a creare dei percorsi di alternanza scuola lavoro.
L’assessore alle Nuove Generazioni Barbara Brunori ha posto l’accento sul grande lavoro che si sta portando avanti insieme alla città e alle Scuole di Secondo Grado: “Insieme agli studenti dell’Istituto Don Orione e grazie al prezioso lavoro che è stato fatto con i docenti e la stessa Università della Politecnica delle Marche presentiamo una proposta per rendere la città più accessibile. Il Peba è uno strumento che abbiamo adottato insieme a Pesaro per l’abbattimento delle barriere architettoniche della città. Sentiamo la necessità di elevare la qualità della vita cittadina insieme alla sostenibilità, favorendo l’accessibilità in tutti gli spazi della città. Vogliamo che le persone abbiano una vita attiva e il prototipo che è stato presentato rappresenta una grande opportunità per fare in modo che tutti siamo cittadini con le stesse condizioni. La partecipazione dei giovani è preziosa perché con il loro lavoro cambiamo il presente”.
Tinti ha ricordato come “una città accessibile è una città che ha la forza di guardare al futuro. Abbattere le barriere architettoniche significa aprire la città alla comunità che la vive. Così i cittadini vivono, respirarono e si immergono in spazi veramente inclusivi. Abbattendo gli ostacoli, la nostra amministrazione garantisce uno dei principali diritti. Offrire una migliora qualità della vita è ciò che ha spinto questa importantissima attività”.
Gianmarco Revel, professore ordinario di Misure presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale e Scienze Matematiche dell’Università Politecnica delle Marche ha inquadrato il raggio d’azione del progetto: “Il Comune di Fano si è dimostrato attento alle politiche dell’accessibilità cittadina e, insieme a Pesaro, si è rivolto all’Università Politecnica delle Marche per la redazione del Peba. Noi abbiamo lavorato su tre livelli. Il primo è stato quello della fase di ascolto nel quale abbiamo coinvolto associazioni interessate al tema, studenti e cittadini che si sono espressi attraverso questionari così da avere un punto di vista di chi vive la città. Nella seconda fase abbiamo studiato i dati. Avendo accesso a tutte le informazioni, abbiamo analizzato la densità delle persone e le principali traiettorie degli spostamenti e l’ubicazione dei luoghi più vissuti. L’unione dei questionari e l’analisi dei dati ci ha portato a delineare i percorsi più importanti che ogni giorno fanno i cittadini, andando a verificare tutti quelli che sono gli ostacoli all’accessibilità. Lo studio verrà presentato poi a maggio a tutta la città”.
Maruska Palazzi, Garante per i diritti delle persone con disabilità, ha evidenziato come questo “sia un cambio di paradigma che porta a migliorare la vivibilità di una città. Le barriere non sono solo fisiche, ma anche ostacoli non tangibili che rappresentano un limite di accesso. Questo è l’esempio di come studenti, cittadini e associazioni prendano per mano il cambiamento della città”.