GAGGI TORNA DA VALENCIA CON UN BEL BAGAGLIO D’ESPERIENZA E SPERANZE PER IL FUTURO

Si era imbarcato sul volo per Valencia con una valigia carica di curiosità ed entusiasmo, è tornato a casa divertito e con la consapevolezza di aver vissuto una grande esperienza. E’ insomma di segno positivo la spedizione spagnola di Marco Gaggi, che grazie ad una wild card ha avuto il privilegio di partecipare all’atteso epilogo della European Talent Cup. Questa categoria giovanile della FIM CEV Repsol è infatti ritenuta dagli addetti ai lavori l’anticamera del Mondiale di motociclismo, tant’è che il campionato è organizzato dalla stessa società che governa il MotoGP e vi prendono parte anche le medesime squadre coi propri prospetti più promettenti. Ecco spiegato il motivo per il quale il Marinelli Sniper Team ha dato fiducia all’emergente pilota fanese, messosi in luce nella PreMoto3 in Italia con l’SGM Tecnic Racing Team. Sul circuito valenciano Ricardo Tormo il non ancora quindicenne Gaggi ha però inevitabilmente pagato lo scotto del noviziato, ritrovandosi catapultato in una realtà nuova solo per lui. I suoi rivali in pista avevano infatti già confidenza con quel tracciato, oltre che con le proprie moto e tra di loro essendo all’ultimo appuntamento di una stagione iniziata a marzo. Ciononostante e a dispetto di un paio di cadute è arrivata la qualificazione alla gara, superando una selezione che ha ridotto il gruppo da 56 a 44 concorrenti in un contesto di condizioni meteo variabili, nella quale si è poi piazzato trentasettesimo. «Il livello era effettivamente piuttosto alto – racconta il diretto interessato, nella foto col numero 63 essendo stato il “suo” amato 93 già assegnato ad inizio stagione ad un altro pretendente – In qualifica nonostante fossimo divisi in due gruppi da 28 ho però corso perlopiù da solo, senza avere grossi punti di riferimento. In gara invece eravamo 44 tutti assieme, per cui lì per lì ti senti come accerchiato e devi avere cento occhi. Una situazione alla quale non ero abituato, visto che nel nostro CIV siamo più o meno la metà. Vedendo gli altri sfrecciare sei poi portato a spingerti al limite, incorrendo magari in degli errori perché comunque non puoi avere la loro stessa padronanza della situazione. Torno comunque accresciuto nel mio bagaglio di esperienza e con la consapevolezza di poterci stare anche io».

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